SULLA CENTRALE A BIO GAS DI CAFORE ARRIVA IL NO DEL COMUNE DI LECCE. L’ASSESSORE GIANPAOLO SCORRANO NE SPIEGA LE RAGIONI. NON SENZA POLEMICHE CON TUTTI: ‘AVETE VISTO? E ORA FATE FATTI E NON PAROLE’

| 22 Gennaio 2025 | 1 Comment

Comunicazione istituzionale del Comune di Lecce __________

Impianto di biometano, il Comune di Lecce esprime parere contrario alla Pas (Procedura Abilitativa Semplificata). Dichiarazione dell’assessore all’Urbanistica, Gianpaolo Scorrano.

<Dopo mesi di sterili polemiche, il settore Urbanistica del Comune di Lecce ha ufficialmente comunicato alla società proponente i motivi ostativi alla realizzazione dell’impianto di biometano.

Nonostante i pronostici di un probabile via libera e l’assenza di pareri negativi vincolanti da parte di tutti gli Enti che hanno partecipato alla Conferenza di Servizi, l’Ufficio urbanistico ha evidenziato nel proprio provvedimento le diverse criticità tecniche e progettuali, non
limitandosi all’impatto paesaggistico e al mancato rispetto della distanza dall’abbazia di Cerrate e, ancor più, dalla cava dismessa.

Le principali problematiche riscontrate:

1. Impatto odorigeno: si ritiene che gli odori prodotti dall’impianto, soprattutto in primavera ed estate con le alte temperature, possano danneggiare il territorio circostante, incluso l’abbazia di Cerrate e la vicina masseria Melcarne.
Inoltre, manca la progettazione di qualsivoglia opera per mitigare la diffusione degli odori.

2. Viabilità e traffico: non è stato previsto un piano per gestire il traffico generato dall’impianto, in una zona di alto valore ambientale e turistico. Questo potrebbe causare un significativo aumento dell’inquinamento acustico e atmosferico, con impatti negativi sui residenti e sulle attività ricettive della zona.

3. Collegamento al metanodotto: non è stato presentato un progetto per collegare l’impianto al metanodotto di trasporto esistente, che richiederebbe un’ulteriore autorizzazione specifica (AUA).

Il Comune di Lecce ha lavorato sodo e con attenzione, valutando non solo le distanze legali dai siti tutelati, ma anche i potenziali impatti ambientali e sociali su un’area di particolare pregio già compromessa dalla presenza di numerosi impianti di energie rinnovabili.

Ai sindaci di Surbo e di Trepuzzi, che tanto “inutile polverone” avevano alzato prima ancora di conoscere l’esito della Conferenza di Servizi e il pronunciamento del competente Comune di Lecce, si chiede ora analoga presa di posizione, oltre all’adozione di tutti gli atti consequenziali
(revoca dell’AUA), per la chiusura immediata dell’impianto di Biogas di proprietà dell’Eni ricadente in territorio surbino e che, ad oggi, risulterebbe ancora inadempiente rispetto alle prescrizioni effettuate da Arpa Puglia più di un anno addietro.

È giunto il momento di passare dalle parole ai fatti. Si chiudano, dunque, tutti gli impianti nocivi già esistenti e si intervenga con urgenza in Regione Puglia per modificare il Disegno di Legge “aree idonee” che non tutela sufficientemente il territorio, la salute e il futuro di tutti i salentini.
Il resto sono solo chiacchiere>. __________

L’APPROFONDIMENTO nel nostro articolo del 4 novembre scorso e in quello ad esso collegato

Category: Cronaca, Politica

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  1. Ufficio Stampa Comune di Lecce - tramite mail ha detto:

    Impianto di biometano, dichiarazione dell’assessore all’Urbanistica, Gianpaolo Scorrano. “Felice che siano tutti contenti. E’ il frutto del duro lavoro del Settore Urbanistica di Lecce”.

    Nessun condizionamento e nessun supporto di qualsivoglia natura da parte di chi, oggi, vorrebbe far credere di aver inciso sul parere negativo espresso dal Comune di Lecce e, invece, ha fatto solo polemica strumentale.

    Dopo aver alimentato per mesi una disputa basata su inesattezze e aver fatto pronostici che si sono rivelati errati, il sindaco di Surbo – sempre alla ricerca di visibilità – cerca incredibilmente di assumersi i
    meriti del duro lavoro svolto dall’ufficio Urbanistica del Comune di Lecce. E, appresso a lui, anche il sindaco di Trepuzzi e alcuni consiglieri di minoranza del Comune di Lecce.
    Solo in seguito alla Conferenza di servizi prevista per Legge e senza che nessuno degli Enti invitati (Sovrintendenza, Asl, Arpa, VVFF, etc.) abbia rilasciato parere negativo, è stata l’amministrazione leccese targata Poli Bortone, e non altri, a esprimere e formalizzare i motivi ostativi alla PAS dell’impianto di biometano.
    Per mesi sono state messe in dubbio le capacità tecniche e la volontà politica del Comune di Lecce di saper tutelare al meglio il proprio territorio, sol perché si era sempre ribadito – in tutte le sedi – che si sarebbe seguito l’iter previsto dalla Legge nazionale.
    Ora che il suddetto iter si è concluso e che – dati e verifiche alla mano – l’ufficio tecnico di Lecce ha tramesso ufficialmente il proprio parere contrario alla realizzazione dell’impianto in località Cafore, fondando i propri motivi esclusivamente su valutazioni tecniche, ambientali e sociali, a chi più cerca di “appuntarsi medaglie” che assolutamente non merita.
    Si spieghi, piuttosto, perché – a tutt’oggi – sia ancora operativa sul territorio di Surbo una centrale a biogas che non ha ottemperato a tutte le prescrizioni effettuate da Arpa Puglia oltre un anno addietro e che, pertanto, è certamente nociva per l’ambiente. Una questione certamente “scomoda” e, probabilmente, anche difficile da affrontare per chi, come
    il sindaco di Surbo, nelle proprie osservazioni trasmesse in Conferenza di Servizi, ha dimenticato persino di evidenziare come Masseria Melcarne (immobile di pregio ricadente per intero in territorio di Surbo) sia la struttura maggiormente compromessa dall’impatto odorigeno espresso nella valutazione depositata da Agrienergia.
    Ora vedremo se alle parole al vetriolo, alle interviste scomposte e alle
    manifestazioni di piazza contro l’impianto leccese che non c’era, seguiranno, da parte dei sindaci di Surbo e Trepuzzi e della minoranza leccese, analoghe azioni e atti concreti a tutela del territorio e della salute pubblica contro l’impianto che invece c’è a Surbo e che con i suoi odori nauseabondi ha già provocato ingenti danni a Masseria Trapanà (altro immobile dimenticato di particolare interesse storico architettonico).
    L’amministrazione leccese, così come sono certo che anche le minoranze di Surbo e Trepuzzi, sono pronte a dare battaglia – nelle sedi competenti – per salvaguardare l’incolumità dei propri cittadini qualora l’impianto di Surbo non venga chiuso con urgenza.

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