IL PRANZO DELLA DOMENICA / CON MARIA GRAZIA DE ROSA, DOLCE COME IL MIELE
di Raffaele Polo _________
Maria Grazia De Rosa è una provetta apicoltrice. E non si limita a curare l’apiario ed estrarne il miele: svolge una attività divulgativa rivolta soprattutto ai giovanissimi e non è difficile scoprirla in qualche aula o in località all’aperto, camuffata da ape (lei si presenta come Pina l’Apina)
che spiega e intrattiene l’attento uditorio con la meravigliosa vita delle api che tutti credono di conoscere ma di cui, in realtà, poco o nulla sappiamo…
E stavolta è lei che mi ospita, ha detto che il pranzo di questa domenica sarà una sorpresa…
La vediamo arrivare affannata e un po’ in ritardo, ci spiega che si è intrattenuta all’apiario :« È un periodo un po’ particolare per gli apicoltori. Le api vanno in una specie di letargo. Ma non dormono o si riposano: rallentano solo la quantità di covata o addirittura vanno in blocco di covata, per il periodo invernale. E noi apicoltori ne approfittiamo per fare i trattamenti contro la varroa, il più temibile dei parassiti che opprime le povere api. Ma siediti che ho preparato tutto…»
Inutile dire che siamo curiosi e attendiamo la sua presentazione del menù.
Sorridendo, la nostra Pina l’Apina comincia:
«… Sono state le api stesse che mi hanno suggerito cosa prepararti per il pranzo. Un menù a base di miele. Cominciamo con i crostini (ma si possono usare le friselline di grano) con alcune gocce di miele di fieno greco, tipico della nostra zona. Poi, formaggio fresco o caciotta con miele millefiori. Il formaggio duro, come il parmigiano, va invece abbinato al miele di castagno che, però, nella nostra terra non è possibile reperire, i castagni sono a Nord. E allora ho optato per la ‘mielata’, ottimo miele dal colore più scuro e dall’odore intenso, ma meno dolce rispetto agli altri mieli, è più caramellato e si sposa benissimo con i formaggi stagionati. Dulcis in fundo, i porceddhuzzi o ‘ncarteddhate, chiamati anche ‘calangi’, sempre a base di miele.»
Mentre ascoltiamo la nostra ospite, ci raggiungono quattro splendidi gatti: Totò, Nina, Doremino e Clio, che ascoltano rapiti la loro padrona. Noi, naturalmente, privilegiamo il menù al miele…
«Ma come è nata questa passione per il mondo delle api?»
«Sicuramente era sopita, dentro di me. Da bambina sono stata spesso punta, ma erano sicuramente vespe, a quel tempo a stenti si conoscevano le differenze… Diciamo che il momento più importante è stato quando a Melendugno, paese che fa del miele il suo distintivo da sempre, sono state organizzate ‘Le vie del Miele’ e l’amministrazione del tempo ha incentivato il bisogno di conoscenza ed è nata anche l’Associazione degli apicoltori, fortemente voluta da Piero Marra, allora presidente del Consiglio Comunale… Voglio aggiungere che sono proprio i bambini i più attenti e interessati al mondo delle api. E questo, per me, è un piacere e un vanto…»
Salutiamo Pina l’Apina che ci risponde con un simpatico ronzio…
______
( 36 ‐ continua )
Category: Costume e società, Cultura