MODA – MODE / DANIELA GARNERO SANTANCHE’, LA POLITICA DA SALOTTO
di Elena Vada ___________
Gentile Onorevole Daniela Guarnero Santanchè, la difendo sempre per campanilismo, in quanto sua conterranea, (mio padre era della provincia di Cuneo), ma, ultimamente, mi ha deluso, perché il suo recente intervento alla Camera è stato, a mio avviso, forzato, sopra le righe, inappropriato e fuori luogo.
Lei ha un suo stile personale, nell’ abbigliarsi, nel presentarsi e porgersi ai colleghi deputati e ai suoi elettori, che sono quelli di ‘Fratelli d’Italia’, il suo partito.
Ma le occorre, forse, maggiore contegno, per rispetto a tutto il contesto che la circonda. Formalismi forse antiquati, ma ancora validi.
Alla Camera, difronte ai colleghi di destra e opposizione, era elegantemente vestita griffata, come sempre, ma eccessiva.
La borsetta (non cito la famosa firma), in bella vista.
Il suo discorso non era assolutamente sbagliato nella sostanza (sono d’accordo con lei), ma forse non opportuno, anche se capisco che dev’essere orribile stare costantemente, sotto i riflettori, attaccata per vicende giudiziali, professionali, personali e mo’ … ‘pure per le borsette’?!.
Onorevole, anzi mi permetto di chiamarla Daniela, non si dimetta.
Noi, langaroli siamo speciali, facciamo tajarin, agnolotti sublimi, un vino Barolo da Re, tutto con carattere, costanza, tenacia e, forse, un po’ troppa prosopopea, che ci caratterizza.
Piuttosto, ci illustri le iniziative che sta portando avanti nel turismo (sono tante, lo so) anche in vista delle prossime Olimpiadi invernali.
Torni in parlamento in jeans, blazer e sneakers, sarebbe elegante, chic, comunque, e, come ‘ricco’ tocco di classe, si porti dietro due tartufi delle nostre parti, da grattugiare sulle teste bislacche dei colleghi. (Sprecati? Forse sì).
Riporto le sue parole, più significative e importanti:
“Scuse tardive? Ma c’è chi non si scusa mai, e io invece lo faccio qua, solennemente. Non sono scuse opportunistiche, ma una presa di coscienza. Mi criticherete?
‘Mi importa solo di guardarmi allo specchio e riconoscermi’…
per l’amore che ho per il mio partito, dove certo non vorrò mai diventare un problema, ma essere una risorsa”.
La ministra, terminato l’intervento, è poi uscita dall’Aula per parlare con i colleghi, lasciando ‘l’opera’ incompiuta.
Dottoressa Santanchè smorzi i toni quando si abbiglia per intervenire alla Camera, per non sembrare la contadina che mette “la vesta dla duminica” (il vestito della domenica) quando va a messa. Stia tranquilla, non compromette la sua personalità, ne ha fin troppa, né mina la sua identità.
Ricordi, non sempre ‘il costoso fa eleganza’, anzi, spesso fa ‘Carnevale’.
Category: Costume e società, Politica