I PARCHEGGI AUTO PER LE SPIAGGE SALENTINE: LA SITUAZIONE FRA REALTA’ E PROSPETTIVE, E I PERICOLI DELLA FRETTA
di Graziano De Tuglie ______
La forte carenza di parcheggi sulle coste salentine, sia joniche, sia adriatiche, rappresenta un grave problema per lo sviluppo turistico della provincia di Lecce.
Nei periodi di massima concentrazione del turismo e del notevole afflusso “pendolare” dai centri dell’entroterra, le coste sono soffocate dalle automobili senza che si sia provveduto a risolvere il problema con una pianificazione razionale. Pianificazione che dovrebbe prevedere parcheggi lontano dalle coste e serviti da adeguati servizi di navette; ma navette che utilizzino bus del tipo di quelli urbani con capienze minime di sessanta posti e non con ridicole carrette a nove o dodici posti come alcuni comuni provano a fare da qualche anno a questa parte.
Un’evoluzione interessante si riscontra a Porto Cesareo dove sono state istituite quattro linee (nella foto) con frequenza di un’ora e con corse dal primo mattino fino alla 1 di notte, con bus dalla capienza di trentasei – quarantacinque posti che segnano una linea di sviluppo interessante e che dovrebbe essere sperimentata ed adottata anche da comuni più popolati che ancora si perdono in folkloristici servizi di minor frequenza di linee e corse ma che vantano qualche bus (forse uno soltanto) “scoperto”.
In questo panorama si è inserito un emendamento al Decreto Coesione, in via di approvazione in Parlamento, che semplifica le procedure di costruzione di parcheggi privati assimilandoli ad iniziative di “Edilizia Libera”ed affrancandoli dalla valutazione di impatto ambientale e dall’autorizzazione paesaggistica.
Le criticità di tale normativa sono segnalate da Francesco de Franco- responsabile provinciale ambiente di Italia Viva- in una articolata nota che invita a riflettere sugli errori che la frettolosità di questa norma induce.
“La mancanza di procedure di valutazione ambientale, inclusa la considerazione degli effetti cumulativi, potrebbe portare al paradosso di consentire la costruzione di numerosi parcheggi da 499 posti in aree turistiche attrattive ma ecologicamente fragili. Questa scelta contrasta con l’art. 17 del regolamento (UE) 2020/852 sul principio di danno significativo all’ambiente e con la Direttiva 2011/92/UE sulla valutazione di impatto ambientale.” afferma de Franco il quale induce altro elemento di profonda riflessione quando denuncia la possibilità di mire sull’affare parcheggi da ambienti non propriamente sensibili alla legalità.
“Oltre all’aspetto ambientale e paesaggistico, è importante evidenziare che negli ultimi anni l’attività investigativa antimafia si è concentrata sui parcheggi nelle località turistiche e costiere, scoprendo numerose infiltrazioni di clan nella loro gestione. Consentire l’apertura di parcheggi con la sola comunicazione in edilizia libera renderà più difficile per gli enti locali effettuare i necessari controlli che sarebbero stati previsti per il rilascio delle autorizzazioni.” esplicita de Franco che poi, giustamente, deplora le soluzioni d’urgenza che sono diventate prassi consolidate degli amministratori di ogni colore.