IL PRANZO DELLA DOMENICA / CLAUDIA GAUDINO RACCONTA QUELLO DI CASA SUA
di Raffaele Polo __________
«Vorrei parlarti del ‘Pranzo della domenica’ per spiegarti cosa è, per me».
Siamo in Chiesa, il coro ha appena terminato le prove per i canti e la Maestra del coro, Claudia Gaudino, risveglia i suoi ricordi.
«Il menu della domenica per me e la mia famiglia è abbastanza abitudinario e molto classico, è quello che mi accompagna fin da quando ero bambina. Quello che risveglia i ricordi del profumo del sugo di nonna e poi di mamma. Quel sugo dove tu, al ritorno dalla messa, sentivi già per le scale e non vedevi l’ora di pucciare di nascosto un pezzo di pane.
Ecco, io sono affezionata alla tradizione, pertanto per me il pranzo della domenica è ancora quello a casa dei miei, intorno alla cui tavola ci si raduna, e tutte le domeniche si pranza con orecchiette e maccheroni, oppure sagne ncannulate o semplicemente spaghetti con sugo e polpettine. Ma prima di gustare il primo piatto, il nonno ci vizia con i suoi intingoli di polpettine fritte e altri frittini.
Dopo il primo, segue lo spezzatino, al sugo, ovviamente. Per secondo di solito nonna Chiara ci prepara o delle scaloppine o fettine panate con contorno di insalata o pollo al forno. A seguire poi verdure da sgranocchiare, come finocchi e cicoria e frutta accompagnata dai dolci.
Da quando sono sposata e cioè da ventotto anni, la frase che accompagna la fine del pasto della domenica è proprio la seguente: eh, ma da domenica prossima basta però, non si può mangiare tanto!
Ecco, questo è il mio pranzo domenicale, fatto ancora di unione familiare dove i nipoti, nonostante siano tutti adulti, ancora non vedono l’ora di andarci per ritrovare zii e nonni.
La tavolata è composta dalla mia famiglia e cioè io, mio marito e i miei tre figli Silvia, Sara e Filippo. Molto spesso ci sono i fidanzati delle mie figlie, Julien e Samuele, i miei genitori e i miei due fratelli Alessandro e Andrea. Ovviamente non mancano le mie due cucciole barboncine Ambra ed Ariel.»
«In attesa di partecipare a questa rimpatriata, vogliamo qualche notizia su di te e sulla tua attività, ma presto, che stanno chiudendo la chiesa…»
«Sono Claudia Gaudino e sono un soprano che ormai preferisce la carriera dell’ insegnamento del canto lirico e moderno a quella di cantante.
Nel corso degli anni di lavoro, ben 20 anni, ho preferito continuare ad aggiornarmi e approfondire le tecniche legate alla vocalità artistica e soprattutto le tecniche alla respirazione, tanto che lo scorso marzo mi sono masterizzata in canto moderno foniatria e logopedia.
Da sempre sono attratta dai disturbi della voce e dal training vocale, in quanto in prima persona ho sperimentato che l’uso improprio e incauto della voce, può portare a danni seri alle corde vocali.
Nella centro studi musicale Cattleya, dove insegno da numerosi anni, ho circa trenta allievi tra grandi e piccini.
Ad essi dico ad ogni mia lezione di teoria: per cantare non è necessario avere una bellissima voce, ma è invece indispensabile riuscire, attraverso quello strumento meraviglioso che è la voce, far vibrare quelle che sono le corde dell’anima. Solo in questo modo la tua voce risulterà unica e ricca di emozioni e sentimenti. Questa sono io. Questo è il mio lavoro.
Io che mi divido tra famiglia con marito e tre figli ormai grandi.
La prima, Silvia, mi farà diventare nonna a breve, poi ho Sara, 23 anni, che studia a Milano e Filippo che è in Esercito, in provincia di Novara. E naturalmente mio marito Nico, funzionario di banca e le mie due cucciole.»
A presto, Claudia. Invitaci, quanto prima, al tuo ‘Pranzo della domenica’.
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