IO E LEI / 7 – COME UN GATTO INDIFFERENTE AL GIORNO

| 29 Aprile 2025 | 0 Comments

di Raffaele Polo __________

Ero alle scuole medie, tanti anni fa… E allora ci assegnavano temi abbastanza complessi da svolgere, soprattutto per un ragazzo di dodici anni… Quella volta, il testo era, più o meno, l’invito a scegliere e giustificare la propria scelta: cosa preferivamo, ci chiedevano. Il passato o il presente?

Una domanda difficile, che ancora oggi, spesso, si presenta, improvvisa, nei miei pensieri. E non so ancora rispondere definitivamente. Però, da quel tema svolto, ho imparato a cercare una via di mezzo, a mediare su bianco e nero, ottenendo un grigio uniforme…

È successo anche quando, con mio figlio, sono andato a vedere l’ultimo film di Indiana Jones. Trasportato nel passato, ai tempi di Archimede, al protagonista viene proposto di rimanere lì, col grande scienziato, in quella Sicilia dei secoli prima di Cristo..  Mi sono lasciato andare e ho incitato il bravo Indy a rimanere con Archimede… Ma poi, il film, la narrazione, la realtà e mio figlio mi hanno riportato coi piedi per terra.

Perchè scrivo questo?

Perchè adesso, mi chiedo cosa penso dell’intelligenza artificiale, tema che da sempre a me, accanito lettore dei romanzi di fantascienza (soprattutto quelli pubblicati da Urania, con le copertine di Karel Thole) ha interessato moltissimo, scoprendo, col passare degli anni, la manifesta opinione di tutti gli scrittori di fantascienza, concordi nel giudicare negativamente  un futuro dominato dall’intelligenza artificiale. Se è vero che, in letteratura e nel teatro, è più facile far piangere che far ridere, così in questo caso, è molto semplice e intuitivo contrastare con tutte le forze l’aggressiva e debordante artificialità di chi si permette di ‘pensare’ al posto dell’Uomo…

E’ un po’ come l’energia atomica, che ci fa subito pensare agli usi bellici e ci vede, naturlmente, contrari al suo impiego in qualsiasi campo.

Allora, se questa forma di Progresso è  utilizzata per il ‘bene’, serve e bisogna sostenerla. Se, al contrario, è utilizzata negativamente, allora pollice verso.

Ma io credo che il quesito si riduca, poi, ad una questione di orgoglio: mai e poi mai l’uomo potrà ammettere che possa esistere qualcosa superiore all’intelligenza umana, pur avendo sotto gli occhi tutti i disastri procurati dall’uomo e dalle sue cattive abitudini.

E poi, le opere d’arte, vogliamo trascurarle? Quale intelligenza artificiale, per quanto perfezionata, può comporre un’Incompiuta di Shubert o una Canestra di frutta di Caravaggio?

Insomma, siamo umani e la nostra intelligenza ce la teniamo ben stretta. Dimenticando che la sorella Artificiale è il frutto, il prodotto del nostro progresso. Che, cioè, l’abbiamo inventata noi. E adesso ne abbiamo paura…

E allora?

Niente. Non rispondo al quesito. Faccio ancora una volta valere la equa compensazione tra sì e no e continuo a vivere scoprendo, ogni giorno, una novità che, magari, finirà per sconvolgere totalmente il nostro mondo e, magari, per farci scomparire.

E guardo, sereno, il mio gatto che continua a leccarsi la zampetta, incurante di quanto, da secoli, noi umani riusciamo a realizzare.

Lui sì che ha capito tutto.

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 7 – CONTINUA

(inviate il vostro contributo a: info@leccecronaca.it)

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LA RICERCA nel nostro articolo del 24 aprile scorso

Category: Costume e società, Cultura

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