PRODI TIRA I CAPELLI ALLA GIORNALISTA, PRIMA NEGA, DOPO IL NUOVO VIDEO CHE LO INCHIODA, NON SI SCUSA E LA SINISTRA LO DIFENDE.
Valerio Melcore________
Michele Serra, redattore del quotidiano Repubblica, giornale della famiglia Agnelli, organizza una manifestazione sull’Europa. Lo scopo è quello attaccare il governo e dare una mano al PD. Si è poi scoperto che il Sindaco del PD di Roma Gualtieri, ha speso 350 mila euro, per finanziare questa manifestazione di propaganda politica. Resta un mistero di quale Europa parlassero in quella piazza, ci sono quelli che vogliono un’Europa armata, chi invece vuole che non si spenda un euro per gli armamenti, quelli che predicano la pace, quelli che vogliono un esercito unico, altri un esercito per ogni paese membro delle Ue, altri ancora nessuno esercito.
I comunisti che per decenni hanno avuto come punto di riferimento l’Unione Sovietica, mentre i democristiani alla Prodi che erano al servizio degli Stati Uniti, fanno fatica ad avere una visione unica di Europa, per cui non trovano di meglio che manifestare contro la destra, la quale tra le altre cose, era l’unica che sognava un’ Europa unita, quando gli altri tifavano per il paradiso sovietico o per la democrazia statunitense.
Resta il fatto che il 15 marzo durante la manifestazione a Roma, insieme al giornale della famiglia Agnelli è stato distribuito una copia del Manifesto di Ventotene.
La leader Giorgia Meloni alla Camera legge alcuni passaggi del Manifesto e così gli italiani scoprono, che il Testo Sacro dell’Antifascismo contiene al suo interno pillole di comunismo di stampo stalinista: la proprietà privata va abolita e il governo dell’Europa dev’essere nelle mani di un’oligarchia, il POPOLO NON DEVE VOTARE.
Uno strano modo di intendere la democrazia, comunque dai banchi dell’opposizione si levano urla e insulti.
La Premier non demorde e qualche giorno dopo a margine del Consiglio Europeo durante una conferenza stampa dice che si è limitata a leggere dei passaggi contenuti del Manifesto Ventotene e che non ha offeso nessuno.
Queste le parole di Meloni: “ Io ritengo che l’essenza di alcuni passaggi che ho letto in quel manifesto, e cioè che il popolo … va educato e non ascoltato, sia purtroppo abbastanza strutturata nella sinistra anche di oggi” e aggiunge come anche Repubblica e il suo fondatore avessero una visione antidemocratica dell’Europa. “Io ricordo – dice Giorgia Meloni – degli straordinari editoriali di Eugenio Scalfari dove ci spiegava che l’unica forma di democrazia è l’oligarchia, è un concetto che io non condivido e quindi chiedo alla sinistra, nel momento in cui distribuisce oggi quel testo, qual è il messaggio che vuole dare?”
A proposito della sinistra, dichiara: “Sono sconvolta dalla sua reazione, con parlamentari della Repubblica che sono arrivati sotto i banchi del governo in aula con insulti e ingiurie. La sinistra ha avuto una reazione scomposta. Io rivendico di non essere d’accordo con quel testo. L’ho letto, non ho insultato nessuno: è la sinistra che ha difficoltà a confrontarsi con le idee degli altri”. Sono convinta delle mie idee, le rivendico e penso che questa sia la base della democrazia e quindi il problema credo che ce l’abbiano altri. Io…non ho insultato nessuno, quella insultata sono stata io.”, conclude la premier.
Passa qualche giorno e l’ex-Premier della sinistra Romano Prodi che da qualche tempo è tornato in pista dato che il PD spera possa essere il nuovo federatore delle opposizioni, tiene una conferenza stampa.
Lavinia Orefici una giornalista di Mediaset, legge una frase e chiede a Prodi cosa ne pensi, una domanda semplice a cui sarebbe stato facile rispondere e invece, ecco come risponde Professore: ” Ma che cavolo mi chiede? Io non ho mai detto una roba del genere in vita mia?” agitando la mano sinistra davanti al viso della giornalista, che intimidita da tale scomposta reazione, spiega al Professore che quello appena letto è un passaggio del Manifesto di Ventotene. Prodi si rende conto della minchiata che ha detto, e piccato e con voce indisponente risponde cercando di ridicolizzare la giovane giornalista, risponde: “Lo so benissimo non sono mica un bambino, ma era nel ’41,era gente messa in prigione dai fascisti…” mentre pronuncia questa frase insensata, le tira una ciocca di capelli.
Una frase insensata, perché dopo averci spiegato che il Fascismo è stata una mostruosità in quanto nel 1925 aveva instaurato la dittatura in Italia, non si comprende perché coloro che nel 1941, auspicavano una dittatura per l’intera Europa, dovrebbero essere santificati.
Quindi, o il Manifesto di Ventotene è liberticida, che conculca le libertà fondamentali e quindi lo si colloca nel suo tempo e lo si consegna alla storia come è stato fatto con il Fascismo, oppure lo si ritiene attuale, come fa la sinistra, ed allora è bene che questa faccia qualche passo avanti sulla strada della democrazia, invece di salire in cattedra e ad ogni piè sospinto, alzare il ditino e dare lezioni di libertà e democrazia al prossimo.
Tornando a Prodi, che sosteneva che alla giornalista aveva solamente posato un mano sulla spalla ma non gli aveva tirato i capelli, una volta smascherato dal filmato ci si aspettava che quantomeno chiedesse scusa, e insieme a lui tutti quelli che nel PD gli hanno dato ragione. E invece no.
Ve lo immagine se un ex Premier della destra avesse tirato i capelli ad una giornalista cosa sarebbe successo? Si sarebbero sprecati epiteti come: maschilista, fascista, sessista, misogino, razzista, omofobo, violento, antidemocratico, frutto del patriarcato e via discorrendo. Manifestazioni di piazza, trasmissioni televisive in cui si sarebbe gridato al mostro, documenti di condanna si sarebbero sprecati. Oggi invece nelle trasmissioni televisive vengono invitati gli uomini e sopratutto le donne del PD, che difendono l’operato di Prodi che tira i capelli alla giornalista, con giustificazioni del tipo, “poverino, non si può pretendere che Prodi abbia la pazienza di Giobbe”, per cui si ammette che Prodi ha perso le staffe, mentre altri dichiarano che l’ex Premier: “ha fatto come fa un nonno alla nipotina”.
Speriamo che la prossima volta che un giornalista si permette di fare a Prodi una domanda non concordata, non gli dia un pugno in faccia per poi dire, che si trattava solo di un buffetto al nipotino.
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