IL PRANZO DELLA DOMENICA / A CORIGLIANO D’OTRANTO PAJATA DI RIGATONI NEL LABORATORIO DI GIANLUCA ESPOSITO

| 1 Dicembre 2024 | 0 Comments

di Raffaele Polo ________

«Ti faccio assaggiare la mia specialità… Indovina cos’è…»  

Mi ha invitato nel suo laboratorio Gianluca Esposito, scusandosi per l’insolita sede di un pranzo domenicale. «Debbo terminare una importante ordinazione, non posso perdere neppure un attimo, ma una breve sosta tra un cappello e l’altro, posso concedermela…» 

E, in realtà, siamo circondati da cilindri e cappelli d’epoca, il nostro ospite ha però preparato qualcosa che riempie la vasta stanza di un profumo particolare…

«Ho fatto la pajata con i rigatoni» ci spiega, sorridendo. Da buon romano, non poteva essere diversamente, pensiamo. E lui ci spiega subito della sua affezione nei confronti della Capitale, dove ha lavorato per oltre dieci anni e dove ha imparato le basi del suo attuale lavoro.

Poi, all’università, ha conosciuto Roberta, la sua attuale moglie, nativa di Corigliano.

«Ma veramente si può vivere producendo cappelli, tra l’altro in modelli particolari e che si vedono solo nei film in costume?», gli chiediamo. E allora, tra un boccone e l’altro della ottima pajata, Gianluca ci spiega che è proprio il mondo dello spettacolo che ha costante bisogno di accessori d’epoca e i cappelli, più che ogni altra cosa, testimoniano subito l’appartenenza ad un certo contesto.

Naturalmente, il suo è un lavoro artigianale, ci spiega con dovizia di particolari che ogni cappello è formato da un’unica forma, non vi sono sovrapposizioni posticce e i suoi modelli, femminili e maschili, sono ricercati anche all’estero, oltre che dai semplici acquirenti.

«Non ci crederai, ma vengono a cercarmi soprattutto collezionisti e amanti del lusso e della estrosità. Ultimamente, ad esempio, un collezionista di vecchie auto mi ha ordinato i copricapo che fossero adatti agli anni di produzione delle vetture. Naturalmente nelle versioni per uomo e per donna…» 

E un cappello per cerimonia, un cilindro, quanto può costare? Gianluca ci spiega che soprattutto nei paesi anglosassoni e negli Stati Uniti sono ricercati i cilindri e che il costo, naturalmente, varia a secondo della fattura e del modello…

«Ma un cappello realizzato artigianalmente dalla tua mano, con tanto di etichetta GL’E MILLINERY, quanto può costare?», insistiamo.  Il nostro interlocutore, che anche quando mangia, indossa un cappello sbarazzino, ci spiega che il costo medio di un copricapo di sua produzione parte da 200 euro, ma con tante possibilità di manifattura…

Il laboratorio-esposizione di Gianluca è nella via principale del centro storico di Corigliano d’Otranto e lui, romano D.O.C., afferma con un sorriso, affondando l’ultima forchettata di rigatoni:«In realtà, i miei attuali concittadini non hanno ancora capito che lavoro faccio…»

Poi ci accompagna a visitare costumi e manufatti che sono in esposizione e narrano tutta la sua vita…

«Per dirti quanto questo mestiere sia raro, basti pensare che, in Italia, c’è un solo rivenditore di  accessori per i cappelli e, nonostante qualche sporadico corso, la professione è veramente in via di estinzione.. io sono sostenuto dalla passione a dalla predilezione che ho sempre avuto per questo meraviglioso complemento dell’abbigliamento. Indispensabile per la vera eleganza, come ci testimoniano gli elegantoni dei secoli passati…»

Gianluca riprende il suo lavoro, lo ringraziamo per l’ottima pajata («Scrivilo con la ‘j’, mi raccomando» mi ricorda sorridendo e dandomi la mano).

Il cappello no, quello non se lo toglie…

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( 28 ‐ continua )

Category: Costume e società, Cultura

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