IL PRANZO DELLA DOMENICA / MENU’ DI MARE E GUSTOSI ANEDDOTI DI ORONZINO INVITTO: “Mangia e cittu!”
di Raffaele Polo ______
Con il suo tradizionale sorriso, ecco che Oronzino Invitto si presenta con il suo personalissimo grembiule: «Caro Raffaele, adesso capirai che non c’è persona più adatta a me nel gestire un invito a pranzo: nella mia famiglia, ho preparato spesso pranzi per venticinque persone (tanti eravamo allora, noi ‘Invitti’) ed esco dalla scuola di specializzazione della rinomata ‘putea’ de lu Sciacquitti, che era in via del Mare, di fronte al convento dei monaci di Fulgenzio.
Ho frequentato quella ‘putea’ quando dovevo comprare i turcinieddhi cotti alla brace e quelle visite frequenti, fatte anche in altre ‘putei’ mi sono servite come frequenza alla Scuola Superiore te Turcinieddhi alla brace, i cui professori erano Lu Sciacquitti, Lu Totu, Lu Franciscu e La Rosina, Perciò, poi, i miei familiari e gli amici che avevano assaggiato i miei arrosti mi hanno nominato, il giorno di San Martino 2000, Re del Barbecue, con diritto di scriverlo sui biglietti da visita, e posso indossare il grembiulino che mi hanno regalato, in virtù dell’art. 16 della legge meglio conosciuta come ‘mangia e cittu’».
«Arrosto e turcinieddhi, allora, mi sembra di intuire…» gli chiediamo, affamati.
«Il menù di oggi è a base di pesce, visto che siamo in estate e perciò: antipasto di insalata di mare con pepata di cozze, linguine al sugo bianco di cozze ‘caddhipuline’; orata ‘caddhipulina’ in cartoccio senza aromi aggiuntivi, compreso il sale e per finire spumone leccese cioè: o tutto ‘sciocculatu’ o tutto te nocciola, con il ripieno esclusivamente di zabaglione.»
«Cosa stai preparando, Oronzino, oltre a queste meraviglie alimentari?» chiediamo, ingozzandoci di orata…
«Sto correggendo le bozze del mio nuovo libro di epigrammi che avrà come titolo ‘Via col vento’ e uscirà il 13 febbraio 2025 (se ci rriu!) giorno dei miei primi ottanta anni».
«E il teatro?»
Oronzino tira un sospiro, come se si preparasse ad un lungo discorso: una pausa e poi comincia:«Il mio debutto ufficiale come attore risale al 1960, avevo 15 anni quando fu inaugurato l’Auditorium Antoniano e noi dell’Azione Cattolica ci esibimmo per primi su quel palco, con una piccola farsa.
Ma il mio primo successo fu quando, dopo tanti anni, riuscii a convincere don ‘Uccio’ Protopapa a pubblicare il suo primo libro con le sue commedie dialettali, edito da Messapica Editrice, della quale ero Amministratore.
Quando andai a casa sua per proporgli la pubblicazione, era titubante e, mentre cercavo di convincerlo, intervenne sua moglie ca se partiu te la cucina, rriau e disse; ‘Oronzino, pubblicalo e basta!’. E così fu.
Poi, il teatro dialettale mi ha fatto prigioniero per cui, spronato da tanti amici, tra i quali inizialmente con Franco Ciardo ma poi sollecitato da William Fiorentino, Niny Rucco e Alfredo Sfilio, ho per decenni organizzato diverse rassegne teatrali a Lecce, nel Teatro Politeama, Apollo, Paisiello, Auditorium Antoniano e Teatro dei Salesiani, oltre ad altre nei teatri della provincia. Ma aggiungo che il mio peccato più grande è stato quello di costituire, negli anni, diverse Associazioni Culturali Teatrali, nelle quali sono sbocciati tanti professoroni che di dialetto e di teatro dialettale non capivano, e non hanno mai capito un…cacio…cavallo. Per ora, con la mia ultima associazione, ‘Rote Pacce’, sta andando tutto bene. Sarà perché il consiglio direttivo è formato di sole donne? O sarà ca percè m’annu misu a riposu nominandume Presidente Onorariu ca nu cuntu nienti? Insomma, su cose de Rote Pacce!»
Il pranzo volge al termine, chiediamo a Oronzino i suoi progetti per il futuro…
«Onestamente sono impegnato h24 tra epigrammi, teatro e la direzione della rivista Lu Puparu, lasciatami da Roberto Monaco in eredità. Quando Roberto era in Ospedale, nel letto di morte, mi chiamò e vicino a sua moglie mi fece promettere che avrei seguito io le successive edizioni del suo giornale, oggi rivista. Quest’anno, la rivista Lu Puparu compirà 29 anni, se non potessi più farla io, caro Raffaele, ti nomino sin da ora Direttore te Lu Puparu, cusì capisci puru tie cce significa ffaci Patrunu e Sutta…. E come diceva cumparema Peppino De Filippo, “Ho detto tutto”!»
Lo zabaglione si scioglie in bocca, Oronzino ci saluta con il suo volto sempre sorridente, abbiamo la certezza che sia terminato questo ‘pranzo della domenica’….
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( 16 ‐ continua )
Category: Costume e società, Cultura
Molto bello tutto, la storia è il racconto. Complimenti Raffaele e Oronzino!