LA STORIA / QUANDO IN UN NEGOZIO ROMPONO LE SCATOLE

| 8 Gennaio 2025 | 1 Comment

di Raffaele Polo _________

Finite le feste di Natale, ecco arrivare l’impellente necessità di smontare tutti gli apparati festivi e riporli in buon ordine nelle scatole che andranno poi ricoverate per un anno circa, in ambienti nascosti e lontani dall’interesse più immediato della propria abitazione. 

Si scrive sopra ‘Natale’, magari i più precisi possono indulgere in un ‘addobbi natalizi’, lo spiritoso scrive ‘Palle di Natale’, ma il senso è sempre quello: conservare i simboli più interessanti per il loro richiamo in servizio tra non molto, come afferma il grande poeta leccese Francescantonio D’Amelio. ‘…ieri foe Santu Stefanu/ crai ‘ntorna è Natale.’

Per tutto questo mi sono recato in uno di quei grandi contenitori cittadini dove vendono veramente tutto, ci sono negozi e supermercati, c’è il bancomat e un’infinità di esercizi inutili che, però, espongono tutti, ma proprio tutti, la scritta ‘Saldi’ che pubblicizza la merce venduta fino a qualche giorno prima ad un maggior costo.

Forse, ma noi ci crediamo.

Sono andato a fare la spesa ma, soprattutto, ho cercato una scatola vuota e capiente per riporre l’albero di Natale, smontato, e i suoi ornamenti,

Ho chiesto ad una gentile signora che stava, appunto, separando i cartoni contenitori dalla merce e li stava ammucchiando per la successiva eliminazione: “Mi scusi, posso prendere una scatola?”

Quella mi ha guardato spaventata e ha detto: “No, no, per carità, è proibito.”

“Sta scherzando, vero?” ho chiesto, sorridendo.

“Non mi metta nei guai, io non so nulla, io non le ho dato nulla, io non vedo nulla” ha gridato quella, fuggendo via.

Non lo nascondo, sono rimasto impressionato. Ho preso un paio di cartoni, già appiattiti e pronti per la distruzione, ho effettuato la spesa e mi sono recato alla cassa. Una lunga fila e poi, non appena giunto davanti al cassiere (ah, i bei tempi delle ‘signorine cassiere’. Adesso sono tutti prossimi alla pensione e intristiti dalla mansione…) che mi ha apostrofato con cipiglio severo: “ Guardi che non può portare via quei cartoni, li deve lasciare!”, mi ha buttato in faccia, facendomi vergognare come se avessi rubato…

Ho cercato di farlo ragionare: “Scusi, ma erano cartoni destinati ad essere buttati via. Perchè non posso prenderli?”   La gente in fila si è interessata alla questione. Già, perchè?

“Sono disposizioni e non discuto, Non so perchè, il motivo ci sarà, ma lei lasci i cartoni…”

Li ho lasciati, naturalmente. Ma mi sono recato all’Ufficio Informazioni dove l’addetta mi ha confermato che i cartoni non si possono prendere. “Va bene, ma perchè?” ho insistito io, mentre quella si è stretta nelle spalle e ha confessato di non saperlo. Anche l’addetto alla sorveglianza, prontamente intervenuto, ha chiosato:” Sono disposizioni dall’alto, noi le facciamo solo rispettare.”

“Vedete, io ho sempre insegnato a figli e nipoti che bisogna sempre chiedersi ‘perchè’, per capire le ragioni e prenderne una coscienza attiva. Ecco perchè rispetto la vostra disposizione, ma chiedo perchè…” Anche qui, c’era gente e l’interrogazione non ha avuto alcuna risposta.

La signorina delle informazioni ha concluso: “Se vuole, può chiedere in Direzione. Ma oggi il Direttore non c’è…”

Sono andato via, al negozio affianco c’erano, in bella vista, numerose scatole vuote. Ho chiesto se potevo prenderle e la signorina,sorridendo, ha detto: “Ci mancherebbe, prenda pure…”

Adesso, in uno dei prossimi giorni, andremo a chiedere al Direttore perchè lui un cartone non ce lo dà. E vedrete che arriverà una plausibile risposta.

Forse, ma noi ci crediamo.

Category: Costume e società, Cultura

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Comments (1)

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  1. Luigi Pascali ha detto:

    Probabilmente i cartoni non si possono prendere perché ci siamo rimbecillito… forse, ma noi ci crediamo.

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