IL PRANZO DELLA DOMENICA / DA GIOVANNI D’AGOSTINO NEMMENO UN PANINO
di Raffaele Polo ______ É un artista, Giovanni D’Agostino. Eclettico e geniale, non ci aspettiamo molto dal suo ‘pranzo’ ma certamente ci dirà molte cose interessanti.
Lo troviamo nella sua casa di Leverano, davanti al pianoforte. Niente tavola imbandita, come avevamo preventivato…
Con un sorriso, ci accoglie:
«Caro Raffaele, mi dispiace riceverti seduto al pianoforte, ma mi trovo impegnato a comporre un brano per Coro e Orchestra che non mi permette di fermare l’elaborato. Ancora poche battute e avrò il piacere di mettermi a disposizione per un piacevole conversazione.
Non avendo avuto il tempo di dedicarmi alla cucina, sia pure per preparare un piatto di spaghetti aglio olio e peperoncino, per il pranzo ci dobbiamo accontentare di un panino al tonno con formaggio svizzero e capperi. Abbiamo la frutta a cui seguirà magari il dessert con un pasticciotto leccese, apprezzato anche in altre regioni del bel paese…»
«Ma allora sei un compositore? Hai deciso, finalmente», gli chiediamo con un pizzico di ironia.
«Mi sento favorito dalla sorte a enunciare la mia professione: quella di medico, in cui il caso mi ha voluto. La mia intenzione era iscrivermi a Biologia all’ università di Bari, ma un caro amico vicino di casa e mio padre hanno complottato per iscrivermi a Medicina all’università di Chieti. Essendo questo amico universitario a Pescara che dista non più di trenta Km da Chieti si è interessato per la documentazione, e questo solo con l’obiettivo di stare insieme per il corso universitario.
Svolgo quindi l’attività di medico che mi ha dato la possibilità di sondare la sofferenza della gente. Per quanto possibile esercito la mia professione con serietà e con umanità dando ascolto anche a coloro che hanno bisogno di conforto più che di farmaci. Posso dire che sono ben apprezzato dai miei pazienti, che accolgo con indole amichevole, affidandosi a me, nel corso dei miei molti anni di professione, in numero ragguardevole.
A questo mio impegno ne ho aggiunto un altro a cui mi dedico fin da ragazzo: la letteratura. Scrivo poesie che ho raccolte in un testo “Terra incolta” per la casa editrice Esperidi. Dico dei sogni, delle speranze, delle paure e delle sofferenze della gente, e racconto il Salento, la mia terra natia di cui sono innamorato.
Altro interesse letterario è lo scrivere in prosa. Ebbene sì, scrivo romanzi, e l’ultimo è stato “Benedetta” che racconta di una bambina rapita, edito da “Il raggio verde”. Protagonista di questo romanzo, ispirato ad un evento reale, è il commissario “Raffaele Polo” che dedica tutto se stesso alla soluzione del caso. Mi ha ispirato il fatto che Raffaele indaga, analizza esamina molti libri di scrittori per dare loro una forma risolutiva per essere pubblicati.
Nei miei romanzi metto sempre in primo piano i sentimenti umani che ci approcciano con gli altri. Amore, odio, rabbia, orgoglio, pietà, coraggio, speranza, guidano la nostra esistenza, e sono la storia di ognuno di noi».
Ci sentiamo di perdonare Giovanni per il mancato desinare: chi l’avrebbe detto che, di colpo, sarei diventato un affermato Commissario, sia pure in termini letterari? Ma non ha finito, il nostro amico medico-poeta-musicista…
«La mia performance, però, non si esaurisce con la letteratura, perché da circa quarant’anni mi dedico con passione a quella che per me è la buona musica.
Racconto come è successo. Una sera di un fine estate, mio figlio Daniele di appena sei anni ascoltò musica per pianoforte eseguita da un ragazzo. Restò affascinato tanto da chiedermi di voler imparare a suonare il pianoforte. Venne un maestro a fargli lezione a domicilio, così anch’io cominciai a studiare musica. Ben presto ero in grado di comporre musica leggera, liscio, pizziche, ma non mi bastava. Mi rivolsi a un professore di conservatorio, il M° Luigi Quarta, per imparare pianoforte, armonia e composizione di grandi opere. È stato così che con mia penna ho composto opere liriche, concerti per pianoforte e orchestra, musica per coro e ben altro.
Con edizioni Lulu.com ho pubblicato diversi libri di musica. La mia musica, come la mia arte nello scrivere, è votata ai sentimenti: compongo melodie che raccontano una storia per emozionare e rendere l’animo sereno. Un momento di dolcezza che solo la buona musica sa dare e, di cui, abbiamo tanto bisogno».
Il maestro D’Agostino, con aria ispirata, si rituffa nei suoi accordi, si era parlato di un panino ma con che coraggio potremmo occuparci di cose da mangiare quando l’atmosfera è quella magica delle composizioni artistiche?…
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( 11 ‐ continua )
Category: Costume e società, Cultura