IL PRANZO DELLA DOMENICA / PITTULE E CHIACCHIERE CON ANTONIO MARCHESE
di Raffaele Polo _______
Con Antonio Marchese non si sa dove cominciare: lui ci ha invitati a pranzo e ci ha accolti con indifferenza, mentre sta realizzando uno dei piatti più tradizionali del Salento: le pittule.
«Naturalmente, queste sono le pittule più facili e più veloci da confezionare: perchè ci sono quelle alla pizzaiola, col baccalà, coi cavoli… Oggi devi accontentarti di quelle con i capperi e le ulive…»
Antonio sorride, osservato con sospetto da Noè, il gatto di casa.
Attorno a noi, tanti bellissimi modelli di velieri e navi d’epoca. Cogliendo il nostro muto interrogativo, ma continuando a rimestare la pasta delle pittule, Antonio ci spiega:
«Il modellismo statico mi ha appassionato da tempo. Ci vuole tanta pazienza, per realizzare una di queste navi, ho impiegato anche sette, otto mesi. E se si considera che non ho uno spazio mio, dove poter operare, la difficoltà cresce… Adesso, però, ho sospeso per un semplice motivo: non so più dove metterle queste benedette navi. E devo curarle e spolverarle sempre, con grande attenzione….»
«Qual è la parte più difficile da realizzare?»
«Certamente i tiranti, le vele, tutti i particolari vogliono grande cura e attenzione», confessa Antonio che, però, è anche un ottimo giocatore di bocce…
«Si, vedendo gli altri giocare a San Cataldo, al lido Turrisi, sono stato coinvolto e adesso, ogni estate non manco ai tornei dove, modestia a parte, mi faccio onore», sorride Antonio, indirizzandoci con lo sguardo (ha le mani in pasta, è il caso di dirlo…) ai trofei in bella vista nel salotto.
«Ma la tua vera passione, anche adesso che hai la non più tenera età di 78 anni, è sempre la stessa: il Lecce!»
«Sì, e a proposito degli anni, il mio compleanno è sempre rattristato dal ricordo della scomparsa di Lorusso e Pezzella. Fu proprio in quel giorno, che ci arrivò la terribile notizia del loro incidente. Ricordo come in sogno tutte le traversie del Lecce in serie C e D, ricordo il Carlo Pranzo ed io, ragazzino, che mettevo da parte 100 lire al giorno perché assistere alla partita del Lecce, in curva, costava 500 lire… Oggi le cose sono cambiate, c’è la serie A e anche i costi sono molto maggiori…Ma vale sempre la pena andare allo Stadio, anche se sono tante le volte che torno a casa ‘mozzacando fierru’, pure la passione è sempre viva.»
Antonio ha finito di impastare, adesso arriva il momento più importante, ovvero quello della frittura. E già sentiamo l’acquolina in bocca per quello che sarà il nostro saporitissimo pranzo della domenica…
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( 30 ‐ continua )
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