“Il ballo dell’orso”, ROMANZO DI ANNA MARIA BENONE SULLA VIOLENZA DI GENERE, A LECCE SABATO 22

| 18 Marzo 2025 | 0 Comments

di Raffaele Polo __________

Un nuovo appuntamento con  “Le vittime del silenzio” la campagna di sensibilizzazione contro la violenza di genere ideata e promossa dalla casa editrice ‘Il Raggio Verde’ e la rivista Arte e Luoghi.

Sabato 22 marzo 2025 nell’Auditorium del Museo Sigismondo Castromediano di Lecce viene presentato in anteprima  “Il ballo dell’orso” di Anna Maria Benone.

Edito da Robin (100 pagg. 14 euro), il romanzo affronta un tema complesso e delicato: la violenza di genere, raccontata da un differente punto di vista.

La presentazione del libro, patrocinata dalla Provincia di Lecce – Salento d’amare, vede l’intervento della consigliera provinciale Assessore alle Pari Opportunità dott.ssa Loredana Tundo.

Dialoga con l’autrice Anna Maria Benone la giornalista Antonietta Fulvio che firma la prefazione del romanzo.

Ma quale è la ragione dello strano titolo? L’autrice viaggia nella coscienza dell’essere umano capace di amare o amarsi anche in modo sbagliato, ripetendo schemi e gesti come passi di danza: il ballo dell’orso.

Questo romanzo non lascia niente per scontato, rompe gli schemi narrativi e gli stereotipi sociali, ribaltando le situazioni dell’intreccio e le aspettative di chi legge, mettendo in luce vicende che spesso restano in ombra. 

Inconfondibile è lo stile dell’autrice apparentemente semplice, meticoloso nelle scelte lessicali, evocativo, assolutamente incisivo, intenso e tagliente, dove la parola si spoglia di ogni apparenza per raggiungere l’anima del lettore. 

Un romanzo che, attraverso i personaggi di Lara e Francesco, osa e fa riflettere capovolgendo il punto di vista di chi legge, accendendo i riflettori sulla violenza di genere poiché ogni forma di violenza è sbagliata, anche quella che spesso non viene letta ma si nasconde nei dettagli della vita quotidiana.

La violenza non ha genere ed è sempre sbagliata scrive Anna Maria Benone: un pensiero condivisibile come l’esigenza di parlarne, sempre, perché il silenzio rende complici e anche la scrittura può venire in soccorso per arginare – ma il desiderio è sconfiggere – la violenza in tutte le sue forme che devastano corpo e spirito di chi la subisce.

La narrazione indaga un verosimile episodio di cronaca cui siamo quasi tristemente e drammaticamente abituati a vivere da spettatori inermi, ma ognuno può e deve fare la propria parte.

Siamo in piena emergenza, e bisogna acquisire consapevolezza che «nella violenza non esiste un genere, ma il genere carnefice-vittima che non ha sesso né età». E c’è bisogno di rifondare la società, abbattendo i vecchi cliché e stabilendo una vera parità di genere, educando i bambini e le bambine al rispetto dell’altro e delle sue differenze.

Category: Costume e società

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