IL LECCE ALLA QUARTA SCONFITTA DI FILA PERDE UN’ALTRA PARTITA CHE NON AVREBBE DOVUTO PERDERE

| 14 Marzo 2025 | 0 Comments

(Rdl) _________ A dieci giornate compresa questa dal termine del campionato, Genoa tranquillo in classifica a 32 punti per raggiungere quanto prima possibile la quota salvezza, Lecce a 25 in piena bagarre per non retrocedere per poter tornare a sorridere dopo due pareggi e tre sconfitte di fila nelle ultime partite.

Al Luigi Ferraris è una serata fresca e piovosa, sugli spalti tutto esaurito, con oltre 30.000 spettatori, di cui più di un migliaio nel settore ospiti.

Sciolti gli ultimi dubbi i due allenatori hanno così deciso le formazioni da mandare in campo, agli ordini del signor Fabio Maresca di Napoli:

PATRICK VIEIRA: Leali; Sabelli, De Winter, Vasquez, Martin; Masini, Frendrup; Zanoli, Malinovskyi, Miretti; Pinamonti. 

MARCO GIAMPAOLO: Falcone; Guilbert, Baschirotto, Jean, Gallo; Coulibaly, Berisha, Helgason; Pierotti, Krstovic, Morente. 

Primo tiro della partita al minuto 4 di Berisha dalla distanza, fuori.

Poi si gioca per alcuni minuti sotto il fumo dei buttati dai tifosi di casa per protesta contro il sistema – calcio contemporaneo.

Al quarto d’ora la partita si sblocca per il gol del Genoa, un’invenzione di Malinovskyi che fa arrivare in area un pallone invitante a Miretti, il quale in acrobazia lo mette al volo sotto la traversa. 16′. 1 – 0.

La reazione degli ospiti sostanzialmente non c’è: ci provano, ma non trovano spazi in avanti. Un tiro di Morente dal limite su una respinta della difesa avversaria finisce fuori.

Al 39′ Helgason tira su calcio di punizione dal limite, ma colpisce direttamente la barriera con Pinamonti che resta a terra per la botta subita.

La partita è bruttina: frammentata, fallosa, nervosa.

Poi allo scadere del secondo minuto di recupero parziale il Genoa segna ancora. Di nuovo Miretti, che, su servizio di Malinovskyi, spalle alla porta, si gira sul mancino e batte Falcone. 2 – 0.

Punizione pesante, per un Lecce che comunque si è dimostrato confusionario, impacciato, impalpabile, ininfluente.

Al rientro delle squadre in campo, Giampaolo fa due cambi, per cercare di invertire la brutta piega presa dalla partita per i suoi: leva Morente e Pierotti, mette Karlsson e Ndri.

La gara però riprende così come si era interrotta, con la volontà e la consistenza dei padroni di casa che hanno fatto la differenza.

Due cambi per il Genoa, altri due per gli ospiti con Kaba e Veiga, al posto di Guilbert e Coulibaly.

Poi un calcio di rigore per il Lecce, decretato dal signor Maresca, dopo consulto al Var e revisione pesonale al monitor, per tocco col braccio in area di Maturro su tiro di Veiga.

Sul dischetto, Krstovic, che spiazza il portiere. Poi esulta provocatoriamente sotto la curva dei tifosi di casa e si becca un cartellino giallo. KRSTOVIC in doppia cifra. 68′. 2 – 1.

Ultimo quarto d’ora.

Nuovo lancio di fumogeni dalla gradinata rossoblù.

Ora il Lecce spinge in avanti in maniera insistita.

Dieci al termine.

Ultimi cambi, dentro pure Banda.

Leali para sul primo palo una conclusione di Karlsson.

Niente altro, fino allo scadere del tempo regolamentare.

Cinque minuti di recupero finale.

Niente di niente.

Il Lecce visto nell’ultima mezz’ora avrebbe pure meritato il pareggio, ma nel complesso ha fatto troppo poco. Arriva così la quarta sconfitta di fila, un’altra partita persa che non avrebbe dovuto perdere. Ora ci sarà la sosta, per leccarsi le ferite.

Category: Sport

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