LA PRESIDENTE DELL’ANPI, LA COMUNISTA DE TOMMASI, VORREBBE PRENDERE A SBERLE GLI STUDENTI DISSENZIENTI. MENTRE LA DESTRA STA A GUARDARE.

| 9 Aprile 2025 | 0 Comments

mv_______Ancora una volta L’ANPI Associazione Nazionale Partigiani Italiani, mostra il suo volto fazioso, intollerante. L’ultimo episodio che sta facendo scalpore e quello che è avvenuto nel comune di Luino due giorni fa.
La Presidente dell’Anpi Provinciale Ester Maria De Tomasi, durante un incontro promosso nell’ambito delle celebrazioni per 80° anniversario della Resistenza, a Palazzo Verbania a Luino, rivolto ad uno studente, gli ha detto testualmente “Ti prenderei a sberle”. L’incapacità da parte di questi dirigenti dell’Anpi di confrontarsi, non dico con degli storici seri, ma neppure con dei ragazzini, la dice lunga su un’organizzazione che da decenni viene lautamente finanziate dalle istituzioni. Oramai l’intolleranza dei cosiddetti democratici nei confronti di chi osa dissentire non ha limiti, sia che si tratti di esponenti di destra, giornalisti non allineati.  Romano Prodi tira i capelli dell’inviata di Mediaset, solo perchè gli chiede cosa ne pensa del Manifesto di Ventotene, Fausto Bertinotti che vorrebbe colpire con un oggetto la Presidente del Consiglio, ora le minacce della presidente dell’Anpi di Varese ad uno studente.
Ma analizziamo quali sono state le parole che il ragazzo ha pronunciato e che hanno scatenato la violenta reazione della dirigente dell’Anpi. Lo studente ha sostenuto che l’associazione rappresenta una sola parte politica ed ha affermato che: ” Nella storia sono esistite più Resistenze, tra le quali quella comunista che mirava a sostituire una dittatura con un’altra dittatura”. La presidente De Tomasi è intervenuta, inizialmente rispondendo nel merito, ma alla fine ha chiuso il suo intervento con questa frase: “Ti prenderei a sberle”
Ora che l’Anpi sia un’associazione politica, tanto è vero che interviene costantemente su tutti i temi di attualità, che nulla hanno a che fare con i Partigiani, con la Resistenza o con la storia, è un dato assodato. Tanto per capirci l’Anpi è quell’associazione che poche settimane fa nella nostra città ha organizzato un presidio, affinché fosse impedita la commemorazione dei ragazzi assassinati dai comunisti il 7 gennaio del 1978, passata alla storia come la strage di Acca Larentia. Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, assassinati davanti alla sede del Movimento Sociale Italiani, in via Acca Larenzia, nel quartiere Tuscolano. Un altro giovane, Stefano Recchioni, verrà anch’esso assassinato poche ore dopo, solo perchè si era recato su luogo del misfatto per protestare contro uno Stato che lasciava che i comunisti, potessero impunemente uccidere a piacimento, potendo godere dell’impunità che veniva loro garantita. Il tutto naturalmente giustificato con la solita retorica antifascista.
Quello che lascia perplessi e che la destra al governo, dalla Lega a Forza Italia, ma sopratutto da Fratelli d’Italia, non si rendano conto di cosa l’ANPI e chiedano al Presidente nazionale di allontanare la Presidente dell’Anpi di Varese per i suoi comportamenti antidemocratici. Ma state bene? Ma dove vivete? Non sapete cosa sia l’Anpi, la sua storia e sopratutto quello che combina giornalmente con comunicati e manifestazioni contro il governo? Site scemi o cosa?
Per quanto riguarda l’Anpi, c’è un all’articolo:” Più comunisti che partigiani. Per una storia dell’Anpi ” che vi consigliamo di leggere.

Noi ne pubblichiamo uno stralcio a dimostrazione che quel ragazzo minacciato dalla dirigente comunista due giorni fa, aveva ragione da vendere. I comunisti erano al servizio di un potenza nemica l’Unione Sovietica guidata da un macellaio di popoli che rispondeva al nome di Giuseppe Stalin.

Ecco cosa scrive nella prima parte del suo articolo P. Romeo di Colleredo-Mels:

“Da Togliatti a Longo, Secchia, Barontini, Vidali, i leader comunisti erano tutti legati al GRU (il servizio di informazioni militare sovietico) ed alle purghe contro anarchici e trotzkijsti nella Spagna del 1937. Su quest’argomento abbiamo scritto altrove: ma è importante sottolineare il legame di totale subordinazione del Pci e della sua classe dirigente al Pcus ed al governo sovietico prima, durante e soprattutto dopo il conflitto mondiale. Ciò riguardava tutto l’associazionismo di Botteghe Oscure, dall’Unione Donne Italiane, al Fronte della Gioventù (poi Federazione Giovanile Comunista, niente a che vedere con l’omonimo e più tardo FdG missino) ma soprattutto l’ANPI, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia, nella quale era confluita la massima parte dei partigiani comunisti, ovvero quelli che durante la guerra civile erano stati i più combattivi ed efficienti tra i guerriglieri sul fronte italiano, e che spesso non avevano deposto le armi, convinti della necessità di continuare il processo rivoluzionario (si pensi alla milanese Volante rossa) oltre ad elementi politicamente esaltati e estremisti, pronti a costituire una quinta colonna in appoggio ai sovietici in caso di guerra e di invasione dell’Italia. Il 9 aprile 1948 a Reggio Emilia, il capo partigiano Didimo Ferrari, nome di battaglia “Eros”, leader locale dell’Anpi annota nel suo diario, a proposito delle imminenti elezioni (18 aprile 1948) che vedranno la sconfitta del Fronte popolare togliattiano:
“La campagna elettorale si è infuocata parecchio (…) in questi ultimi giorni è stato istituito un comitato politico – militare che ha il compito di prevenire la reazione degli avversari e dirigere un’eventuale azione insurrezionale. Questo comitato del quale faccio parte, lavora ora intensamente e in tutte le direzioni perché possa essere all’altezza del suo delicato compito”.

Category: Costume e società

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