“La realtà attuale richiede pragmatismo”. A leccecronaca.it PARLA IL LEADER DEI GIOVANI UNIVERSITARI DI DESTRA MATTIA GALLOTTA. PRAGMATICAMENTE APPUNTO
di Giovanni Gemma ______ «La realtà geopolitica attuale richiede pragmatismo» – sostiene Mattia Gallotta, ventenne presidente di Azione Universitaria Lecce e dirigente provinciale di Gioventù Nazionale, l’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia. Gli abbiamo fatto delle domande un po’ variegate – dall’energia all’università – in virtù del suo doppio ruolo, rappresentante degli studenti e membro della giovanile del partito di maggioranza di governo.
Abbiamo sentito tanto parlare di Piano Mattei – ed essendo nel tacco d’Italia ci interesserebbe sapere se porterà a qualcosa di concreto. Innanzitutto: il Piano Mattei esiste o è solo una promessa con una cabina di regia?
Il Piano Mattei esiste ed è un progetto concreto che mira a rilanciare il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo e nell’Africa, in continuità con la politica estera basata sull’indipendenza energetica e sul rafforzamento delle relazioni con i partner strategici. La cabina di regia è solo una delle prime fasi di attuazione di un piano che prevede investimenti concreti.
Come impatterà una futura implementazione del Piano Mattei sul mercato energetico italiano?
L’implementazione del Piano Mattei porterà all’Italia una maggiore sicurezza energetica, riducendo la dipendenza dai fornitori esterni, in particolare quelli più instabili politicamente. Rafforzerà la posizione dell’Italia come hub energetico europeo e mediterraneo, favorendo l’importazione di energia a costi più competitivi e la diversificazione delle fonti.
Meloni è andata in Cina da Xi Jinping per riprendere i contatti commerciali tranciati dall’iniziale rifiuto della Nuova via della seta. Con questa mossa ha però smentito se stessa, dopo aver passato anni a criticare le intese tra Pechino e Roma.
La visita di Giorgia Meloni in Cina può essere vista come una mossa pragmatica e strategica, non contraddittoria. Il rifiuto iniziale della “Nuova Via della Seta” era basato su una giusta valutazione dei rischi legati all’influenza cinese sulle infrastrutture critiche italiane e sul nostro tessuto produttivo. Tuttavia, ciò non significa chiudere le porte a un dialogo commerciale, ma piuttosto ridefinire i termini delle relazioni con Pechino su basi più eque e vantaggiose per l’Italia. La sovranità e l’interesse nazionale restano al centro dell’azione del governo Meloni, e riaprire i contatti con la Cina non significa sottomettersi a essa, ma piuttosto negoziare da una posizione di forza, salvaguardando l’indipendenza economica del nostro Paese.
Sostituire il gas russo con quello algerino non significa, dopotutto, sostituire come fornitore uno Stato autoritario con un altro uguale?
La realtà geopolitica attuale richiede pragmatismo: l’Algeria è un partner strategico dell’Italia e l’importanza di diversificare le fonti di approvvigionamento è cruciale. A differenza della Russia, con cui vi è stata una rottura a causa dell’aggressione in Ucraina, l’Algeria è un partner più stabile per noi, e con una maggiore prossimità geografica. Paragonare le due situazioni sulla base di diverse concezioni di “democrazia” e “autoritarismo” è abbastanza strumentale.
Nella manovra di bilancio, il ministro dell’Economia Giorgetti ha deciso di equiparare le tasse sul diesel a quelle sulla benzina, con un rialzo del costo del primo. Eppure c’era chi prometteva tagli delle accise.
Il rialzo del diesel è una misura necessaria per rispettare gli impegni di bilancio e sostenere le finanze pubbliche. Le promesse sui tagli delle accise rimangono un obiettivo, ma vanno realizzate in modo graduale, tenendo conto del contesto economico globale e delle necessità di copertura finanziaria. Questo governo ha ereditato una situazione complicata.
Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha dichiarato recentemente che il passaggio all’automotive elettrico va ritardato rispetto ai termini attuali. Non si rischia invece così che l’Europa si trovi in condizione di forte svantaggio rispetto alla sviluppate industria delle auto elettriche cinese e alla nascente statunitense?
Il ritardo nella transizione elettrica è necessario per tutelare la nostra industria automobilistica e i posti di lavoro. Non possiamo permetterci di compromettere la nostra economia per seguire scadenze imposte dall’esterno, specialmente se ciò ci rende dipendenti dalla tecnologia cinese. È fondamentale sviluppare un piano realistico che consideri le capacità del nostro tessuto industriale.
Il decreto del Ministero dell’Università prevede un taglio di 173 milioni al Fondo di finanziamento ordinario per gli atenei...
La decisione di ridurre di 173 milioni il Fondo di finanziamento ordinario per gli atenei deve essere contestualizzata nel quadro più ampio delle esigenze di bilancio nazionale. È evidente che i tagli non sono mai popolari, ma in momenti di difficoltà economica è necessario ottimizzare le risorse e tagliare gli sprechi, piuttosto che aumentare indiscriminatamente i finanziamenti senza un’effettiva razionalizzazione delle spese.
Come ha dichiarato il rettore dell’Università di Trieste, l’unica soluzione che hanno le amministrazioni universitarie è alzare le tasse. Questa politica di austerity non compromette la già spesso precaria situazione didattica, lavorativa e abitativa degli studenti?
Parlare di “austerity” in questo contesto è assurdo. L’obiettivo del governo non è comprimere l’istruzione, ma renderla più efficiente. L’idea è quella di premiare gli atenei che dimostrano di saper utilizzare bene i fondi e razionalizzare le spese, piuttosto che distribuire denaro a pioggia.
Sostenere che l’unica soluzione sia l’aumento delle tasse è un’argomentazione pretestuosa e semplicistica. Gli atenei potrebbero, per esempio, ridurre le spese non essenziali e investire in partnership con il settore privato, migliorare la loro capacità di attrarre finanziamenti europei o internazionali e valorizzare il patrimonio immobiliare inutilizzato.
Infine, è importante sottolineare che il governo è consapevole delle difficoltà degli studenti, specialmente in termini di alloggio e costo della vita. Per questo motivo, parallelamente ai tagli al Fondo di finanziamento ordinario, sono stati previsti programmi di sostegno per le categorie più deboli, attraverso borse di studio e agevolazioni mirate. Le difficoltà esistono, ma il governo si sta impegnando a gestirle nel miglior modo possibile senza compromettere l’equilibrio complessivo dei conti pubblici.
Mentre a Gaza l’esercito israeliano commette atrocità senza sanzioni, ENI collabora con il governo di Tel Aviv per l’estrazione del gas sottomarino al largo delle coste della Striscia, in violazione della sovranità palestinese. Intanto, in Italia, guardiamo le pubblicità di Eni Plenitude: non è una forma di greenwashing in complicità con i crimini israeliani di cui si sta occupando la Corte penale internazionale?
L’Italia è un Paese sovrano e le nostre aziende, come ENI, hanno il diritto di fare affari con partner strategici come Israele. Da un punto di vista economico e meramente logistico, non si può negare che Israele sia un alleato fondamentale delle aziende italiane in Medio Oriente. La collaborazione energetica serve non solo all’Italia ma anche alla stabilità regionale. Le questioni politiche e giudiziarie internazionali, sicuramente fondamentali e su cui occorrono profonde riflessioni soprattutto alla luce degli attacchi alle basi Unifil dell’ultimo periodo, devono essere affrontate separatamente. Pensare che tali aziende possano boicottare i rapporti con Israele e compromettere così in maniera decisiva la stabilità economica nazionale è fantascientifico oltre che assolutamente distopico. Certo è, ovviamente, che se l’escalation del conflitto dovesse andare a discapito dell’Italia bisognerà fare altri tipi di riflessioni.
Nella Sua esperienza con Azione Universitaria in UniSalento, quanta consapevolezza diffusa sulla questione della transizione energetica hai notato tra gli studenti?
La consapevolezza sulla transizione energetica tra gli studenti sta crescendo, ma c’è ancora molto lavoro da fare. È importante informare i giovani sui benefici di una transizione che tuteli l’ambiente ma anche i posti di lavoro e l’economia nazionale. Serve un equilibrio tra ecologia e sviluppo industriale. Sicuramente la disinformazione di chi si schiera per partito preso non serve, se non ad allontanare ulteriormente una gioventù già parecchio confusa sul tema.
L’Ateneo si sta attrezzando adeguatamente sui temi ecologici?
Molti Atenei, inclusa l’UniSalento, stanno facendo progressi, ma c’è ancora strada da percorrere. Tuttavia, non bisogna correre troppo: la transizione ecologica deve essere graduale e sostenibile economicamente. Non possiamo permetterci misure avventate che penalizzino l’istruzione o che aumentino i costi per le famiglie.
Nella campagna elettorale per le amministrative di Lecce, mentre dalle altre parti si parlava e si agiva verso l’agrivoltaico e le comunità energetiche, a destra si mandava avanti il mantra – in parte realizzato – del no alle piste ciclabili. Ma davvero l’obiettivo è smantellare la ancora nascente rete ciclabile urbana?
Non si tratta di smantellare la rete ciclabile, ma di dare priorità alle infrastrutture che servono realmente ai cittadini. Le piste ciclabili possono essere utili, ma devono essere ben progettate e non devono intralciare la viabilità urbana o danneggiare le attività economiche locali. Si tratta di un uso razionale dello spazio urbano. Aggiungo che una “pista ciclabile” dovrebbe consistere in un percorso sensato che inizia in un punto e finisce in quel punto, o comunque che percorra un certo tragitto. A Lecce vediamo micro-piste che raggiungono anche pochi metri di lunghezza. In piazza Ariosto, ad esempio, vi è una rotonda con diverse uscite in mezzo alle quali sono state piazzate delle piste che non hanno alcuna utilità se non togliere spazio ai commercianti e mettere in pericolo la vita dei ciclisti stessi (non vi è, in alcuni casi, alcun segnale di STOP per le macchine). Un conto è dire che la rete urbana è “ancora nascente”, un conto è dire che è fatta senza alcun criterio logico ed è assolutamente dannosa.