TERRAMARIQUE IL SALENTO E’ ASSEDIATO DALLE SPECULAZIONI: ORA DOBBIAMO DIFENDERE LA NOSTRA TERRA DALL’ASSALTO DELLE MULTINAZIONALI. SIAMO ALLE BARRICATE, COME DICE PAOLO PAGLIARO, INVITANDO ALLA LOTTA
(g.p.) ________ “Si fa sempre più vicina la minaccia del mostro eolico offshore di Odra Energia di fronte alle coste tra Otranto, Santa Cesarea Terme, Castro, Tricase e Leuca. Il piano pubblicato il 26 novembre dalla società proponente sul sito del Ministero dell’Ambiente – che doveva essere rivisto alla luce delle osservazioni giunte da Comuni, Enti e cittadini – di fatto conferma lo scenario progettuale. Solo fumo negli occhi la riduzione da 90 a 73 del numero di pale galleggianti, che restano alte quasi 300 metri, e l’allontanamento di appena 2 chilometri (da 14 a 12) dalla litoranea. Rimangono invariate anche tutte le opere di approdo, scavo e connessione previste in località la Fraula, a Santa Cesarea Terme”.
Comincia così, con questa brutta notizia, di una minaccia che si fa ancora più incombente, e con l’attestazione che la revisione del progetto si è manifestata con una sostanziale presa per il culo per i Salentini, il comunicato diffuso questo pomeriggio dal consigliere Paolo Pagliaro, che così continua:
Una farsa e un’offesa a tutte le amministrazioni comunali, alle associazioni e ai cittadini che si sono mobilitati con noi contro questo scempio fin da novembre 2021, aderendo alla grande manifestazione di protesta a Porto Miggiano che è stato il primo passo di una battaglia compatta, al di là di ogni steccato ideologico e senza colore politico, a difesa del nostro paesaggio. Ci sono state altri due sit-in a maggio 2022 e a marzo scorso, sempre per ribadire il nostro no categorico al progetto di Odra Energia che minaccia il mare e la costa. Hanno deliberato parere contrario il presidente e l’assemblea dei sindaci della Provincia di Lecce, 72 Consigli comunali e del territorio, la Pro Loco e il Parco regionale naturale Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase. No allo sfregio del paesaggio, no ai danni all’ecosistema marino, no all’impatto visivo e all’inquinamento acustico.
Più volte abbiamo sottolineato i danni collaterali provocati sia ai fondali marini che alle aree terrestri dalle infrastrutture necessarie per l’ancoraggio e il collegamento alla rete energetica. Danni che includono lo stress per la fauna marina, le interferenze con le attività di navigazione e di pesca, l’impatto acustico generato da numerose turbine marine e il deturpamento del paesaggio. Laddove oggi è possibile ammirare le montagne dell’Albania, ci si troverebbe invece di fronte a strutture invasive che alterano profondamente l’estetica del panorama.
Ma Odra ha tirato dritto, passando sulla testa del territorio e ignorando le sue legittime proteste.
Ora il Ministero ha concesso soltanto quindici giorni di tempo per presentare osservazioni al progetto. Quindi, entro l’11 dicembre dobbiamo fare fronte comune per contestare tutte le criticità di un piano scriteriato che – come un bulldozer – persegue il massimo profitto per l’azienda sacrificando il valore paesaggistico, storico e culturale di un’area che dev’essere preservata con ogni mezzo. È a rischio il nostro panorama costiero, uno dei più belli al mondo, patrimonio identitario del Salento e risorsa turistica imperdibile.
Mobilitiamoci tutti e alziamo le barricate contro questo scempio!”.
Fin qui Pagliaro.
Attendiamo la sua chiamata alla mobilitazione. Aspettiamo pure altre indicazioni operative di lotta e tutte le proposte possibili da concretizzare per impedire questo nuovo scempio ambientale.
Il Salento, che comincia con il mostriciattolo di Cerano e finisce con il mostro dell’ex Ilva, è sempre più sotto assedio in tanti modi – discariche, boschi bruciati o minacciati, centrali a biogas, fotovoltaico, impianti monstre di pale eoliche, tralicci e quant’altro di orrendo possa esistere terramarique – a opera di imprenditori senza scrupoli e multinazionali dell’occulta strategia del profitto senza confini.
Per esempio, nella fattispecie questo progetto Oddra è sostenuto da Renantis e da Blue Float Energy, azienda spagnola specializzata in impianti di tipo galleggiante.
In particolare Renantis è una società specializzata in energie rinnovabili con sede a Milano, guidata dall’amministratore delegato Toni Volpe. È nata nel 2002 con il nome di Actelios; nel 2004 diventa Falck Renewables (dal nome dell’azionista di maggioranza, la famiglia Falck) e poi, nel 2022, assume il nome di Renantis a seguito dell’acquisizione da parte di Infrastructure Investments di JPMorgan, il fondo di investimenti P Morgan Chase & Co. una multinazionale statunitense di servizi finanziari collegata all’omonima banca.
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