IL NOSTRO ROMANZO CRIMINALE. COSI’ LA SACRA CORONA UNITA CONTROLLAVA IL TERRITORIO DI SAN PIETRO VERNOTICO. LE ACCUSE DELLA DIREZIONE ANTIMAFIA. I PROVVEDIMENTI DI QUESTA MATTINA. I FATTI CONTESTATI. I NOMI

| 22 Luglio 2024 | 0 Comments

(e.l.) ______ Questa mattina all’alba i Carabinieri del Comando Provinciale di Brindisi hanno eseguito un decreto di fermo, emesso dalla Procura della Repubblica della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, nei confronti di quattro persone, accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso aggravata, tentata estorsione, porto e detenzione di armi da fuoco, lesioni personali, e danneggiamenti.

Si tratta di Omar De Simone, 29 anni, Camine Antonio Fellini, 21 anni, Daniele Poso, 38 anni, Antonio De Michele, 26 anni, tutti di San Pietro Vernotico. 

Secondo l’accusa, il presunto sodalizio criminale avrebbe avuto come promotore un affiliato alla Sacra Corona Unita che, nonostante si trovasse in carcere, avrebbe impartito ordini all’organizzazione su attività illecite, controllo del territorio, gestione della cassa comune, mantenimento dei partecipi e delle loro famiglie.
 Avrebbe ordinato inoltre agli indagati di compiere una serie di atti intimidatori e danneggiamenti nei confronti di imprenditori locali e della ex moglie perchè riteneva che la donna avesse una nuova relazione sentimentale.

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Scrivono in particolare i magistrati della Procura della Repubblica nel loro decreto odierno:

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“L’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del comando porovinciale di Brindisi, supportata da un impianto tecnico strutturato, fatto di intercettazioni audio – video, telematiche, servizi dinamici di pedinamenti e osservazioni, è stata avviata nell’ottobre del 2022 a seguito di gravi atti intimidatori ad alcuni esercizi commerciali, verificatisi a San Pietro Vernotico, e ha consentito di documentare l’esistenza di un sodalizio criminale riconducibile a un’associazione di tipo mafioso operante a San Pietro Vernotico di cui il capo promotore è un soggetto affiliato all’organizzazione mafiosa denominata Sacra corona unita, il quale, ancorché detenuto, impartiva direttive e ordini all’organizzazione riguardo attività illecite, controllo del territorio, gestione della cassa comune, mantenimento dei partecipi e delle loro famiglie…

Il detenuto con ruolo di capo promotore del gruppo mafioso investigato nonché ideatore di intimidazioni e danneggiamenti nei riguardi di imprenditori locali e della ex moglie e/o dei famigliari di quest’ultima ritenuta responsabile di aver instaurato un nuovo legame sentimentale, è ritenuto mandante: nell’ottobre 2022, del danneggiamento a seguito di esplosione di una bomba carta collocata nei pressi di un esercizio commerciale, danneggiandone la saracinesca, la pavimentazione antistante e la vetrata della porta di ingresso; nel febbraio 2023, del danneggiamento a seguito di esplosione di un ordigno, collocato nei pressi del medesimo esercizio commerciale, che ha danneggiato la saracinesca, la vetrata e un banco frigo che conteneva alimenti; nel febbraio 2023, del danneggiamento di una saracinesca, attinta da almeno quindici colpi di arma da fuoco calibro 7x65A, di un esercizio commerciale…

 

Nonostante fosse ristretto presso una struttura detentiva avrebbe di fatto diretto, promosso e costituito il sodalizio mafioso, esercitando l’azione di controllo del territorio, per il tramite di propri sodali, a cui riusciva a impartire ordini, facendo uso di dispositivi mobili o personal computer illecitamente detenuti; in particolare comunicava con un soggetto che ricopre il ruolo di organizzatore del gruppo criminale investigato, il quale ricevute disposizioni, coordinava e impartiva all’occorrenza ordini ai vari soggetti ritenuti partecipi dell’associazione mafiosa, i quali ricevute le disposizioni operative ponevano in esser come materiali esecutori plurime azioni delittuose, atti intimidatori, danneggiamenti, lesioni personali, tutte consumate nel territorio di San Pietro Vernotico e provvedeva altresì a raccogliere il pensiero che i sodali e terzi erano costretti a corrispondere al detenuto capo promotore.

Sul conto dei soggetti gravati dalla misura precautelare sono state documentate nel corso delle attività d’indagine: gravi elementi di reità, circa l’appartenenza alla citata organizzazione mafiosa, nonché le dinamiche improntate al controllo del territorio, facendo ricorso anche all’uso di armi ed esplosivi, oltre ad azioni incendiarie a scopo intimidatorio; svariate tentate estorsioni in danno di imprenditori locali. Con modalità particolarmente efferate sono stati compiuti attentati dinamitardi, danneggiamenti a seguito di incendio di autovetture e/o incendio ad attività commerciali, ricorrendo anche ad esplosione di colpi di arma da fuoco contro alcune delle saracinesche, seguite da richieste estorsive; violenta aggressione fisica, cosiddetta azione punitiva indirizzata ad un famigliare della ex moglie del capo e promotore dell’organizzazione, nel corso dei festeggiamenti in occasione della festa patronale in San Pietro, al fine di consolidare il potere criminale del sodalizio attuando una forma di assoggettamento e di controllo del territorio; collaudati meccanismi intimidatori posti in essere dal detenuto, anche nei confronti della ex moglie rivendicati attraverso mezzo Social network, poiché ritenuta responsabile di aver instaurato un nuovo legame sentimentale”.

Category: Cronaca

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