IL SUO MOVIMENTO SI SCIOGLIE. PURE PAOLO PAGLIARO FRATELLO D’ITALIA

| 18 Febbraio 2025 | 0 Comments

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Poi commentiamo pure _________

Nota del Movimento Regione Salento


Siamo orgogliosi di annunciare che il nostro percorso politico, prosegue all’interno di Fratelli d’Italia, insieme al nostro presidente Paolo Pagliaro, dove sarà candidato nella lista del partito di Giorgia Meloni nelle prossime elezioni per il Consiglio Regionale della Puglia.
Il nostro Movimento Regione Salento si scioglierà e tutti i componenti confluiranno , nella primavera prossima, dopo un periodo di transizione, in Fratelli d’Italia, portando con sé idee, esperienze e valori che hanno sempre contraddistinto la nostra azione sul territorio.
Questa decisione rappresenta il naturale proseguimento di un cammino politico coerente, che ci ha già visti impegnati al fianco di Fratelli d’Italia alle Politiche del 2022 e alle Europee del 2024, contribuendo con convinzione alla crescita del partito.

Oggi facciamo un passo avanti, scegliendo di intraprendere un cammino che ci porta a fondere il nostro impegno e la nostra identità politica con quella della nostra nuova casa, in un progetto ancora più grande e radicato.


L’alleanza costruita negli anni con il partito della Premier Giorgia Meloni e con l’onorevole Raffaele Fitto si rafforza ulteriormente, con l’obiettivo comune di consolidare la presenza del partito nel territorio e promuovere lo sviluppo del Salento.


Questa scelta non rappresenta solo un punto di arrivo, ma anche un nuovo inizio. Con determinazione e passione, continueremo a batterci per la nostra terra, forti di un progetto politico chiaro, solido e condiviso, pronti ad affrontare le sfide del futuro nel partito di Fratelli d’Italia. __________

COMMENTO DI GIUSEPPE PUPPO

Peccato.

E’ un uomo buono, ecco qua. Prima di tutto, ha un cuore…amico.

Fu la sorpresa politica delle ultime elezioni regionali, in un centro destra che ne escì sconfitto e ridimensionato. Lui no.

Un uomo buono che per bontà supererebbe un bue. Per ora ha cavalcato, in maniera vincente, i dinosauri della politica, che aveva tentato di ammansire e dai quali spesso era stato disarcionato, Silvio Berlusconi compreso, ma alla prima vera occasione concreta fece il botto.

Da solo.

Per ora.

Si era inventato, costruendolo dal basso, anno dopo anno, un Movimento, il Movimento Regione Salento, che dopo tanto tempo è stato la vera novità politica qui nel Salento.

La Regione Salento non esiste e non può esistere?

Che c’entra?

Nemmeno la Padania esiste e non può esistere, eppure ha fatto la fortuna della Lega Nord.

Si chiamano Miti Fondanti. Si chiamano Comunità.

Cinque anni fa, prese oltre 9.200 preferenze personali in una lista civica, La Puglia Domani, presentata a sostegno di Raffaele Fitto, e civica per davvero, non come le altre farlocche.

Poi, c’è da aggiungere che in questi cinque anni lui, Pagliaro, il consigliere regionale l’ha fatto con serietà, con impegno, vorrei dire con accanimento.

Un uomo buono, dicevo. Generoso. Ma non per i significativi risultati messi in piedi e fatti camminare nei settori della beneficenza, della solidarietà, del volontariato, che pure sono una realtà consolidata da anni, no. Per i suoi atteggiamenti, per i post che mette sui social, per le parole che sa trovare in ogni occasione con chiunque: da queste robe qua, che solo apparentemente sono minimali, si evince che è un uomo buono di natura.

Paolo Pagliaro ha 65 anni, portati splendidamente, con la stessa esuberanza dei tempi giovanili delle radio libere e di Radiorama, una moglie di origine colombiana, Jacqueline Adams, della quale è innamorato come il primo giorno, quattro figli e un nipote.

La sua famiglia è ancora più grande, però. E quella delle persone che lavorano con lui, che incontra per le strade del Salento, che giorno per giorno gli parlano e che lo ascoltano.

Imprenditore sapiente, che ha saputo fare di un’emittente di periferia dell’Impero, Telerama, una realtà affermata nel panorama dell’informazione che resiste ancora oggi in tempi di rivoluzione dei nuovi mass media, per quanto adesso affondi sempre di più in un grigio, indistinto anonimato, rivolta verso un declino che pare inarrestabile.

Amante della cultura, dell’informazione libera e pluralista – le sue origini giovanili radicali ci stanno tutte quante solide in questi aspetti – del giornalismo di inchiesta, anche se poi l’ Italia non è un Paese per il giornalismo di inchiesta, figurarsi il Salento: eppure lui da editore l’ha fatto più volte e, al di là delle sue posizioni politiche, ha dato fiducia e possibilità ai suoi giornalisti, a costo di guadagnarci problemi ora dall’uno, ora dall’altro di politici e di notabili, ma guadagnandoci sicuramente in dignità professionale.

Un uomo buono ah, questo l’ho già detto. Un uomo che sa coltivare modestia e umiltà, ecco, ancora. Se lo critichi, lui non fa mai spallucce, non usa metodi supponenti, e non alza muri di gomma: ti ascolta, cerca di capirti, e poi ti risponde, così, semplicemente, con la stessa enfasi che hai messo tu nel muovergli le critiche del caso, anche perché sa, da esperto di comunicazione, che la comunicazione più autentica e dirompente nasce dall’attenzione verso l’altro, nasce dalla sincerità dei comportamenti.

Invece adesso…

Adesso, da più di un anno a questa parte Telerama si è appiattita, ingessata, in un fanatico sostegno ad Adriana Poli Bortone e a Raffaele Fitto: peggio, è passata dal fare le battaglie in difesa del territorio, a fare la “battaglia”, invitando al televoto, per tenere nella casa del Grande Fratello una concorrente salentina, evitandone l’eliminazione.

Adesso – lo apprendo in questo momento – il Movimento Regione Salento non esiste più.

Cosa ci farà uno come lui, in Fratelli d’Italia?

Fratelli d’Italia che, una volta andato al governo, è diventato un partito, non un movimento, altro che la fiamma del Movimento Sociale, un partito che di sociale non ha più nulla, un partito di yes men e di Arianna girls, in cui tutti fanno a gara ad appiattirsi con quanta maggiore forza possibile fedeli alla linea, in cui non si discute più, non si vota, non si sceglie, in cui finanche i dirigenti giovanili parlano come vecchi democristiani della Prima Repubblica, senza offesa per i vecchi democristiani, che pure una loro dignità avevano: nel partito delle lobby delle armi, delle multinazionali, delle trivelle, degli attentatori del territorio, degli speculatori in tutte le vecchie e nuove forme possibili, che cosa ci farà, Paolo Pagliaro?

Tags:

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura, Politica

About the Author ()

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Connect with Facebook

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.