IL LECCE NON VINCE UNA PARTITA FONDAMENTALE, UN PAREGGIO POCO DOLCE E ANZI ASSAI AMARO
(Rdl) __________ Malgrado i due allenatori abbiano sostenuto che a otto giornate dal termine non si tratti di una partita decisiva, all’ora di pranzo, anzi, con l’ora legale, più che altro di colazione, di una domenica primaverile soleggiata e ventosa, al Via del Mare Lecce e Venezia si giocano una delle ultime possibilità di dare una svolta al loro percorso verso la salvezza.
Agli ordini del signor Marco Piccinini di Forlì, in campo vanno, per le scelte fatte da Marco Giampaolo ed Eusebio Di Francesco:
Falcone – Guilbert, Gaspar, Baschirotto, Gallo – Coulibaly, Ramadani – Pierotti, Helgason, Morente – Krstović.
Radu – Marcandalli, Idzes, Candé – Zerbin, Perez, Nicolussi Caviglia, Busio, Carboni – Yeboah, Gytkjaer.
Saluti e baci dagli spalti.
Dopo pochi secondi subito un primo tiro verso la porta da Ramadani, che però spara malamente fuori, da buona posizione e sprattutto con la possibilità di aggiustarsi meglio il pallone.
I primi dieci minuti vedono i padroni di casa intraprendenti, all’offensiva, sospinti da un tifo potente; gli ospiti sulla difensiva, quasi impauriti, anche se poi un po’ alla volta riescono a prendere le contromisure, anche perché la pressione giallorossa cala di tono.
Al quarto d’ora, dalla distanza, su azione personale Morente, Radu para in due tempi.
A seguire il primo tiro verso la porta degli ospiti su azione di calcio d’angolo, di Yeboah, da dimenticare.
Sempre in avanti il Lecce, che però colleziona solo corner senza esito.
Al 26′ azione corale del Venezia, conclusa da Perez con un colpo di testa debole, parato da Falcone senza difficoltà.
Al 28′ una manovra insistita del Lecce, conclusa malamente da Ramadani, di nuovo fuori.
Al 31′ Krstovic, che si dà sempre un gran da fare là davanti, conclude fuori di testa da posizione prssoché impossibile.
Ospiti però in questa fase più disinvolti e pure pericolosi, per quanto non concreti, ma quanto basta per far allarmare Giampaolo, che richiama i suoi.
Il primo tempo declina verso l’intervallo in maniera confusa: Carboni si becca il primo cartellino giallo della partita, Yeboah conclude fuori un’azione pericolosa, Morente sbaglia ancora il tiro finale e insomma, ammesso e non concesso che nel calcio ci sia una logica, i due peggiori attacchi della serie A concludono a reti bianche la prima parte della partita.
Al rientro, mister Di Francesco leva Carboni e mette Haps. Nei primi minuti del secondo tempo il Venezia diventa aggressivo e pericoloso e i risultati si vedono. Passa in vantaggio. Autogol di Gallo. Un altro. Punizione calciata ottimamente da Zerbin, Gallo anticipa Gytkjaer ma con il suo tocco goffo trae in inganno Falcone. 50′. 0 – 1.
Padroni di casa tramortiti, ospiti padroni del campo. Giampaolo corre ai ripari e fa tre cambi in simultanea: schiera N’Dri, Berisha e Pierret, al posto di Ramadani, Coulibaly e Pierotti.
I Giallorossi provano a reagire, ma al di là di un accenno di pressione, non ottengono esiti.
Ammoniti Mercandalli e Munoz, da una parte e Guibert, dall’altro, in rapida successione. Il meteo cambia e peggiora al Via del Mare, e non solo in senso atmosferico, maledetta primavera.
Poi, IL PAREGGIO DEL LECCE! BASCHIROTTO! 20′. 1 – 1.
Torna a segnare Baschirotto di testa, in una delle sue sortite offensive che negli anni scorsi erano state spesso felici, l’azione è di calcio d’angolo, la deviazione vincente sull’angolino basso.
Di Francesco cambia l’attacco: fuori Gytkjaer e Yeboah, dentro Fila e Oristanio, poi Mercandalli per Ellertsson Giampaolo prova Veiga al posto di Guilbert.
Al minuto 71 il Venezia si divora l’opportunità del nuovo vantaggio, su disimpegno horror della difesa giallorosso, Fila tutto solo davanti la porta tenta di superare il portiere con un tunnel, ottimo Falcone a restare in piedi e a opporsi in qualche modo.
Al minuto 78 Perez conclude forte, ma centrale, Falcone blocca in sicurezza.
Al minuto 79 assist di Krstovic per N’Dri, che conclude di precisione, ma prende il palo.
Entra Doumbia al posto di Perez.
Baschirotto di testa conclude bene, Radu si oppone ottimamente, la successiva ripartenza avversaria perilosa viene conclusa con un tiro fuori.
Cinque minuti più recupero al termine.
Gallo, oggi pessimo, spreca in avanti.
Quattro minuti di recupero.
Venezia in avanti, ma non sfrutta un calcio d’angolo, in contropiede Krstovic manda fuori l’ultima occasione.
In casi come questo di solito si dice che è un pareggio che non serve a nessuno. Però il Venezia così non molla, e il Lecce interrompe la striscia di cinque sconfitte di fila, anche se fallisce quella che doveva essere la partita del riscatto e della svolta.
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