IL MIO TEATRO DI POESIA / FILIPPO TOMMASO MARINETTI: “Voglio combattere ancora”

| 3 Ottobre 2024 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo ______

Per una coincidenza significativa, ma significativa assai, cominciai a scrivere di teatro per caso, per caso si fa per dire, perché io credo che mai niente avvenga per caso.

Era il 2009, ero sempre a Torino, ero sempre già giornalista e scrittore, ma di teatro non mi ero mai occupato, quando ideai il mio primo spettacolo teatrale.

Basato sulla documentazione letteraria, non aveva un testo scritto e non ce l’ha mai avuto.

I fatti andarono così.

Alcune settimane prima, ero stato invitato da un’associazione culturale di Casale Monferrato a tenere una conferenza a gennaio in occasione del centenario della pubblicazione del Manifesto del Futurismo. Siccome sono io stesso che di solito esco fuori mediamente annoiato da questo tipo di celebrazioni, non volevo proprio auto-annoiarmi. Decisi e proposi pertanto agli organizzatori, che accettarono ben volentieri, di fare nell’occasione qualcosa di particolare, di spettacolare, appunto, magari facendo sentire dal vivo la poesia futurista.

L’idea era appunto questa: una rappresentazione culturale originale, che diventa vero e proprio spettacolo, per il tentativo del tutto inedito, e riuscito in maniera pressoché perfetta, di interpretare proprio scenicamente la poesia futurista.

Informai del progetto la mia amica attrice salentina Sandra Maggio, che ne fu entusiasta e si mise subito a studiare e provare per interpretare al meglio la poesia futurista, mentre io cominciai a metter mano al canovaccio dello spettacolo.

Quando arrivò la data fissata, eravamo pronti.

http://www.giuseppepuppo.it/video5.htm

“Voglio combattere ancora!” ATTUALITA’ DI FILIPPO TOMMASO MARINETTI IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DELLA PUBBLICAZIONE DEL MANIFESTO DEL FUTURISMO

CASALE MONFERRATO Galleria Santa Croce sabato 17 gennaio 2009 – h 17.30

Brividi. Ma non per l’emozione…

Andammo insieme in auto da Torino a Casale Monferrato, arrivammo già abbastanza infreddoliti. Già, ricordo che quella sera faceva un freddo acuto, acuito dal fatto che noi due eravamo vestiti da scena, senza quindi particolari protezioni pesanti e la location era sì al coperto, ma esposta da tutti i lati all’aria gelida.

A fine spettacolo, la pizza e birra con brindisi finale di assenzio condivisa con gli organizzatori e gli spettatori, attenti e partecipi, che vollero seguirci a cena, fu particolarmente gradita.

Freddo a parte, fu un debutto felice, che ricevette numerosi e unanimi apprezzamenti, solleticando la mia gratificazione e facendo maturare dentro di me la consapevolezza di addentrarmi nella scrittura per il teatro.

Nei mesi successivi, “Voglio combattere ancora” ebbe numerose repliche in Piemonte, particolarmente significativa la serata- evento nel prestigioso Teatro Alfieri di Asti e qualcuna negli anni successivi pure in Puglia, visto che nel frattempo ero ritornato da Torino a Lecce.

Qui di seguito tutte le date delle rappresentazioni fatte, e poi il canovaccio dello spettacolo.

PRAROLO ( Vercelli )

La Cittadella del Mastro Artigiano

corso Casale, 3 – ex strada statale 31

domenica 26 aprile 2009 – h 18.00

Per la rassegna “Acqui in palcoscenico”

ACQUI TERME

Sabato 11 luglio 2009Teatro Verdi – Piazza Conciliazione – ore 21.00

Per la VI EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DI LETTERATURA “I luoghi delle parole”

CHIVASSO – TEATRINO CIVICO

VENERDI’ 23 OTTOBRE 2009

ore 9.00 e in replica ore 11.00

CHIERI

Sala Concerie, via Concerie, 2

giovedì 19 novembre 2009 – ore 21.00 – a cura dell’associazione Poesia attiva

ALESSANDRIA

NELL’AMBITO DELLA BIENNALE DI POESIA E LETTERATURA

salone di Palazzo Cuttica – via Parma, n. 1

venerdì 20 novembre 2009 – ore 21.00

ASTI

Manifestazione conclusiva dell’anno centenario – A cura del Comune di Asti e della Provincia di Asti – Teatro Alfieri, via al teatro, 2

giovedì 3 dicembre 2009

con la partecipazione sulla scena di Bruno Labate e Manlio Bichiri

e le musiche del Maestro Diego Mingolla – a seguire: APERITIVO FUTURISTA

Lecce, Centro Fiere – piazza Palio – sabato 13 novembre 2010 – ore 20.00

Torino, Circolo Culturale Asso di Bastoni, via Cellini 22- venerdì 11 novembre 2011 – ore 21.00 – con apericena a base di cucina futurista e naturalmente assenzio a volontà,

Novoli, Teatro Comunale, martedì 9 gennaio 2018, ore 20.30. Parole in libertà, che si fanno spettacolo, nella magica, irripetibile, unica dimensione del Teatro, fra “personale” e “politico”, fra ieri, oggi e…dopodomani! Fra le novità la scenografia, e la regia teatrale, affidate a Eliana Masulli; il focus sugli sviluppi artistici, le suggestioni, le influenze, che il movimento futurista ebbe nei decenni successivi nel Salento, a cura di Stefano Donno; la partecipazione in scena della giovanissima poetessa leccese Chiara Evangelista. Co-produzione multimediale a cura di Perla Longo e Mauro Camassa.

https://www.leccecronaca.it/index.php/2018/01/10/filippo-tommaso-marinetti-e-tornato-a-combattere-a-novoli/

IL CANOVACCIO DELLO SPETTACOLO

La struttura è semplice: un presentatore – narratore, e un’attrice.

La scenografia, scarna ed essenziale, l’interno – giorno di un salotto borghese degli anni Trenta. Ricordo comunque quella preparata dal circolo culturale Asso di Bastoni, meravigliosa, con arredi, masserizie, suppellettili, quadri e stampe, tutto originale dell’epoca.

Io, che pure attore non sono, con tutti i miei limiti di memoria e soprattutto di dizione, raccontavo; alternandomi sulla scena con Sandra Maggio, che interpretava le poesie e leggeva i testi narrativi.

Ricordo l’incipit: “Come è noto, Ezra Pound viene unanimemente considerato a livello internazionale il più importante poeta contemporaneo, per i suoi ‘Cantos’, la summa della civiltà moderna, così come la ‘Commedia’ di Dante lo è di quella medioevale.

Come è forse meno noto, due, solo due, dei Cantos furono composti in italiano. In particolare, il 72, scritto a caldo da Pound subito dopo aver appreso notizia della morte di Marinetti, avvenuta a Bellagio, sul lago di Como, il 2 dicembre 1944, all’età di 65 anni”.

Pound , con l’animo affranto, fa parlare direttamente Marinetti, come nella Commedia parlano i personaggi storici che si susseguono… Ed ecco cosa dice…”.

Qui, il primo ingresso dell’attrice, che interpreta la parte iniziale del Cantos 72, dall’incipit:

Purché si cominci a ricordare la guerra di merda
Certi fatti risorgeranno. Nel principio Dio
Il grande esteta, dopo avere creato cielo e mondo
Dopo il tramonto vulcanico . . .
Cacò il gran’ usuraio Satana-Gerion
e, prototipo
dei sostenitori di Churchill.
E mi viene ora a cantar
in gergo rozzo (e non a (h)antar’ oscano) ché
dopo la sua morte mi venne Filippo Tomaso dicando:
“Bè, sono morto,
ma non voglio andare in Paradiso, voglio combattere ancora.
Voglio il tuo corpo, con che potrei ancora combattere”.
Ed io risposi:”Già vecchio il mio corpo, Tomaso
e poi, dove andrei? Io ne ho bisogno del corpo.
Ma ti darò posto nel Canto, ti darò la parola, a te;
ma se vuoi ancora combattere, va; piglia qualche giovanotto
pigiate hualche ziovinozz’ imbelle ed imbecille
per fargli un po’di coraggio, per dargli un po’ di cervello
per dare all’Italia ancor’ un eroe fra tanti;
così puoi rinascere, così diventare pantera,
così puoi conoscere la bi-nascita, e morir una seconda volta
non morir viejo a letto,
anzi morir a suon di battaglia
per aver Paradiso».

e fino al congedo col PRESENTE! (omettendo tutto il resto del Cantos 72, che continua con l’evocazione di altre figure storiche).

Ci sono poi parte integrante dello spettacolo altre due poesie, integrali: la prima celeberrima che dà inizio in pratica attuazione alla poesia futurista, “Il Bombardamento di Adrianopoli”, e la seconda, invece misconosciuta, anche perché assai scomoda, politicamente scorretta, l’ultima, il “Quarto d’ora di poesia della X Mas”.

Per quanto mi riguarda, raccontavo l’esperienza del Futurismo in maniera agile e stringata, co i seguenti punti – cardine del discorso: le avanguardie del primo Novecento; le sperimentazioni linguistiche, da cui prese il via, passando subito dopo attraverso le novità introdotte da Giuseppe Ungaretti, la poesia italiana contemporanea; la velocità e gli altri miti futuristi; la sua capacità di organizzazione, di divulgazione e di propaganda, a livello multimediale; la diffusione su scala internazionale; il tema della guerra ‘sola igiene del mondo’, da inquadrare nel contesto storico particolare pre Prima Guerra Mondiale, e da riconsiderare, così come quella concezione fu ripensata se non successivamente negata da tanti grandi scrittori e poeti che andarono al fronte e ne tornarono completamente diversi nella loro visione del mondo; i problematici rapporti con Benito Mussolini; la dimensione famigliare, dell’uomo e dell’opera, raccontata attraverso testimonianze pazientemente ritrovate e particolarmente significative, della moglie, Benedetta Cappa, e delle tre figlie, Vittoria, Ala e Luce.

Tutte questioni che io sviluppo ovviamente con le mie personali valutazioni, ma che un altro che voglia cimentarsi con la messa in scena di questo spettacolo potrebbe sviluppare con le sue.

L’importante è far sentire, la vera essenza di tutto, la poesia futurista, tanto citata teoricamente, quanto praticamente insondata.

Per questo le altre due poesie scelte sono proposte integralmente, “parole in libertà” che ne sono foneticamente l’essenza stessa:

Fazzoletti bianchissimi pieni d’oro
Pum tum pum tum tum, pum tum tum pum tum tum
2000 granate di guerra strappare
Con schianti schianti
Capigliature nerissime spilonate di fosforo
Pum tum pum tum pum tum

… e in scena dalla bocca di Sandra Maggio partivano veri e propri colpi di cannone, proiettili di mitragliatrice.

Fra una scena e l’altra, alcuni brani musicali, fra cui Voglio vivere così, una canzone composta nel 1941 da Giovanni D’Anzi e Tito Manlio e interpretata da Ferruccio Tagliavini

Infine, a integrazione della documentazione, le testimonianze autentiche delle figlie, da leggere durante la rappresentazione.

Luce: “Sul Marinetti politico ci sarebbe un lunghissimo discorso da fare. E invece si ricorre sempre ai luoghi comuni e ci si limita al Marinetti del ventennio, e di parte del ventennio: Marinetti si era rivelato, chiedeva il suffragio universale, il voto alle donne, una democrazia dinamica, piena…Marinetti che convive col fascismo andrebbe analizzato…Sul piano umano
rimase molto legato a Mussolini; ci sono stati momenti di rottura, anche da parte di Mussolini, ma il rapporto, cementato dall’interventismo e dalla guerra, rimase sempre stretto. Il che non toglie che Marinetti e il futurismo non riuscirono a imporre le loro tesi di rinnovamento e di modernità”.

Sul Marinetti “privato” conviene sentire invece l’altra figlia Ala, in un interessante racconto della sua “vita col padre”: “La nostra era una vita familiare molto serena, molto regolata. Mio padre era un uomo estroverso, allegro, la battuta ironica sempre pronta. Come tutti gli uomini che diventano padri non più giovani, con noi bambine era buonissimo, ci avrebbe fatto fare tutto quello che volevamo.

L’unica cosa che lo mandava in bestia, quando diventammo adolescenti, era che qualche ragazzino ci ronzasse intorno. E a me, che avevo sempre la testa fra le nuvole, lui che aveva un ottimismo innato, che scherzava sempre e che anche nelle peggiori catastrofi trovava qualcosa di buono, una volta disse in tono lapidario: ‘Ricordate che il migliore degli uomini è comunque il peggiore delle canaglie!’.

Mia madre era libera spiritualmente, aveva studiato pedagogia, si occupava di bambini, era molto matura già a venti anni e molto sensibile, prima di conoscere Marinetti non aveva avuto nessun problema sentimentale. prima di conoscere Marinetti non aveva avuto nessun problema sentimentale. Fu anticonformista perché accettò di uscire di casa e di andare a vivere con lui che era una personalità famosa, estremamente libero, con molte donne, una vita internazionale, senza essere sposata, perché lui non ammetteva il matrimonio…La nostra casa aveva un andamento molto conformista.

Noi andavamo a scuola la mattina accompagnate dalla nostra governante…Poi tornavamo a casa e andavamo nelle nostre stanze…I grandi stavano nella zona del salotto e della stanza da pranzo, con i loro amici, Balla, per esempio, o Carrà, ma noi non li vedevamo…Certe volte, quando eravamo in vacanza a Capri, dove mio padre e mia madre erano stati anche prima della nostra nascita, lui svegliava lei la notte, perché gli era venuta l’ispirazione, lui le dettava e lei scriveva”.

Anche la terza figlia Vittoria ha ricordato il padre: “Sapevamo perfettamente che il fascismo sarebbe crollato. Io gli dicevo: ‘Papà, ti fanno del male’ e lui mi rispondeva: ‘Bisogna pensare al dopodomani, non al domani’…” ______

( 1 – continua )

Category: Cultura

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