LA STORIA / DOMENICA HO MESSO DUE ORE DA BRINDISI A LECCE. VI RACCONTO LA MIA ODISSEA SULLA SUPERSTRADA
di Graziano De Tuglie ______
La superstrada Brindisi Lecce si è tramutata in un autentico calvario per migliaia di automobilisti, e per le loro famiglie, che si sono trovati a percorrerla dal pomeriggio alla tarda serata di domenica 3 novembre. Due restringimenti di carreggiata, ridotta ad unica corsia, hanno tormentato chi rientrava a Lecce e nella sua provincia dilatando a dismisura i tempi di percorrenza.
Anche due ore e un quarto per coprire i 34 chilometri che congiungono i due capoluoghi di provincia contro un tempo medio di percorrenza pari a 35 minuti.
I restringimenti dovuti a lavori che riguardano la sostituzione dello spartitraffico centrale e dei guard-rail laterali sono due: il primo all’uscita della tangenziale di Brindisi e il secondo all’altezza del chilometro 27 in corrispondenza dello svincolo per Surbo. Si sono create code di una lunghezza di tre chilometri senza che vi fosse l’intervento di nessuna autorità preposta alla sicurezza stradale.
Era il rientro delle piccole o grandi escursioni favorite dal fine settimana lungo dovuto alla festività festività di Ognissanti ma chi ha la responsabilità della direzione dei lavori in corso sull’importante arteria non ha provveduto a preventivare nessuna misura lenitiva del prevedibile incremento di traffico automobilistico e degli autobus turistici.
Neanche chi ha la responsabilità della sorveglianza della regolarità del traffico stradale ha provveduto ad adottare o a far adottare le opportune misure.
Quindi chi rientrava nelle proprie residenze da una breve vacanza o da una visita a familiari residenti in altre regioni e province è rimasto in balia di ingorghi mostruosi che già si erano verificati in altri episodi simili (personalmente ricordo analoga situazione il 25 aprile dello scorso anno anche se con un solo restringimento).
Certo anche l’inciviltà di tanti automobilisti concorre alla formazione di mostruosi colli di bottiglia quando, sia pur in presenza di segnalazione di confluire in un’unica corsia, ci sono torme di indisciplinati che continuano a sorpassare utilizzando la corsia che deve essere abbandonata. Così facendo si ammassano all’inizio effettivo del restringimento creando un ingorgo mostruoso di mezzi difficile da districare.
Pericoloso particolarmente quando si pensi che una superstrada come la 613 non ha corsie di emergenza nel caso nei mezzi imbottigliati qualcuno si senta male improvvisamente od ancora quando vi siano bambini di pochi mesi che hanno esigenze alimentari e non a scadenze fisse oppure soggetti che possano essere vittime di crisi di panico.
Ciò non toglie che tranne qualche cartello che preannuncia code nessuna misura attiva viene adottata dalla ditta che svolge i lavori e da chi i lavori stessi dirige, in autostrada, ad esempio, tantissimi cantieri vengono rimossi e per i pochi inamovibili vengono adottate misure opportune ad intralciare il meno possibile il traffico veicolare.
I lavori, poi, hanno durata biblica procedono a rilento e gli operai e i mezzi che si vedono attivi a cantieri aperti sono in numero esiguo e sicuramente non commisurati alla mole del lavoro tanto da far pensare, malignamente, che le imprese lucrino sulla durata delle lavorazioni.
Quello che sorprende è come queste situazioni passino sotto silenzio, come pochi siano quelli che protestano, e come gli enti locali non se ne diano per inteso anche se sono sempre pronti a fare cassa con presenza sanzionatoria quando vi siano scarsi pericoli.
E ancora il silenzio di chi è preposto alla sicurezza pubblica e anche quello dei rappresentanti istituzionali ad ogni livello che è difficile credere siano all’oscuro di queste situazioni, pur passando correndo e con scorte ben dotate di lampeggianti.
La dura realtà è che il territorio leccese è il Sud del Sud, considerato terra di colonia, popolato da schiavi che devono continuare a tirare la carretta senza neanche lamentarsi; rimanendo sempre in arretratezza completa con un gap di almeno tre quarti di secolo rispetto al capoluogo di regione e ai territori a nord di Bari. E fanno bene perché dalle migliaia di utenti coinvolti nei disagi della disastrosa prima domenica di novembre 2024 sembra non essersi levato neanche un belato.
O forse non si sono stati media che lo abbiano riportato pur avendo coinvolto migliaia di cittadini.
Inoltre, all’ultimo istante mi hanno testimoniato che, sia pur in misura ridotta, analoghi disagi si creano ogni domenica sera.
E’ una situazione impossibile.
Perfettamente ragione su tutto, c’ero anche io domenica sera.