“Era già tutto previsto”, LA CANZONE DI RICCARDO COCCIANTE COLONNA SONORA DI UN FILM. E DELLA NOSTRA VITA

| 21 Novembre 2024 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo ______

Le canzoni, elemento unificante della cultura popolare, sono la colonna sonora della nostra vita, indissolubilmente legate al piano di ascolto melodico-romantico. “Niente meglio delle canzonette ha il potere magico, abiettamente poetico, di rievocare un tempo perduto”, scriveva nel 1964 in un articolo su “Vie nuove”, da grande intellettuale, appunto attento a tutte le manifestazioni della cultura popolare, Pier Paolo Pasolini.

In questi giorni è uscito nelle sale un film che racconta una vita in maniera suggestiva, “Parthenope” di Paolo Sorrentino: “Nasce dall’idea che l’avventura del passaggio del tempo nella vita di un individuo è qualcosa di epico, qualcosa di maestoso, di selvaggio, di doloroso e meraviglioso”.

E il passaggio del tempo nella nostra vita è segnato dalle canzoni.

Io del film non posso dire, non l’ho visto, lo vedrò come son solito fare per quelli che mi interessano solo quando lo daranno e in chiaro in tv, fra qualche anno.

Invece posso e voglio dire della colonna sonora di “Athena”, la canzone di Riccardo Cocciante “Era già tutto previsto”.

Riscoperta, anzi forse scoperta adesso e basta, in quanto all’epoca non fu un successo di pubblico, fra le altre più conosciute del cantautore italo – francese, in quegli anni molto famoso.

In questi giorni fa il boom di ascolti sulle piattaforme musicali, grazie all’effetto del film.

Ieri sera Riccardo Cocciante, invitato da Mara Venier nel programma di punta della Rai, espressamente richiesto dalla conduttrice, di “Era già tutto previsto” ha fatto una versione live particolarmente suggestiva, da brividi.

Questa canzone è di straordinaria suggestione, appunto, di per sé, e pure di straordinaria attualità, quantunque sia passato mezzo secolo dalla sua uscita.

Anno di grazia e di splendore 1975.

Racconta una storia da ‘amore liquido’, avrebbe detto poi il filosofo Zygmunt Bauman, di quelli che abbiamo imparato a chiamare le conseguenze dell’amore, ‘nei momenti dell’amore’ li chiama invece Riccardo Cocciante, tre.

Povero. Alla prese con uno stereotipo femminile eterno, di una donna volubile, opportunista, vagamente stronza, in tre momenti salienti che vanno dalla passione improvvisa, al tradimento, all’abbandono, dall’appagamento, alla sofferenza, alla disperazione.

Forse chiamiamo amore solamente quello di cui abbiamo bisogno in un determinato momento, quando in un determinato momento lo troviamo. Poi passa. Passa sempre tutto. E poi l’amore in fondo proprio questo è, alla fine: non è difficile dimenticare quello che non hai avuto, è difficile dimenticare la tristezza che te ne rimane. 

Category: Costume e società, Cultura

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