UCRAINA: QUESTO A TE QUESTO A ME E A SANTA LUCIA ORA PRO NOBIS. La Vignetta di Valerio Melcore

| 27 Febbraio 2025 | 0 Comments

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di Valerio Melcore_______Un tempo a Lecce, oltre alla festa dei santi patroni, Oronzo, Giusto e Fortunato, vi erano altri santi che venivano festeggiati, tra questi Santa Lucia.
Alla Santa degli occhi, oltre ad una parrocchia, una chiesetta semi ipogea, nel Salento vengono ancora oggi dedicate feste, fiere e “focare”. A Lecce la Fiera di Santa Lucia quest’anno si terrà presso il l’ex Convento dei Teatini dall’8 al 16 dicembre. Nel capoluogo salentino la festa di questa santa, viene fatta risalire al XVI secolo, ricordiamo che come recitava un vecchio adagio, “il giorno Santa Lucia è quello più corto che ci sia” .

Questa è chiamata anche “La feste te li pupi”, perchè la fiera è anche l’occasione per comprare le statuine in terracotta o in carta pesta, per il presepe.
Passando dal sacro al profano, i meno giovani ricorderanno che a Lecce vi era un’importante sala cinematografica che era il Cinema Santa Lucia.
Insomma quanto sopra al solo fine di introdurvi alla storia che voglio raccontare e che ho utilizzato per dare il titolo alla vignetta.


Verso la fine dell’Ottocento, inizi del Novecento, a Lecce, l’anno poco importa, due signori devoti alla santa, organizzarono un comitato al fine di raccogliere i fondi per fare una grande festa alla santa tanta amata dai leccesi. I cittadini risposero generosamente, gli organizzatori intanto palesavano l’intenzione di fare una grande apparato di luminarie “la parazione”, con due bande che si sarebbero alternate, fuochi d’artificio fatti preparare da fuochisti napoletani. Le strade sarebbero state stracolme di bancarelle: di scapece, di torroni, le “nuceddre”, ossia le noccioline e le arachidi, per non parlare delle “giucculate e de le mendule rizze”. Insomma ci sarebbe stato il bendidìo.

Intanto, le decine di persone che avevano girato casa per casa, o che agli incroci delle strade avevano raccolto le offerte, consegnarono tutti i soldi al Presidente e al vice presidente del Comitato festa. Ossia ai due amici devoti della santa.
A quanto riferirono i beni informati, pare che i due misero quel tesoretto su un tavolo mentre loro si sedettero uno di fronte all’altro. Il primo prese una banconota e se la infilò in tasca, il compare ne prese un’altra dello stesso valore e fece la stessa cosa, continuarono in questo modo sino a che si spartirono l’intero “bottinò” in parti uguali. Pare che mentre si intascavano il denaro ripetessero: “Questo a me, questo a te e Santa Lucia ora pro nobis” e così seguitarono: “Questo a me, questo a te e a Santa Lucia ora pro nobis….questo a me , questo a te e a Santa Lucia ora pro nobis…”.

Insomma la grande festa, alla fine si ridusse ad una festicciola, i due compari si riempirono le tasche di soldi e per qualche tempo sparirono dalla circolazione.
Per cui da quel giorno a Lecce quando qualcuno combina qualche imbroglio, o mette in atto comportamenti truffaldini, si usa ripetere:” Questo a me, questa te e a Santa Lucia ora pronobis” mentre si fanno ruotare le dita del pollice, dell’indice e del medio.

Ecco l’impressione che abbiamo è che Trump e Putin, al pari dei due compari del nostro racconto, si stiano sedendo al tavolo delle trattative con l’intento di spartirsi il bottino, che in questo caso è l’Ucraina. Se la trattativa dovesse andare così come oggi appare, con un’Europa incapace di dire la sua, il sacrifico e l’eroismo del popolo ucraino sarebbe vanificato. E quanto gli antichi romani sostenevano oggi si palesa in tutta la sua drammaticità: Quando manca la forza, il diritto scompare.

Category: Costume e società

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