IMPRENDITORI D’ASSALTO E POLITICI COMPIACENTI: A CAFORE, FRA LECCE, SURBO E TREPUZZI, IL NUOVO PROGETTO PER UNA PERICOLOSA E DANNOSA CENTRALE A BIOGAS

| 29 Ottobre 2024 | 0 Comments

di Graziano De Tuglie ______

Nei territori dei Comuni di Soleto, poi Lequile, poi Copertino, più un megaprogetto di una multinazionale cinese ancora da localizzare con precisione. Sono già numerosi i progetti per costruire nel nostro Salento, dal territorio già martoriato e desertificato, centrali a biomasse.

L’ultimo, in ordine di tempo di cui siamo venuti a conoscenza, da 500 metri cubi all’ora, è previsto alle porte di Lecce, la cui amministrazione comunale è competente alle autorizzazioni e ha indetto la conferenza dei servizi per le valutazioni di merito, in località Cafore, fra appunto Lecce, Surbo e Trepuzzi.

E’ stato presentato della società Agrienergia Circolare Srl 6, con sede legale a Roma, esistente solo da un anno, presidente Luciano Iannuzzo.

La mancanza di scelte concrete sulla destinazione finale dei rifiuti solidi urbani e particolarmente sullo smaltimento della frazione umida lascia spazi notevoli alle iniziative che prospettano soluzioni nocive per l’ambiente in Puglia, specialmente nella provincia di Lecce.

Da decine di anni le amministrazioni succedutesi all’amministrazione della Regione non sono state capaci di adottare soluzioni efficienti, efficaci e soprattutto non nocive ai suoi abitanti.

E’ sempre stata data priorità all’inseguimento delle varie emergenze senza sforzarsi di lavorare per  un serio piano organico di trattamento finale della frazione dei rifiuti più pericolosamente attiva dal punto di vista chimico-fisico, che è quella umida.

Ecco che nel confusionario vuoto normativo si inseriscono le più svariate iniziative private che suscitano allarmi e proteste nelle popolazioni interessate da simili proposte. Proposte che spesso propendono per i metodi più semplici da attuare ma che sono i più pericolosi per le ricadute sulla salubrità del territorio.

Infatti nella quasi totalità dei casi si opta per gli inceneritori contrabbandati con la dizione truffaldina “termovalorizzatori”, oppure con una modalità recentemente aggiornata a digestore anerobico per produrre biogas.

Una modalità operativa in cui i rifiuti umidi (organici), dopo pre-trattamenti e puliti, vengono inviati in grossi vasconi sigillati dove sono presenti microrganismi (batteri) che, operando in assenza di ossigeno (da qui il termine anaerobico), favoriscono la trasformazione della sostanza organica in biogas e in digestato.

Il biogas prodotto – miscela di gas costituito prevalentemente da metano e anidride carbonica oltre ad altre sostanze dannose e nocive – viene poi trattato in un processo di depurazione chiamato “upgrading” per ottenere sostanzialmente metano.

Il digestato – rimasto nei vasconi dopo la produzione del gas – viene poi sottoposto a  “compostaggio aerobico” che si sviluppa in ampie fosse ben aerate dove, per l’azione di altri microrganismi che operano in presenza di ossigeno (da qui il termine aerobico), viene trasformato dopo alcuni mesi in “compost”.

L’alternativa alla biodigestione è proprio il compostaggio di tutto il materiale organico, che fornisce un compost di altissima qualità, indispensabile per rinnovare i terreni agricoli, e in percentuale più che doppia rispetto a quanto avviene a partire dal digestato. 

Purtroppo l’anaerobico viene preferito per i consistenti incentivi che tali impianti hanno spuntato dalle vaie compagini governative degli ultimi quinquenni ma hanno criticità fortissime. E’ metodologia  antieconomica (per i cittadini, ma remunerativa per gli imprenditori); richiede impianti di grandi dimensioni; porta alla produzione di un quantitativo di energia risibile; produce un compost praticamente inutilizzabile; genera cattivi odori e inquinanti; e i grossi serbatoi di gas prodotto costituiscono un serio rischio per la popolazione.

L’operatività largamente preferibile è quella aerobica che produce compost di altissima qualità immediatamente riutilizzabile come ammendante per i terreni agricoli con l’ulteriore vantaggio di ridurre l’utilizzo nelle coltivazioni della chimica di sintesi.

In Puglia nel 2005, Vendola vinse le elezioni regionali anche con la promessa si promuovere la costruzione di una rete di impianti di compostaggio rimasta promessa da marinaio; nessun politico locale, anche quelli che dicono di avere a cuore la protezione dell’ambiente e si vantano di sinergie con associazione ecologiche o pseudo tali, e nessun partito ha programma di azione centrato sul compostaggio aerobico. Simile azione toglierebbe spazio a tanti imprenditori d’assalto che propongono soluzioni dello smaltimento dei rifiudi umidi in modo dannoso per popolazioni e territori.  

                       
Come ad esempio quello proposto tra Trepuzzi, Lecce e Surbo in località Cafore che ha suscitato una veemente reazione del Coordinamento Territoriale del movimento “Regione Salento” di Trepuzzi che si oppone radicalmente al progettando impianto a biogas anche in considerazione della vicinanza con la storica Abbazia di Cerrate e che promette la stessa strenua opposizione riservata all’impianto a biomasse in località Masseria Ghetta.


Rimane il quesito di fondo sulle ragioni che impediscono la promozione di una normativa che favorisca il compostaggio aerobico di qualità bloccando di fatto la favola della produzione del biogas. Ma le forze politiche, quando arrivano a posizioni di governo, rimangono sedotte dagli stuoli di lobbisti che sponsorizzano sempre, con forza, soluzioni che non sono negli interessi delle popolazioni che amministrano. ______

LA RICERCA nei nostri articoli del 23 giugno e 1 agosto 2023

Category: Cronaca

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