ANCHE OGGI ARRIVANO ALTRE CRITICHE AL COMUNE PER LA DECISIONE DI AUMENTARE I PARCHEGGI A PAGAMENTO
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. La Cgil di Lecce ci manda il seguente comunicato (nella foto Daniela Campobasso, segretaria territoriale Filcams) __________
Lecce, 8 aprile 2025 – “Più attenzione alle lavoratrici ed ai lavoratori che vivono la città”. I segretari generali territoriali di Fillea Cgil (sindacato che tutela i lavoratori edili) e Filcams Cgil (sigla che tutela i lavoratori del commercio, dei servizi e del turismo), Luca Toma e Daniela Campobasso, intervengono nel dibattito alimentato dal nuovo Piano unico della mobilità sostenibile del Comune di Lecce. Il Pums prevede la realizzazione di 6.700 posti auto a pagamento, l’incremento di molte tariffe e l’estensione delle aree in cui il parcheggio è a pagamento anche dove oggi la sosta è gratuita.
“Nel ridisegnare la città attraverso l’uso degli strumenti urbanistici vigenti sono tanti gli interessi, spesso confliggenti, da tenere in considerazione ed ancora di più gli equilibri da ricercare. Su tutti, gli interessi dei residenti che vanno sempre più in conflitto con le altre categorie che “usano” gli spazi urbani: turisti, studenti, pendolari, avventori di esercizi commerciali o luoghi di svago, utenti di uffici pubblici o privati”, dicono i due sindacalisti. “Chi sembra restare sempre fuori dai ragionamenti e dalle traiettorie di sviluppo sono le lavoratrici ed i lavoratori che utilizzano la città (ed i suoi parcheggi) per esigenze legate al proprio impiego, provenendo da altri paesi o semplicemente spostandosi da quartieri periferici verso il centro. La discussione di questi giorni sul progetto del Piano unico della mobilità sostenibile (Pums), che prevedrebbe l’estensione delle zone di parcheggio a pagamento in aree oggi a sosta gratuita, ne è un esempio”.
Aree oggi utilizzate spesso dai tanti lavoratori e dalle tante lavoratrici impiegati negli studi professionali della città, dalle commesse dei negozi commerciali, dalle dipendenti dei supermercati, da chi lavora nelle scuole, negli uffici, nei bar e ristoranti sparsi prevalentemente nel centro, dai lavoratori edili che raggiungono i vari cantieri. “L’obiettivo di disincentivare la ‘lunga sosta’, lodevole se inserito in un disegno organico di rendere Lecce una città più sostenibile ed inclusiva, con un traffico disciplinato, con lavori pubblici ben pianificati, dove non si demonizzano i mezzi di spostamento alternativi, non può non tenere conto di una popolazione di lavoratrici e lavoratori già di per sé falcidiati dai salari bassi e dall’alto costo della vita, per cui l’introduzione di nuovi costi per la mobilità rappresenterebbe un ulteriore, insostenibile, balzello”, spiegano Toma e Campobasso. “Semmai, sarebbe auspicabile prevedere agevolazioni per chi in città (o in centro) ci viene per procurarsi il salario necessario a vivere. Tutto questo in attesa della effettiva realizzazione dei parcheggi di interscambio, del potenziamento dei relativi bus navetta, magari anche di forme di gestione della cosa pubblica partecipate e capaci di dare risposte alle esigenze di tutti e non ai bisogni di pochi”.
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LA RICERCA nei nostri articoli di ieri
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L’Associazione comunista CGIL da tempo ormai non difende più gli interessi degli operai ma è sempre in prima fila nell’attacco al governo o alle amministrazioni guidate dalle destra. Per cui non è credibile quanto dice, dato che quando al governo della città c’era il loro amico, il compagno Salvemini, alle categorie di lavoratori che gli hanno fatto rilevare come il comune applicasse delle tasse ingiustificate, gli ha riso in faccia.