POLVERE DI STELLE / IL MITO DI RITA HAYWORTH, ATOMICA DEA DELL’AMORE

| 19 Gennaio 2025 | 3 Comments

di Elena Vada _________

La ricordo sul calendario del barbiere di papà.

Strappava sospiri e sommessi commenti di compiacimento. Era un mito per il mondo intero.

Fu soprannominata ‘l’Atomica’; ‘la Dea dell’Amore’; e ‘Ruggine’ per il colore rosso intenso, dei lunghi capelli. 

Sopracciglia sottili e perfettamente delineate.

Ciglia lunghe (finte), labbra carnose e sensuali. Denti bianchissimi (naturali) messi in risalto da rossetti rosso-arancio lucidissimi (Max Factor).

Amava profumarsi con Shalimar di Guerlain, Shocking di Schiaparelli e Moment Supreme di Jean Patou.

Oggi vi parlo di RITA HAYWORTH -‘GILDA’- nell’immaginario collettivo.

La bellezza più sensuale ed eccitante, nella Hollywood degli anni ’40. Una ‘sirena erotica’ senza eguali. Fece impazzire gli uomini di tutto il mondo con le forme sinuose del suo corpo e una cascata di capelli color fuoco.

Margarita Carmen Dolores Cansino nacque a Brooklyn, New York  (USA), il 17 ottobre 1918. 

Figlia di un ballerino spagnolo e di un’attrice di origini irlandesi, ancora bambina viene obbligata dal padre ad imparare a ballare, per poterlo seguire negli spettacoli itineranti.

Eduardo Cansino, è un ballerino originario dell’Andalusia, la madre, Volga Hayworth, una ballerina e attrice. Fin da bambina è costretta dal padre a trascorrere gran parte del tempo ad imparare il flamenco, che formerà la sua flessuosa e provocante sensualità, data proprio da quella danza latina.

Compiuti 12 anni, il padre la porta con sé in tournée per esibirsi nei night club messicani, a volte sui tavoli e tra gli ubriachi. 

Quando arriva ad Hollywood sa già ballare e cantare.

Il resto è da costruire perché le caratteristiche somatiche, di Margarita, sono troppo mediterranee ispaniche.

Attira l’attenzione di Winfield Sheehan, il potente produttore della Fox Film Corporation, che le organizza un’audizione e Margarita Cansino diventa un’attrice: Rita.

All’inizio ebbe ruoli insignificanti, poi fu notata dal ricco petroliere Edward C. Judson che vede del potenziale in lei. 

Judson ha qualche aggancio nella Columbia Pictures e offre, a colei che diventerà sua moglie, una possibile strada per il successo. 

Harry Cohn, direttore della Columbia, impone qualche cambiamento. La sua immagine, troppo latino/gitana, la limiterebbe a ruoli esotici.  Si esige una trasformazione.

Le cambieranno il colore dei capelli: da corvino a rosso scuro e la sottoporranno all’elettrolisi per sollevarle l’attaccatura dei capelli e ampliarle la fronte. 

Estrarranno i molari per scavare il volto paffuto.

Ecco, è diventata Rita HAYWORTH ed incomincia la sua straordinaria carriera con:  ‘Avventurieri nell’aria’ (1939) diretta da Howard Hawks, accanto a  Cary Grant. 

L’anno seguente ‘Peccatrici folli’, diretta da un altro grande regista, George Cukor, con Joan Crawford. Nel 1941 vengono prodotti due importanti film: ‘Bionda fragola’ di Raoul Walsh, con James Cagney e Olivia de Havilland, e ‘Sangue e arena’ di Rouben Mamoulian, grande successo di pubblico, con un cast stellare: Rita Hayworth, Tyrone Power e Anthony Quinn.

 

Nel 1946 esce il film più importante della carriera di Rita Hayworth: GILDA diretto da Charles Vidor. Ricordiamo insieme, la più bella e memorabile scena, che nessun uomo s’è più scordato:

“Gilda, ubriaca, canta “Put the Blame on Mame” (Dai la colpa a Mame), spiata da  dal suo Johnny (Glenn Ford). Gilda si muove davanti ai tavoli dei clienti. Poi la testa si volta di scatto e fa ricadere la folta chioma all’indietro. Un primo piano ci regala il suo volto che, si libera di parte dei capelli che la coprivano, lasciando l’altra parte nascosta. Gilda continua a ballare così. Selvaggia. Inebriata di una provocante allegria, sta addirittura cantando coi capelli all’ingiù. E dopo un altro piano nel quale si tiene i capelli alzati, comincia lo spogliarello. Prima il lungo guanto nero, lentamente arrotolato. Fa in tempo a farlo roteare e poi la canzone finisce… ma non lo spogliarello. “I’m not very good with zippers!”, (Non sono molto brava con le cerniere) dirà a un certo punto, giustificando il fatto di non potersi togliere di dosso l’abito da sera…. (GUARDATELA!)

My God! Che “Bomba sexy”!

Forte e fragile insieme. Femmina torbida al di là della sua stessa volontà. Così tanto che persino il Presidente americano Roosevelt la definì “Una formidabile istituzione”.

Cinque matrimoni, cinque uomini sbagliati.

Dopo aver sposato Edward Charles Judson nel 1937 e Orson Welles nel 1943 (figlia Rebecca nel ’44), Rita Hayworth si è sposata una terza volta il 27 maggio del 1949 con il principe Aly Khan, figlio del sultano Mahommed Shah, Aga Khan III, il capo dei musulmani sciiti Nizārī Ismaili, e dell’italiana Cleope Teresa “Ginetta” Magliano. 

Per lui, l’attrice mise da parte la sua carriera cinematografica. 

Il loro matrimonio è stato senza dubbio, da favola: 500 prestigiosi invitati, gioielli, caviale e fiumi di champagne. (C’era anche Gianni Agnelli). Rita, di religione cattolica, viene scomunicata da Papa Pio XII.

La coppia ha una figlia, Yasmin Aga Khan (dicembre 1949). L’uomo tradisce ripetutamente la Diva e il matrimonio si conclude nel gennaio del 1953.

Nello stesso anno, Rita Hayworth sposa il cantante Dick Haymes. L’ attrice salda i gravosi debiti del neo-marito: il matrimonio termina  due anni dopo. Nel 1958 sposa  il produttore James Hill. Divorzia nel 1961.

“Ogni uomo che ho conosciuto è andato a letto con Gilda… e si è svegliato con me…”

Gilda si è sempre portata addosso la sensazione di non essere amata per ciò che veramente era, ma solo per ciò che l’apparenza o il mito del cinema dicevano di lei.

Infelice, insoddisfatta, depressa. 

Leggendo e reinterpretando, la biografia delle Dive, come Rita Hayworth, famose per il loro fascino e la loro bellezza, mi chiedo, sempre, se queste doti siano state premi o castighi, nella loro vita.

Ebbero successo, fama, ricchezza, ma amore negato, confuso o sprecato. 

La vita senza un senso, uno scopo autentico. 

Leggendo attentamente la vita della Hayworth credo sia stata innamorata davvero solo di Glenn Ford (si dice, fu costretta dalla Paramount, ad abortire un figlio suo e per questo si recò in Costa Azzurra). Orson Welles? Da denuncia per crudeltà mentale: orribile!

La Hayworth disse: “Tutto ciò che volevo era quello che vogliono tutti, sapete, essere amata…

 – A stupirmi nella vita non sono i matrimoni che falliscono ma quelli che hanno successo”.

Rita, è dipendente dall’alcol (problema sorto durante il suo matrimonio con Welles, a sua volta vittima del problema) che mina il suo stato psico-fisico. 

La Hayworth comincia a manifestare vuoti di memoria, scambiati come effetti dell’alcolismo, invece è Alzheimer, malattia diagnosticata soltanto nel 1980. 

A causa del suo stato deve abbandonare la recitazione a soli 55 anni. 

Si ritira nella sua villa di Beverly Hills. Le sue condizioni  peggiorano gradualmente.

Accudita dalla figlia Yasmin, dopo anni di malattia, Rita Hayworth muore il 14 maggio 1987 in un ospedale di New York all’età di 68 anni. Il presidente dell’epoca, Ronald Regan, la ricordò con una commossa dichiarazione ufficiale.

Ricardo Montalbán, Glenn Ford, Cesar Romero, Anthony Franciosa… vollero portare personalmente la sua bara.

Rita Hayworth ha ricevuto una nomination al Golden Globe nel 1965 – Candidatura come migliore attrice nel film drammatico “Il circo e la sua grande avventura” di J. Hathaway, con John Wayne e Claudia Cardinale.

È stata collocata al 19mo posto tra le maggiori star del cinema, a livello mondiale.

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( 20 – continua )

Category: Cultura

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Comments (3)

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  1. Giusy ha detto:

    Veramente bello questo racconto

  2. Paolo ha detto:

    GILDA,una meraviglia

  3. Gabry ha detto:

    Bella biografia. Interessante

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