“Il mio piano Mattei per il Salento”. SUL FUTURO DELLE NOSTRE IMPRESE AGRICOLE A leccecronaca.it PARLA ANGELO AMATO. CON OTTIMISMO: “Vi racconto come agrivoltaico, comunità energetiche e idrogeno verde possono fare la differenza”
di Giovanni Gemma ______
«Settori finora estranei si stanno incrociando: mobilità, energia ed agricoltura. Tutti e tre i settori possono essere messi su da un’azienda agricola. Per questo avere una visione ottimistica del futuro non è un’utopia».
Così inizia Angelo Amato (nella foto), 59 anni, che è nato a Brindisi e abita a Lecce, professionista del settore primario ed esperto delle tecnologie per coniugare agricoltura ed energia.
Ispirandosi a Mattei, ci ha indicato con voce ferma ed energica alcune tecniche che aiuterebbero il nostro territorio economicamente ed ecologicamente. Lo ringraziamo per aver concesso a leccecronaca.it questa intervista..
In quali condizioni versa il settore primario nel Salento?
Il settore primario continua ad essere trainante per il PIL italiano. C’è chi ha il petrolio, chi i minerali, l’economia forestale al Nord. Noi al Sud avevamo l’agricoltura; con la xylella, l’errore fatto dalla politica e dalle associazioni di categoria è stato quello di puntare sulla monocultura, a discapito del vigneto, per esempio. Per il meccanismo della PAC [fondi UE per la Politica agricola comune; ndr] si è deciso di fornire agli agricoltori un contributo per l’espianto dei vigneti. Intanto i vigneti rinascevano al Nord.
Perché si è scelta questa strada?
Si voleva ottenere una grande concentrazione di produzione d’olio, nello specifico olio lampante nel Salento. Anche Report ci ha dedicato un’inchiesta. Si è passati dalla qualità alla quantità: alberi lasciati a sé, terreni poco lavorati e così via. Per limitare la crescita delle erbacce intorno alle piante si sono usati veleni, indebolendo le difese della pianta e favorendo indirettamente la malattia della xylella.
Eppure si parla tanto del terziario come settore più importante.
Nel PIL pugliese il settore primario rappresenta il 12%, mentre il turismo l’8%, ma molti pensano che la nostra ricchezza siano i turisti! L’economia è come un palazzo in costruzione. Si parte dalle fondamenta, e solo dopo si passa al terziario. L’agricoltura sono le fondamenta. Se il settore primario non è forte, i piani successivi non crescono.
Parliamo di energia ora. Rinnovabili ed agricoltura sono compatibili?
Il Sole è una risorsa primaria, naturale, e ne deriva energia pulita. Abbiamo tantissima energia non sfruttata a disposizione. Lo sviluppo delle rinnovabili deve essere gestito – politicamente e dai cittadini – come un aiuto all’agricoltura.
In che modo?
Incentivando l’agricoltura innovativa e l’agrivoltaico avanzato (cioè coi pannelli trasparenti). Quest’ultimo, tra le fonti di energia rinnovabili, è quello più adatto agli agricoltori, riparando le piante ma sostenendone la crescita mentre raccoglie acqua piovana.
Guardando al Suo progetto, a quale linea Si ispira?
La nostra battaglia è quella di Enrico Mattei, la cui storia ci insegna che un paese libero energeticamente può sviluppare meglio e più liberamente la propria economia.
Come si traduce ciò, praticamente, nel Salento?
Investitori stranieri hanno capito il business dell’energia solare, acquistando o affittando terreni, investendo sulla struttura dell’agrivoltaico e portando a casa il reddito dato dall’energia mentre all’agricoltore rimane solo la coltivazione. Questo reddito potrebbe rimanere invece da noi, altrimenti finiamo per essere sfruttati come la Basilicata per il petrolio.
Cosa intende invece per agricoltura innovativa?
Agricoltura innovativa significa meccanizzazione, uso delle tecnologie e agricoltura di precisione su piantagioni con coltivazioni da reddito, riducendo il consumo di prodotti chimici ed acqua grazie ai metodi tecnologici che individuano i bisogni specifici di piante singole. Spesso, con i pannelli di vecchia generazione, che creano ombra, ai proprietari dei terreni basta il reddito energetico, quindi si accontentano di coltivazioni a basso reddito – tipica l’erba medica per gli animali. In quest’ultimo caso non c’è equilibrio tra la produzione energetica e quella agricola.
La Sua esperienza non si ferma però a questo settore.
Settori finora estranei si stanno incrociando: mobilità, energia ed agricoltura. Dall’energia in eccesso prodotta dai pannelli abbiamo idrogeno verde, un combustibile alternativo alle batterie, ad impatto zero. Tutti e tre i settori possono essere messi su da un’azienda agricola.
Se La accusassero di avere progetti irrealizzabili?
Non è un’utopia. La Regione Puglia è la prima in Italia a creare una regolamentazione per le valli dell’idrogeno, investendo nell’acquisto di 6 treni ad idrogeno verde sulle tratte salentine per le Ferrovie del Sud-Est. Per ora, stanno investendo sull’allargamento dei binari in Provincia di Lecce, per cui non sono ancora in funzione.
Ci spieghi qualcosa in più sull’idrogeno verde.
L’idrogeno verde è pensato innanzitutto per i mezzi pesanti, ma il mercato sta andando verso le auto. Le attuali sono a motore endotermico. Ora si sta spingendo sul motore elettrico, che può essere ancora a batteria o alimentato dall’idrogeno verde tramite le celle a combustibile (fuel cells), che trasformano il gas in energia per il motore. Già ora alcune aziende stanno producendo kit per le officine per la trasformazione del motore vecchio in ibrido a idrogeno verde. Ci vuole però un po’ di tempo per l’approvazione da parte delle regioni; in Puglia e nella Provincia di Bolzano siamo avanti.
Però se ne parla davvero poco di tutte queste innovazioni. Ad esempio, come mai l’agrivoltaico è così poco usato dai nostri agricoltori?
Le aziende agricole spesso non fanno investimenti sull’agrivoltaico perché, avendo un reddito dichiarato spesso bassissimo, le banche non danno i finanziamenti necessari. Avremmo bisogno di un tavolo di discussione tra istituzioni, agronomi, banche e produttori per spiegare come il reddito prodotto dall’energia sia una garanzia futura.
Si parla invece molto dell’energia nucleare per rimpiazzare le fossili. È fattibile come proposta?
Il nucleare di quarta generazione è più sicuro, con un ridotto impatto delle scorie. Ma è una tecnologia non ancora pronta: abbiamo bisogno di almeno un altro decennio! Le rinnovabili – il Sole com’anche il vento o un mix di entrambe – sono una soluzione per l’oggi.
Anche attraverso le comunità energetiche?
Nelle comunità energetiche ci dev’essere uno scambio contemporaneo tra energia prodotta ed energia consumata. Ecco perché si sta pensando di inserire le batterie di accumulo. Sarebbe un’altra soluzione per far rimanere l’energia sul nostro territorio.
La Norvegia è recentemente diventata il primo Paese al mondo in cui le auto elettriche superano quelle a benzina. Come sta messa l’Europa sul tema?
La Cina è il più grande produttore di fuel cells. L’Europa si sta svegliando ora; in particolare, Bosch sta investendo tantissimo, persino a Bari hanno messo su una fabbrica. I giovani dirigenti della Regione Puglia sono carichi di volontà, ma la loro opera è scarsamente divulgata alla popolazione. Alla fiera dell’idrogeno di Piacenza, dove sono stato, abbiamo fatto un’ottima figura: potremmo diventare i petrolieri verdi del Sud Europa!
Ha citato Enrico Mattei, ma anche da Roma l’hanno fatto, dedicando un “Piano” all’industriale.
Il Piano Mattei del governo però punta sulle energie fossili, gas compreso, mentre se ne potrebbe fare uno sull’idrogeno verde, collaborando con i Paesi del Nord Africa.
Category: Costume e società, Cultura, Politica