IL PRANZO DELLA DOMENICA / A CASA DI PASQUALE URSO, FANTASIE ARTISTICHE E GASTRONOMICHE

| 14 Luglio 2024 | 0 Comments

di Raffaele Polo  ______  

È sempre un grande piacere, quando Pasquale Urso mi invita a pranzo a casa sua. E la cucina della moglie Antonella ogni volta è  una vera sorpresa: in tanti anni che ci conosciamo le sue specialità sono come ferme nel tempo, a rinnovare le tradizioni meravigliose dei nostri territori. E il fatto che lei sia nativa di Monopoli non guasta, una volta tanto. Anzi, è incredibile, ma non ci siamo mai presi in giro, neppure bonariamente, sulle nostre differenze campanilistiche…

«Stavolta avrà fatto le cozze ‘raganate» ragiono tra me e me, già assaporando quel tipico piatto di mare che è quasi obbligatorio nei nostri incontri. Pasquale, poi, appena arrivato,tira fuori una bottiglia di vino rosso  scuro, si vede lontno un miglio che è ‘fatto in casa’ e lui, che è di origini grottagliesi, ci invita subito a degustarlo, come antipasto.

«Me l’hanno appena portato» si inorgoglisce. E, mentre brindiamo in silenzio, per non farci scoprire, si sente la voce di Antonella che lo richiama : «Alino, non si beve prima di mangiare!»

Alino (diminutivo di Pasquale, lui firmava così i suoi primi quadri, Alino da Grottaglie) sorride e con circospezione, ci avvisa: «Per motivi di salute, per l’età e per tante altre ragioni, non devo eccedere. Ma come si può rinunciare ai piccoli piaceri della vita? Oggi poi, Antonella ha preparato una sorpresa per te, non posso dirlo ma se stai attento, qualcosa la indovini…»

Mi guardo attorno, nella bella casa che Pasquale ha a Lecce, in via Girolamo Marcianò, una casa piena di quadri (soprattutto suoi), di libri e di piante. E annuso l’aria, siamo al terzo piano, ma aleggia un appetitoso sottofondo di…

«Ricotta forte!» Esclamo, illuminato. «Non mi dire che state preparando i panzarotti colla ricotta forte! Da quanto non li mangio…»  E solo Antonella da Monopoli poteva preparare questi manicaretti che uniscono i palati di tutta la Puglia e mettono d’accordo leccesi e baresi, una volta tanto…

Pasquale mi mostra le sue ultime acquaforti, prodotte da poco nel suo Torchio d’arte ‘La Stella’, quasi sicuramente l’unico ancora esistente da queste parti, un continuo dialogo d’amore che dura da più di cinquant’anni con acqueforte, acquatinta, puntasecca, monotipo… Tutta la varietà più tradizionale della stampa con lastre e torchio che il maestro di Grottaglie predilige e insegna senza sosta.

Il suo tratto è inconfondibile, come lo sono i grandi quadri a olio che segnano la sua lunghissima carriera di artista legato soprattutto alla terra, alla campagna, alla gente umile che siede ancora, d’estate’ ‘nnanz la porta’, e ha ancora Fede nel Lavoro e nella Famiglia.

«I tempi cambiano…» borbotto, mentre di là, stanno per arrivare i panzarotti.

«Panzarotti o panzerotti?» chiedo, sovra pensiero.

Ma l’interrogativo si scioglie presto con l’acre sapore della ricotta forte-

«Piano, non esagerte!» Ci ammonisce la brava cuoca. Ma chi la sta a sentire?

Pasquale è sovrapensiero. «Devo riuscire…» commenta. «Devo riuscire a realizzare sulla tela questo meraviglioso sapore e farlo apprezzare da tutti, anche dai miei figli, Ciro Gianni ed Enzo che non l’apprezzano…»

Perduti dietro le nostre fantasticherie gastronomiche, osserviamo Antonella che va e viene dalla cucina, con misteriosi ed allettanti piatti appena realizzati…

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( 8 ‐ continua )

Category: Costume e società, Cultura

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