IL PRANZO DELLA DOMENICA / INSIEME A FRA’ PAOLO QUARANTA
di Raffaele Polo ______ Onestamente, qualche dubbio, qualche reticenza ce l’avevamo: Con i religiosi, soprattutto con i francescani, c’è sempre quell’amore-rispetto che non ci fa accettare chi indossa la tonaca o il saio come ‘uno di noi’. E allora, anche il semplice sederci a consumare un breve pasto con un esponente della Chiesa, ci mette in imbarazzo e, comunque, a disagio.
Poi, però, pensiamo che il nostro ospite, fra Paolo Quaranta, è la stessa persona che incontriamo allo stadio, con la sciarpa giallorossa, a tifare con forza per il Lecce.
É la stessa, affabilissima persona che scherza con intelligenza e ci sogguarda con un pizzico di ironia, ammantandosi sempre di una grande umiltà, come è doveroso per chi segue la via di Francesco. Ma è una umiltà piacevolissima, che attira e ci rincuora, che pare volerci dire, anche nelle frasi più comuni “Non ti preoccupare, amico mio, siamo assieme in questa barca, meno male che Lui è con noi!”
Frà Paolo ha preparato un frugale tavolo che, però, ha adornato con fiori e con un gusto per le cose belle. In un angolo, c’è anche il suo libro ‘Non è finita la Sua storia’, che è una parola rivolta a i laici che attorniano il sacerdote nella sua difficile via di apostolato, prendendo lo spunto da don Tonino Bello.
E proprio da Lui inizia il nostro colloquio, in un pranzo della domenica che ci nutrirà più l’anima che il corpo, vero don Paolo?
“Caro Raffaele, io ringrazio anzitutto per questa vostra iniziativa che, fuori dai consueti schemi, ci permette di parlare di cose importanti mentre assaporiamo queste pietanze che vengono tutte dalle nostre campagne, come le ‘fae e fogghie’ che ti assicuro, proprio don Tonino apprezzava moltissimo.
Ora, a questo proposito, io dico sempre che, fino a qualche tempo fa, c’è stata una incredibile inflazione di scritti su don Tonino, si potrebbe parlare di un vero e proprio ‘Dontoninismo’ che, però, si sta arenando. Fino a poco tempo fa le librerie cattoliche riempivano e vuotavano gli scaffali dei libri con gli scritti ed i pensieri di Don Tonino che si regalavano in qualsiasi situazione a chiunque. Oggi, esaurite le scorte e notando che queste frasi non sono più ad effetto perchè sentite e strasentite, Don Tonino è un Santo dei nostri giorni che non si può solo usare, allora: o lo si relega nuovamente nello scaffale o lo si ama e si cerca di imitarne (non scimmiottarne) doti eroiche e spiritualità, approfondendo il suo messaggio…”
Per secondo, sulla mensa di frà Paolo compare la carne, sono fettine di maiale ai ferri, accompagnate da un’insalatina verde. La curiosità ci spinge a pungolarlo bonariamente e affrontiamo la sua identità di tifoso del Lecce… “Che volete, per me la nostra squadra rappresenta, ha sempre rappresentato, un pezzo importante del nostro mondo. E vi chiedo: se ai tempi di Gesù o di San Francesco, il calcio fosse stato presente nella vita di tutti i giorni come adesso, vi sareste meravigliati di apostoli, frati e sacerdoti con le loro preferenze per questa o quella squadra? Comunque, credo che essere in mezzo alla gente, allo stadio, non possa che essere una forma di comunicazione e testimonianza positiva”.
Mille impegni per frà Paolo, che ha una giornata intensa, tutta dedicata alla Parola e, per quello che è possibile, alla famiglia. Ma sempre con ‘leggerezza’, con positività e ottimismo, anche quando ci sono problemi e congiunture sfavorevoli, Da francescani, insomma.
E il pasto non certamente ‘esagerato’ termina con la frutta, che frà Paolo, da vero intenditore salentino, sceglie accuratamente, optando per una pesca matura che taglia a grossi pezzetti e mescola nel bicchiere, irrorando col vino…
“Una vecchia tradizione, lo facevo da bamb8ino, lo faccio anche adesso, Solo la domenica, però..” E ci sorride, pronto a rituffarsi nella sua opera di evangelizzazione e testimonianza.
Come San Francesco, come Don Tonino.
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( 7 ‐ continua )
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