BARBARA DEL PIANO E I SUOI “Cinque minuti di ordinaria poesia“ STRAORDINARI

| 22 Febbraio 2025 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo __________ Chissà se parlano le cose, se il loro quotidiano apparire sottenda una vita interiore.

Chissà se poi noi possiamo dialogarci e insieme inventare così un’altra vita.

Chissà infine se l’amore è davvero il lievito della nostra altrimenti scarna esistenza, capace di darle non solo consistenza, ma pure colore, sapore e quant’altro di bello.

Non lo so.

So però che le cose parlano a Barbara Del Piano e lei le ascolta e risponde ad esse; so inoltre che per lei l’amore è uno straordinario strumento di conoscenza.

Lo so, che è riuscita in tali mirabolanti e anzi straordinarie imprese, perché ho letto “Cinque minuti di ordinaria poesia“, Il Raggio Verde Edizioni, il suo esordio poetico.

E’ stato presentato questa sera a Lecce nella Sala del Teatrino dell’ex Convitto Palmieri, in piazzetta Carducci, davanti a un folto e qualificato pubblico di estimatori che gremiva la location, come dicono quelli che parlano bene l’italiano.

Insieme a Barbara Del Piano (a sinistra nella foto di copertina) e alla pittrice Daniela Cecere, sul palco (nella foto sotto) c’erano la poetessa Ambra Biscuso e la giornalista Antonietta Fulvio.

E’ un libro bellissimo, vero e proprio oggetto – parlante – di culto.

Si presenta come un incanto, a cominciare dalle suggestive illustrazioni artistiche, gli acquerelli leggiadri di Daniela Cecere, che ne sono parte integrante, direi meglio fondante tout court.

Pagina dopo pagina, è sempre una sorpresa.

A loro volta infatti i versi di Barbara Del Piano denotano una maturità stilistica inusuale per un esordio letterario, evidentemente a lungo covato, meditato e anche qui dovrei dire meglio: sofferto, sì sofferto, dal momento che la poesia autentica dalla sofferenza, dalla quotidiano tormento interiore, nasce.

Parole e immagini che incantano e diventano indicazione esemplare per tutti.

Così l’autrice esce alla grande dalla dimensione personale ed entra in una che riguarda tutti, poiché quello che fa, in una sostenibile leggerezza dell’essere, ha un fascino irresistibile.

Contagioso.

Ecco, è pure un libro contagioso. A me è sembrato di sentire quello che cantava:

“Perché lei vuole la gioia, perché lei odia il rancore
E poi coi secchi di vernice coloriamo tutti i muri
Case, vicoli e palazzi, perché lei ama i colori
Raccogliamo tutti i fiori”.

In ultimo, o in principio, fate voi è il trionfo dell’amore.

A cavallo di due secoli, è l’aggiornamento, la semplificazione poetica dei frammenti teorici di Roland Barthes ed è la negazione, la solidificazione artistica delle teorie di Zygmunt Bauman.

La poetessa, spogliatasi di ogni remora e di ogni ormai inutile pudore, ripercorre con ottima capacità espressiva i momenti dell’amore, dal tormento dell’attesa e del vano desiderio, all’appagamento erotico delle carezze e dei baci.

Un bacio lento. Un bacio lento e lungo, mozzafiato…

A chi? Chi è?

Curiosoni…

I pettegolezzi invecchiano”

dice Barbara Del Piano in un suo verso, aggiungendo subito dopo


“L’amore a volte non basta ma guarisce

E lei, lei che ha incontrato l’amore, come dice più avanti, perché ha sbagliato rotta

“Mi ritrovo in mare aperto
Il mio cuore ha sbagliato rotta
E ha incontrato il tuo”

ci si tuffa con la sua fragile, ma salda e sicura imbarcazione a vele bianche, e naufragar le è dolce in questo mare.

Tanto,

“le vele bianche quelle non affondano: al massimo si rovesciano”.

Subito dopo però ritrovano il largo verso l’infinito.

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Category: Costume e società, Cultura, Eventi, Libri

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