LA STORIA / UN COLPO DI FULMINE
di Giuseppe Puppo _______
Fulminato sulla via di Adda. Ma magari fosse stato in senso figurato, seh!!!
Purtroppo è stato proprio in un senso letterale, concreto quanto potente, che si è abbattuto su di me.
E’ successo cinque giorni fa, venerdì sera. Ero a casa, stavo lavorando al pc al giornale, tranquillo, almeno così pensavo. Nemmeno a casa si può stare tranquilli, non si può stare mai tranquilli.
Nemmeno pioveva, sentivo rombi di tuoni in avvicinamento, qualche striscia di fuoco sparuta di tanto in tanto nel cielo, ma niente di che. Eppure – avrei dovuto insospettirmi – Benito e Valerio, i miei gatti, erano spariti dalla circolazione e si erano andati a nascondere chissà dove.
All’improvviso, apocalypse now. Come un’esplosione.
Una scarica fragorosa, una fiammata intensa, un rumore fortissimo, un attimo lunghissimo di puro terrore. Buio tutto intorno, e tanta paura.
Superato lo choc, constatato di essere ancora vivo, sono riuscito tremante e fumante a riattaccare il contatore dell’Enel, che era saltato all’istante, ed è tornata la luce.
Beh, mi sono detto, va bene così, non è successo niente, certo che se non succedeva era meglio, ma va bene, va bene così, abbiamo scherzato.
Ma il peggio doveva ancora venire.
In successione, subito ho constatato che non funzionava più la Adsl.
Poco dopo ho visto che il pc era uscito malconcio dalla prova e, pur acceso, viaggiava ormai per fatti suoi, a intedrmittenza.
Il telefonino, poi, povero: provava a riavviarsi, un po’ dava il segnale, un po’ metteva la scritta ‘fuori servizio’, come un cristiano che ha preso una terribile botta in testa, prova a rialzarsi, barcolla sui suoi passi e poi collassa.
Ho pensato per un attimo che fossero stati i servizi segreti israeliani, che caso mai m’avevano preso per un capo Azebollah….
Non c’era più nemmeno la linea fissa del telefono.
Muto l’apparecchio, bollente il cordless.
Per finire, infine, poco dopo mi sono accorto che il televisore non rispondeva al telecomando e rimaneva spento, anche provando ad accenderlo con i tasti manuali, niente, tutto nero.
E insomma, una bella botta.
In questi giorni uno dopo l’altro, incontrandoli, ho appreso che il mio destino era stato condiviso purtroppo dagli altri condomini della palazzina in cui abito, colpiti anch’essi con precisione chirurgica a tutti e tre i piani in tutti i loro dispositivi.
In questi giorni, un po’ alla volta, sto cercando di provvedere al bisogno, con l’aiuto di Marcello, mio fratello, che pure mi sta prestando il suo studio di commercialista per permettermi di continuare a lavorare al giornale, fintanto che non finisco le sostituzioni delle varie piattaforme incenerite.
E’ un po’ lontano da casa mia, ma almeno è a Lecce città, non come le nostre due redazioni del giornale, che sono entrambe fuori Lecce, in culo ai lupi.
Non è facile però e ci vuole tanta pazienza.
Io credo che mai niente avvenga per caso, che tutto quello che accade abbia un senso, un significato.
Ecco, solo che però di quanto mi è successo venerdì sera, non sono riuscito ancora a trovarlo.
Category: Costume e società, Cronaca