ESCE DA BESA “Camao e altri racconti” DI ANTUN GUSTAV MATOS
di Raffaele Polo ______
La passione politica e la vocazione artistica sono l’innesco che muove le pagine firmate da Antun Gustav Matoš (1873-1914), figura di riferimento nella cultura croata al passaggio tra il XIX e il XX secolo e padre della letteratura moderna.
Camao è il titolo del racconto capofila della raccolta (“Camao e altri racconti”, Besa, 178 pagine, 17 euro) scritto nel 1900 e spiegato da una nota d’autore, secondo cui Camao è uccello mitico che, nella Spagna medievale, si credeva morisse quando una donna tradiva il marito.
L’adulterio raccontato da Matoš, tuttavia, si consuma a Ginevra tra il giovane e geniale pianista Alfred Kamenski e una giovane donna polacca, Fanny, violoncellista, nobile decaduta e sposata con un ricco ma rozzo americano. Dopo lunghe peripezie e inaudite traversie in vari paesi europei, inaspettatamente Alfred trova in Fanny l’amore sempre cercato nella vita anche senza saperlo. Sarà il bianco pappagallo Camao, dagli “occhi neri come pece nera”, a provocare la tragedia. Nell’atmosfera cupa dell’antica casa di lei, pregna di cattivi presagi, alla fine rimarrà solo il fatale pappagallo a svolazzare su una cupa scena gotica. La lingua del racconto è densa, la narrazione del rapporto tra i due amanti è colma di effusioni liriche, lo stile marca i passaggi nell’atmosfera delle diverse fasi della storia anche con numerosi riferimenti pittorici e musicali.
Antun Gustav Matoš (Tovarnik, 13 giugno 1873 – Zagabria, 17 marzo 1914) è stato uno scrittore e giornalista croato. Dopo gli studi della scuola media si iscrisse alla scuola veterinaria militare di Vienna, ma non vi ultimò mai gli studi. Si arruolò nell’esercito e dato il suo carattere di ribellione venne rinchiuso in prigione. Scappò dalla prigione e si rifugiò a Belgrado. Dalla capitale serba si trasferì a Ginevra e successivamente a Parigi. Finalmente nel 1908 ritornò a Zagabria, dove visse i suoi ultimi giorni facendo il pubblicista e lo scrittore. Morì ancor giovane nel 1914 di tubercolosi.
Matoš scrisse oltre mille opere, tra cui troviamo racconti, novelle, versi, saggi, articoli e lavori teatrali. Pubblicò durante la sua vita tre raccolte di novelle e racconti: Iverje, 1899 (Schegge); Novo iverje, 1900 (Nuove schegge); Umorne priče, 1909 (Storie stanche). Uno dei temi affrontati nelle sue novelle erano le problematiche culturali e politiche della Croazia contemporanea. Questo tema viene ripreso in opere come Moć savjesti (La potenza della coscienza) e in Kip domovine leta 188 (Stato della patria nell’anno 188). Altre novelle invece trovano spesso un tema irreale e romantico come in Miš (Il topo) e Čestitka (Congratulazioni).