IL PRANZO DELLA DOMENICA / A CASA DI DONATELLA CUSCITO, “interior design”

| 29 Dicembre 2024 | 0 Comments

di Raffaele Polo ________

Come è tradizione per tutte le donne manager che sono sempre impegnate e non hanno mai un attimo di pace, anche Donatella Cuscito pare non essere mai disponibile a un momento di relax… Pure è riuscita ad invitarci, questa domenica, nella sua bella casa di Brindisi dove ci accoglie assieme  a Mike e Amedeo, ovvero il cane e il gatto, amici inseparabili.

«Amo, da sempre, gli animali, e vorrei stare di più con loro…» ci confessa, scortandoci verso la sala da pranzo, da cui proviene un profumino invitante. Proviamo ad indovinare: «Pesce?», chiediamo con sguardo già ispirato.

«Mi piace il pesce, è la pietanza che preferisco» confessa Donatella, che si sottopone, di buon grado, alle nostre domande circa il suo lavoro, che la impegna in maniera considerevole.

«Io mi definisco ‘interior design’. E spiego subito che questo termine che può apparire asettico e poco comprensibile, in realtà  é il connubio perfetto fra colori, volumi, materiali, superfici e luci; è la relazione fra persone e spazi; è la creazione personalizzata e innovativa degli ambienti sia in ambito civile che industriale.»

Mentre assaporiamo l’ottima rana pescatrice, chiediamo alla nostra ospite:

«E quando è nata questa scelta, questa vocazione?»

«Mi è sempre piaciuta l’idea di ‘arredare’, di interpretare i gusti e di metterci qualcosa di mio, del resto cos’è che trasforma uno spazio in un luogo che chiamiamo “casa”?  Una tana, un rifugio, il fulcro della nostra attività. La parola “casa” ha un significato soggettivo e lo spazio in cui viviamo dovrebbe riflettere questo significato. Permettimi di rendere la tua casa più “tua”, ho sempre proposto questo ai miei clienti.»

«Ma questo settore non è prettamente maschile, soprattutto nel Salento? Non trovi difficoltà?»

Donatella sorride divertita:

«Macché, anzi mi sento privilegiata e realizzata, dopo tanti anni che giro per l’intero territorio nazionale, ho tanta esperienza e sicurezza, forse più dei colleghi uomini a cui manca, al solito, quel pizzico di femminilità così necessaria, in questo contesto…»

Concludiamo il nostro pranzo a base di pesce, ottimo e abbondante. Una domanda finale, però, ce la riserviamo:« Donatella, ti senti realizzata?»

Ci sorride, radiosa:

« Sì, certamente. E il mio prossimo ruolo di nonna mi rende ancora più felice ».

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( 32 ‐ continua )

Category: Costume e società, Cultura

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