Il TOUR DEI DIAFRAMMA PER I QUARANTA ANNI DI “Siberia” E’ ARRIVATO IN SALENTO. A CORIGLIANO D’OTRANTO LIVE DI DUE ORE INTENSE, MAGICHE E INDIMENTICABILI

| 2 Dicembre 2024 | 0 Comments

di Roberto Molle ________

Iniziamo col dire che a quarant’anni dalla sua pubblicazione, “Siberia” viene festeggiato dai Diaframma con un lungo tour di concerti che grosso modo toccherà tutta l’Italia. Una maratona che iniziata l’8 novembre, sabato scorso ha fatto tappa a Corigliano d’Otranto.

Splendida location a ospitare la band è stata quella di una sala all’interno del suggestivo castello volante.

In missione ufficiale per leccecronaca.it (ma anche per grande piacere personale di fan) ho assistito al concerto e sono qui a darne conto, ma prima, breve considerazione retrospettiva su una delle band alt-rock italiane più importanti di sempre. Grazie a una sterminata discografia che tra alti (tanti) e bassi (pochissimi) è servita a mettere a fuoco la creatività, la lungimiranza e il carisma di un musicista che non si è mai arreso all’implacabile scorrere del tempo: Federico Fiumani.

I Diaframma sono Federico Fiumani o, se volete Federico Fiumani è i Diaframma.

A parte “Siberia” e “Boxe” (album tutt’ora fascinoso, splendidamente “grezzo” e di irraggiungibile bellezza) dove a cantare è Miro Sassolini, in tutti gli altri dischi a cantare è Fiumani. La sua voce pur non raggiungendo le vette del lirismo di quella di Sassolini ha una timbrica molto particolare che nel tempo è stata (e continua a esserlo) il marchio di fabbrica dei Diaframma.

A volo d’uccello possiamo dire che oltre a essere coevi dei Litfiba, i Diaframma erano anche loro compagni di scuderia, infatti entrambi incidevano per la I.R.A., storica etichetta di Firenze.

Alla sua uscita, “Siberia” fece scalpore perché per l’epoca (1984), i suoi suoni erano moderni e destabilizzanti. La voce calda di Miro che cantava in italiano e le tematiche introspettive toccate nelle canzoni, davano un’aura chiaroscura al tutto ed elevavano l’album a nuovo paradigma della scena musicale italiana.

Bisogna anche dire che in fondo, nell’album c’era poco di nuovo che non si collegasse direttamente alla musica (punk, new wave, dark) di band inglesi che in quei frangenti avevano creato proprio quel tipo di sonorità (The Cure, Siouxie and the Banshees, Virgin Prunes).

Con il seguente “Boxe” i Diaframma si liberano un po’ dagli schemi di cui prima e danno vita a brani che vivono di creatività propria. Finalmente la nuova musica italiana cantata in italiano (come la definì Alberto Pirelli, boss della I.R.A. Records) aveva un archetipo su cui poggiare i suoi contrafforti.

Da “Boxe” in poi, quando si dice Diaframma è come dire Federico Fiumani.

Federico da più di quarant’anni scrive musica e versi per canzoni e poesie che sembrano essere transitate da altri universi, lontani anni luce. Dentro ci sono storie di vita vissuta quasi ai bordi, di amori un po’ anomali, spesso vissuti sull’onda di un’intensità erotica che va esaurendosi come ondate di zolfo.

Piace pensare, idealmente, che sangue d’Albione gli giri in circolo e nelle sue vene è ipotizzabile rinvenire frammenti di liquido punk degenerati in spore new wave primordiale.

Scherzi a parte, è innegabile che il suo sia un approccio al rock che limita ogni facile formula synth-elettronica all’interno della sua musica, fatta da analogici e circolari accordi di basso, chitarra e batteria che inducono a andar fieri dall’averli vissuti quegli anni Ottanta e Novanta che, certo non sono i primi Sessanta pre-psichedelici o i Settanta del prog-rock, ma comunque, hanno dato la stura a quel grunge “a venire” capace di smussare gli spigoli di certo hard.

Da “Boxe”, a seguire “Anni Luce”, “Il Ritorno dei Desideri”, Non è Tardi”, “Sesso e Violenza, “Scenari Immaginari”, “Coraggio Da Vendere”, “Il futuro Sorride a Quelli Come Noi”, “I Giorni Dell’Ira”, “Volume 13” e via via dentro una discografia che arriva al 2022; e ancora, diversi album live e un nutrito numero di album raccolta.

Tornando al concerto di sabato 30 novembre al castello di Corigliano, riprendiamo dall’atmosfera suggestiva che la struttura è capace di evocare. Splendido edificio del Cinquecento, in ottimo stato, da qualche anno è sede di innumerevoli iniziative culturali.

Il cartellone indica le 21.30 come ora di inizio, quando arrivo c’è ancora poca gente, mi confermo l’accredito e scendo nella sala dove si terrà il concerto.

Alla spicciolata arrivano altri spettatori, arriva anche qualche amico fan come me dei Diaframma, scambiamo un po’ di chiacchere e ci prepariamo… in fondo, vedere dal vivo Federico Fiumani dopo vent’anni (l’ultima volta per me fu a Torre Dell’Orso) e pensare a canzoni come “L’odore delle rose”, “Blu Petrolio”, “Latitante”, “Vaiano” e a tutte le altre che mi accompagnano da tanti anni, quanto meno mi crea belle emozioni.

Sono quasi le 22 quando il concerto inizia. La sala è gremita, credo almeno trecento persone, nella stragrande maggioranza dai quaranta in su, sono lì ad applaudire un magnifico sessantaquattrenne che di smettere di suonare il rock non ne vuole proprio sapere.

Lo stage è scarno, pochi riflettori, uno sfondo con su proiettato il nome della band e tanti smartphone che cominciano a scattare foto e filmare appena Federico mette piede sul palco.

L’attacco è furioso, nel suo stile. Tutto “Siberia” snocciolato dentro attimi che si fanno secoli, attraverso i quali scorrono le immagini di tanti film, quelli di ogni presente che dentro le canzoni dei Diaframma si è ritrovato a ogni ascolto.

Neogrigio”, “Impronte”, “Amsterdam”, “Specchi D’Acqua” e via via tutte le altre canzoni dell’album, eseguite con violenza, dolcezza, piglio ed eleganza.

Federico a ogni brano scambia cenni d’intesa con i musicisti (Edoardo Daidone: chitarra, Luca Cantasano: basso e Tancredi Lo Cigno: batteria, gli ennesimi dopo mille formazioni), l’unisono è perfetto, nessuna sbavatura e tanta passione. La voce è impressionante, non perde un colpo, il groove è trascinante, tutti saltano, ballano, cantano.

Oltre alle canzoni di “Siberia”, i Diaframma attingono un po’ da vari album: L’odore delle rose da “Anni Luce”, Labbra blu da “Il Ritorno Dei desideri”, Blu Petrolio da “Boxe”.

Salutano, poi tornano ancora tra le ovazioni del pubblico e danno vita a un altro mini set che si chiude con Federico che omaggia Tom Verlaine e i Television.

Poco meno di due ore intense, magiche e indimenticabili.

Come al solito Federico Fiumani è di poche parole, una canzone via l’altra, poi i saluti veri e l’invito a comprare cd, magliette, vinili e il cofanetto pubblicato per il quarantennale di “Siberia”… in fondo alla sala.

Category: Cultura, Eventi

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