LA RIFLESSIONE / NON VA BENE IL RICATTO LAVORO – SPECULAZIONE DEI PRIVATI

| 29 Marzo 2025 | 0 Comments

di Crocifisso Aloisi __________

La notizia della rinuncia da parte di Porsche al progetto di investimenti programmati alla famosa pista di Nardò ha fatto esplodere, ancora una volta, l’infinita diatriba tra oppositori e sostenitori di questo tipo di operazioni politico/economiche con annesso intervento pubblico relativamente alle concessioni.

Ed ogni volta mi fanno sorridere, in particolare, i commenti di coloro che nel ruolo di amministratori o ex amministratori pubblici, plaudono a queste iniziative a prescindere, senza se e senza ma, senza preoccuparsi delle conseguenze in termini di stravolgimenti territoriali, danno ambientale e sociale che simili operazioni comportano, senza minimamente preoccuparsi del fatto che un territorio debole, sia economicamente che socialmente, diventa sempre più preda di ogni tipo di speculazione. Infatti in questi territori risulta più facile, ovviamente al netto delle reazioni dell’altra parte del territorio, ovvero degli oppositori, dicevo risulta sempre più facile imporre il ricatto lavoro/speculazione privata perché tanta è la fame di lavoro che attanaglia questi territori.

Ed è allora che, in questo contesto, molti amministratori, o ex amministratori pubblici, per incapacità attuali o incapacità passate, per paura o inerzia, preferiscono affidarsi al benefattore privato che compensa il disagio provocato al territorio con servizi e posti di lavoro. È molto semplice, ma istituzionalmente scorretto, delegare al privato e lavarsi la coscienza della propria insipienza gestionale. 

Chi amministra dovrebbe, ogni volta che si renda necessario, sbattere i pugni su altri tavoli istituzionali e chiedere il rispetto di quanto previsto in Costituzione in termini di servizi pubblici e lavoro piuttosto che delegare al privato un principio di sussidiarietà spesso artefatto o frutto di proprie incapacità o peggio conseguenza di corruzione.

È vero che la situazione economica e sociale è molto molto difficile e non potrà certamente essere un Sindaco o un Assessore a risolvere o ad incidere favorevolmente rispetto a tali problematiche, spesso strutturali e quasi sempre ereditate dal passato o da altre cattive esperienze amministrative. Tra l’altro Sindaci ed Assessori si trovano quotidianamente ad affrontare cittadini sempre più arrabbiati proprio a causa di servizi inesistenti, o per altre difficoltà nel gestire la propria vita e quella della propria famiglia, e quindi si cerca di dare risposte immediate e concrete a tali disperazioni.

Però è pur vero che Sindaci ed altri amministratori possono coordinarsi per fare rete e portare avanti azioni comuni che potrebbero essere determinanti per far valere le ragioni costituzionali dei territori amministrati ed evitare, nel contempo, inutili cattedrali nel deserto testimoni di cattiva amministrazione e di insipienza gestionale.

Category: Costume e società, Cronaca, Politica

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