REDUCE DALLA VETRINA DI SANREMO, E IN ATTESA DI VENIRE IN SALENTO, LO SCRITTORE DINO TROPEA PARLA A leccecronaca.it DEL SUO ROMANZO DI SUCCESSO, AFFIDANDOCI UN MESSAGGIO DI SPERANZA: “Il meglio deve ancora venire”

| 19 Aprile 2025 | 0 Comments

di Cristina Pipoli __________

“Catania, come tutta la Sicilia, non è un luogo: è un carattere. Dopo la pandemia, è diventata una delle mete più cercate al mondo. Ma chi ci è nato lo sapeva già da sempre: qui il mare ti insegna ad aspettare, il vulcano a non abbassare la testa, il vento a cambiare rotta quando serve.

La mia scrittura nasce da lì, da questo impasto di bellezza e contraddizione, di calore e sopravvivenza. La Sicilia non ti regala niente, ma se impari ad ascoltarla, ti dà tutto. E io, da lei, ho imparato a resistere. E a raccontare. Viviamo in un’epoca che corre e dimentica, che esalta chi vince e ignora chi cade. Ma io dico basta. Ogni persona ha una storia, e ogni storia merita ascolto, dignità, rispetto. #maipiùlasciatiindietro non è uno slogan, è una missione. Ho scritto questo libro per chi si è sentito perso, abbandonato, per chi ha toccato il fondo senza sapere se esisteva una risalita. E la risposta è sì: esiste sempre una risalita. Che chi scrive ha un dovere: dare voce a chi non ce l’ha, guardare dove gli altri distolgono lo sguardo”

Dino Tropea

https://dinotropea.it/

D-Dove sei nato? Quando?

R- “Permettimi di rivolgere subito i miei migliori auguri di Buona Pasqua ai lettori di leccecronaca.it

Sono nato a Catania, il 30 dicembre del 1968, sotto il segno del Capricorno. E no, non è un dettaglio da oroscopo: è un indizio. Il Capricorno è roccia, fatica, salita. Ed io, figlio di una città costruita sulla lava e sulla musica, non potevo che nascere così: testardo, resiliente, con lo sguardo fisso sull’orizzonte e i piedi ben piantati nella terra.

Ho vissuto nel cuore della città, sopra quella che oggi è la casa museo di Giovanni Verga, a un isolato dalla casa natale di Vincenzo Bellini. Crescere lì non è stata una coincidenza: è stata una sorta di predestinazione culturale. A ogni passo sentivo storie sotto i piedi, note nell’aria, memoria nelle pietre”.

Inizia così l’intervista allo scrittore siciliano Dino Tropea, con il sole nel cuore, con il mare nel carattere, con la forza di un vulcano. Dino parla, si racconta senza freni, l’amore per le sue radici sono talmente radicate che gli hanno permesso di resistere, cavalcare l’onda e superare ogni avversità.

D-Quando hai iniziato a scrivere?

R-“La scrittura non è mai stata una scelta per me; è sempre stata una necessità, un bisogno profondo di dare voce a ciò che altrimenti sarebbe rimasto inespresso. Il mio viaggio con le parole è iniziato quando mi sono arruolato in Marina. Come militari, la scrittura è parte integrante del nostro quotidiano, soprattutto per chi, come me, ha operato nel settore delle informazioni e sicurezza, ricoprendo il delicato ruolo di analista. In quel contesto, ogni parola pesa, ogni documento è una sintesi accurata di dati, valutazioni e scenari possibili. Era una scrittura tecnica, certo, ma rappresentava una palestra rigorosa che mi ha insegnato il valore della precisione e della chiarezza.

Con il tempo, la scrittura ha assunto per me un significato ancora più profondo: è diventata un rifugio, un modo per dare ordine al caos dei pensieri. Dopo aver affrontato traumi personali, mi sono trovato a combattere con pensieri intrusivi che minacciavano di sopraffarmi. Scrivere è stato il mio modo di esorcizzarli, di dare un senso alle esperienze vissute. Ho iniziato a raccontare storie vere, storie di resistenza, di cadute e risalite. Da allora, non mi sono più fermato. Ogni libro, ogni pagina, è un pezzo di me che prende vita, un dialogo sincero con il lettore, un invito a condividere un viaggio attraverso le sfide e le vittorie della vita”.

D-Il tuo ultimo libro è ispirato a una storia vera?

R- “Sì. ‘Lasciato Indietro‘ prende spunto da una storia vera. Una di quelle che fanno rumore anche nel silenzio. Perché quando scrivi la verità, non hai bisogno di effetti speciali: ti basta ascoltarla, rispettarla, portarla in pagina con il coraggio che merita.

Questo libro nasce per dare voce a chi, troppo spesso, resta invisibile. Parla di padri che vengono lasciati ai margini dopo una separazione, di uomini che crollano nel silenzio, e di un dramma che non ha ancora il riconoscimento che merita: ogni anno in Italia circa duecento padri si tolgono la vita dopo la fine di un matrimonio. Sono numeri più alti dei femminicidi. Ma non fanno notizia. Perché? Perché il dolore maschile fa paura, non si sa come gestirlo. E così lo si ignora.

In queste pagine denuncio la necessità di un cambiamento culturale e sociale. Chiedo l’introduzione dello psicologo di famiglia, gratuito, accessibile, come un medico di base. Perché chi cade ha diritto a qualcuno che lo aiuti a rialzarsi.

Ma attenzione: Lasciato Indietro non è un libro “contro” nessuno. Anzi, è un libro che parla di donne e alle donne. Le donne sono il centro emotivo del racconto. Ci sono madri forti e fragili, figlie che osservano in silenzio, mogli ed ex mogli che diventano specchi di dolore, complicità, o incomprensione. Sono loro il motore, la marea, il vento che soffia sulla storia.

E allo stesso tempo, Lasciato Indietro parla di quegli uomini che non sanno più come comunicare con queste donne. Che si perdono dietro il muro dell’incomprensione, della paura, dell’incapacità di dirsi fragili. È un libro che mostra senza giudicare, che accende una luce su quella distanza che spesso si crea tra chi ama e chi non riesce più a dirlo.

È un libro che ascolta, che accoglie, che prova a unire. Un ponte tra mondi che si sono parlati troppo poco e troppo tardi.

E forse è per questo che ha toccato il cuore di così tante lettrici. Al punto da essere selezionato per Casa Sanremo Writers 2025, ricevendo un sostegno mediatico importante. Perché alla fine, chi legge non cerca solo una storia. Cerca verità. E questo libro, la verità, non ha mai smesso di dirla.

Un uomo senza filtri che si racconta, e racconta senza paura, che tocca i temi della sanità del disagio che non si vergogna nel dire che anche l’uomo può essere vittima e che la notizia spesso viene distorta solo su una comunicazione di mero che porta a ripetere come una catena intrecciata di parole che si susseguono ma non analizzano la verità a 360°.

D-Che messaggio hai voluto trasmettere ai tuoi lettori?

R-“Un messaggio chiaro, forte, necessario: nessuno deve essere lasciato indietro. Lasciato Indietro non è solo denuncia, è anche luce, è fede nel possibile. È un libro che crede nella speranza, in quella forza invisibile che ci tiene in piedi quando tutto il resto crolla. E qui voglio raccontarti un aneddoto.

Durante la rilettura finale del libro, mentre contavo le ricorrenze di certe parole chiave, mi sono accorto di una cosa che mi ha colpito come un segno: la parola “speranza” compare esattamente 69 volte.

E sai cosa significa 69, in numerologia? Rinascita. Ciclo vitale. Trasformazione. Esattamente il cuore del messaggio. Ma c’è di più: il Giubileo 2025, evento spirituale e universale, ha proprio la speranza come tema centrale. E allora ho capito: non era casualità. Era destino. Era allineamento.

Per questo #ilmegliochedeveancoraavvenire è molto più di un auspicio: è la spina dorsale del libro. Il meglio arriva per chi ha avuto il coraggio di restare, anche quando avrebbe voluto mollare. Il meglio arriva per chi ha scelto la luce, anche dentro il buio. Il meglio arriva per chi ha continuato ad amare, anche senza essere amato.

Questo libro è per loro. È per te che leggi, per voi che vi siete sentiti ultimi. Non siete ultimi. Siete solo all’inizio di qualcosa che può cambiare tutto.

Adrenalina, arriva come un impeto forte e deciso come le mareggiate del mare avanza con la consapevolezza che lo scoglio si può superare. Dino non è più lasciato indietro, Dino avanza e con lui le sue parole. Parole per pochi, parole che solo quel pezzo di popolazione che non è superficiale e materialista può capire”.

D-Il tuo racconto è stato selezionato a Casa Sanremo Writers 2025, che emozioni hai provato?

R-“Essere selezionato per Casa Sanremo Writers 2025 e ricevere il Premio Speciale Casa Sanremo Library non è stato solo un onore. È stato un segno. Un segnale che il mio messaggio è arrivato a destinazione. Che ha attraversato la pagina, è uscito dal libro, ed è andato a bussare al cuore delle persone.

Non è un riconoscimento qualsiasi. È la conferma che ‘Lasciato Indietro‘ ha parlato, ha ferito, ha consolato. Che non è passato inosservato. E poi c’è quel dettaglio, quel piccolo miracolo che solo il destino sa orchestrare: proprio in questa edizione del Festival, Lucio Corsi ha portato sul palco una canzone in cui compare la frase ‘Lasciato Indietro‘. E io, da parte mia, ricevo una menzione speciale con lo stesso titolo. Coincidenze? Forse. Ma io credo nei segni. E questo era uno di quelli da ascoltare.

Quando ho saputo della selezione, ho provato tutto insieme: incredulità, gioia, gratitudine, ma soprattutto orgoglio. Non per me. Per la storia. Per le voci che ho raccolto, per le ferite che ho provato a raccontare.

Ma più di tutto ho sentito una responsabilità nuova. Perché adesso, più che mai, so che le parole contano.

Casa Sanremo non è solo un palco: è un amplificatore. E io ho scelto cosa amplificare:
la verità, la speranza, il coraggio di chi, pur lasciato indietro, non ha mai smesso di camminare.

Questo è l’anno della verità, di chi ha sofferto ingiustamente e non si è fatto scalfire dalla vita. Il caso non esiste e molti profeti, molte filosofie di vita, molte religioni sostengono che questo è l’anno di chi merita! La verità contrasta ogni forma di omertà, e non mi stupisce se in un anno così particolare, alle mie prime armi racconto di Dino e del coraggio che altri o altre non hanno di dire, di scrivere e di raccontare”.

D-Quali sono i tuoi progetti futuri?

R-“I progetti non sono sogni, sono promesse che faccio prima di tutto a me stesso. Il viaggio di ‘Lasciato Indietro‘ non finisce qui. Anzi, è solo l’inizio.

Continuerò con il programma #maipiùlasciatiindietro, che porto avanti ogni mercoledì alle 18 su Talk City Web Radio, con la sua pagina Facebook dedicata e lo show su Spotify. È uno spazio libero, umano, dove le storie taciute trovano finalmente voce. È la mia trincea e la mia missione.

Ma le parole chiedono strade nuove, e io gliele darò. Presto usciranno due nuovi libri:

“Il Regno Sommerso di Coralyn” (VJ Edizioni, Milano) – un’immersione in un mondo altro, poetico e profondo.

“Ombre e Luci di un Cammino” (Laura Capone Editore), già in concorso al XIII Premio Letterario Italiano – un libro che racconta non solo i passi, ma le cadute e le albe interiori.

E poi voglio spingere oltre il confine della pagina. Vorrei portare “Lasciato Indietro” sul palco di un teatro, fargli respirare il silenzio del pubblico e l’eco delle emozioni vere.
Vorrei realizzare un cortometraggio, perché alcune storie meritano di essere viste, non solo lette. E ovviamente, continuerò a viaggiare. Perché ogni luogo che incontro è un frammento di mondo da raccogliere, da vivere, da trasformare in racconto.

Il futuro non mi spaventa. Il futuro ci chiama. E noi ci arriveremo con la penna in mano e la voce accesa”.

D-Hai scelto come meta estiva il Salento. Cosa ti aspetti da questa esperienza?

R-“Il Salento non è una semplice meta. È un richiamo. Una terra che non si attraversa: ti entra dentro. Ti accoglie senza chiedere, ti sfama di luce, ti disseta con mare e silenzi.

Ma per me non è una scoperta improvvisa. Avendo servito in Marina, sono stato spesso di stanza tra Brindisi e Taranto. E lì, in quelle giornate cariche di vento e sale, ho respirato per la prima volta l’aria salentina. Un’aria densa, antica, che sa di pietra bianca, di ulivi secolari e di malinconia dolce. Già allora, senza saperlo, questo luogo aveva piantato in me un seme.

Oggi torno da scrittore, da uomo che ha qualcosa da raccontare e molto da ascoltare. Entrare nel progetto con Casa Vacanze Sara è un modo per vivere il Salento non da ospite, ma da protagonista discreto. Perché questo è ciò che offre il turismo esperienziale e culturale: la possibilità di appartenere, anche solo per un’estate, a qualcosa di vero.

Mi aspetto emozioni, volti, storie. E forse, come spesso succede, tra una passeggiata al tramonto e un dialogo rubato in un bar di paese, nascerà una nuova storia da scrivere. Una storia che profumerà di mirto, di mare e di memoria. Una storia salentina. Una storia viva.

Oggi sono un uomo che ha camminato nel buio e ha scelto di raccontarlo con la luce. Sono una voce che non scrive per compiacere, ma per svegliare. Sono quello che ascolta chi è rimasto indietro e lo trasforma in parola. Sono ancora, sebbene alla fine della sua carriera, un militare con il cuore da poeta, un analista diventato narratore. Sono figlio di Catania, cresciuto tra Verga e Bellini, ma con l’anima in viaggio.

E soprattutto, oggi sono un uomo che ama alla luce del sole. Con Alice, la mia compagna, una donna meravigliosa che ha raccolto i pezzi del mio cuore e li ha rimessi insieme senza chiedere niente in cambio. Il nostro è un amore ritrovato, nato dalle ceneri di due storie stropicciate, e proprio per questo più vero, più forte, più nostro.

C’è chi osserva, chi chiacchiera, chi ci bracca nel nome di un passato che non ci appartiene più. A loro rispondiamo così: vivendo, amandoci, e brindando alla loro salute.

Perché io non sono quello che è partito. Sono quello che è tornato. Con le ferite aperte. Le parole accese. E l’amore vivo.

Dopo la pioggia esce il sole, dopo la tempesta esce l’arcobaleno, alla fine del tunnel c’è sempre la luce, dopo il disamore c’è Alice. Non esiste percorso d’amore più bello di una persona in rinascita che sa dare e sa ricevere, chi oggi è avanti anni luce e indietro lascia solo i ricordi ma senza mai voltarsi, ma rivolge il suo sguardo al futuro!”.

Category: Costume e società, Cultura, Libri

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