Salvaguardare Cerrate per custodire la memoria del territorio
Negli ultimi mesi, il progetto per la realizzazione di un impianto a biometano nei pressi dell’Abbazia di Cerrate, a Lecce, ha generato un acceso dibattito. Anche Pro Loco Casalabate – Marina di Trepuzzi, rappresentata dal presidente Ilio Spalluto, ha detto la sua sulla questione, schierandosi contro l’installazione dell’impianto. Il progetto, che prevede quattro silos alti 15 metri, lagune e strutture per il trattamento di sansa e letame bovino, dovrebbe sorgere a soli 500 metri dall’Abbazia, un simbolo della storia e della cultura salentina. Questo luogo di straordinario valore architettonico è al centro delle preoccupazioni per l’impatto paesaggistico e culturale che un simile insediamento industriale potrebbe generare. “Dopo tanti sforzi per migliorare e tutelare la marina di Trepuzzi”, ha dichiarato Ilio Spalluto, “l’impianto si concretizzerà come un elemento penalizzante anche a livello turistico.”
Proloco Casalabate – Marina di Trepuzzi si è posta al fianco del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) custode dell’Abbazia e di diversi movimenti civici locali. Le critiche mosse al progetto per l’installazione di un impianto a biometano sul territorio sono anzitutto ambientali, perché l’estrema vicinanza dell’impianto all’Abbazia di Cerrate compromettere, inevitabilmente, l’integrità del paesaggio circostante, recuperato dal degrado grazie ad anni di salvaguardia e risanamento. Se è vero, infatti, che la produzione di biometano porta con sé dei benefici, è vero anche che le attività industriali che accompagnano la produzione generano cattivi odori e un aumento del traffico pesante con conseguenze dannose per la qualità della vita dei residenti in zona. Alle preoccupazioni ambientali si aggiungono quelle prettamente culturali e turistiche. L’Abbazia di Cerrate non è solo un luogo di culto, ma anche un simbolo della cultura salentina e una meta di interesse per i visitatori che raggiungono da ogni luogo d’Italia e del mondo, il Salento.
I detrattori del progetto, quindi, hanno sottolineato l’importanza di scegliere aree più idonee per l’installazione di un impianto a biometano, lontane da contesti di alto valore storico e culturale. “Non si tratta di essere contrari al biometano in sé”, ha dichiarato Marco Magnifico, presidente del FAI, “ma di tutelare un luogo che rappresenta un pezzo dell’anima del nostro Paese”.
L’Abbazia di Cerrate e il microcosmo che la circonda costituiscono un patrimonio inestimabile che deve essere custodito e tramandato per le generazioni future. La scelta di non procedere con il progetto in questa specifica area non sarebbe un segnale di ostilità verso le energie rinnovabili, ma piuttosto un gesto di responsabilità verso un territorio che merita di essere valorizzato e protetto.
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