SUL CASO DELL’ASSASSINIO DI PEPPINO BASILE, INTERVISTA A META’. CI SONO SOLO LE DOMANDE. LE RISPOSTE DEL SENATORE GIOVANNI PELLEGRINO NON SONO MAI ARRIVATE

| 15 Giugno 2024 | 2 Comments

di Giuseppe Puppo  ______  Giovanni Pellegrino (nella foto) , 85 anni, di Lecce, è politico e giurista.

Sposato, due figli, laureato in giurisprudenza, avvocato amministrativista, è stato senatore della Repubblica dal 1987 al 2001 per il Partito Comunista Italiano e per il Partito Democratico della Sinistra,

Presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sulle stragi[,Commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi (Presidente dal 27 settembre 1996 al 29 maggio 2001)

Esponente dei Democratici di Sinistra, fu eletto Presidente della provincia di Lecce nel turno elettorale del 2004 (elezioni del 12 e 13 giugno), raccogliendo il 51,8% dei voti in rappresentanza di una coalizione di centrosinistra e battendo il candidato della Casa delle Libertà Raffaele Baldassarre.

Era sostenuto, in Consiglio provinciale, da una maggioranza costituita da DS, Margherita, SDI, Lista Pellegrino per il Salento, UDEUR, PRC, Unità Socialista, Verdi, Italia dei Valori, Comunisti Italiani.

Il mandato amministrativo è scaduto nel 2009 e Pellegrino non si è ricandidato. ______ 

A Giovanni Pellegrino un anno fa avevo chiesto un’intervista.

So per antica scuola che le interviste non si estorcono, e non si fanno gli agguati per strada.  Si fa una telefonata, si manda una mail e se l’interessato non risponde, vuol dire che non vuole parlare, e la storia finisce, come mi è successo con altri personaggi eccellenti.

Giovanni Pellegrino aveva accettato intervista, però non di persona, tramite mail,    per iscritto e volendo conoscere le domande in anticipo.

Avevo fatto come voleva lui, ma lette le domande, che avevo preparato con grande cura, non ha mai risposto.

Ora mi sento di renderle pubbliche.

Ace senza la preziosa testimonianza del senatore, sono comunque per tutti  un  promemoria sullo stato dell’arte di quest’altro mistero italiano rimasto senza soluzione, e poi, forse, indicano la direzione ai magistrati che volessero riaprire  le indagini.

______ 

  1. Lei è stato presidente della Provincia di Lecce dal 2004 al 2009, con una maggioranza di centro – sinistra comprendente l’Italia dei Valori, il partito di Peppino Basile, che ricopriva quell’incarico di consigliere provinciale. Che ricordo ha di lui, di quegli anni?
  • In un’intervista sul Corriere della Sera del 16 giugno 2008, l’unica che ho trovato, rilasciata a caldo il giorno dopo l’assassinio, lei dichiarò che Basile era «… sempre intento a fare battaglie sulla trasparenza… soprattutto nel campo dell’edilizia». Ci può dare qualche ragguaglio ulteriore al riguardo?
  • Si era mai occupato Peppino Basile – intendo: in Provincia, o con lei direttamente –  della discarica di Burgesi?  Le chiedo questo in quanto, come ho potuto ricostruire, il pomeriggio della notte del suo assassinio, Peppino, in compagnia del suo amico Silvio Fersini, col quale stava andando ad una serata danzante a Torre Pali, passa dalla discarica di Burgesi e da un cartello spuntato all’ingresso scopre che c’era stato un ‘ampliamento’ di cui nulla sapeva. Nel suo lessico diciamo così, per usare un eufemismo, ‘informale’, si incazza di brutto e pensa il giorno dopo di rivolgersi a Lei, di cui aveva evidentemente fiducia, per capire cosa fosse successo.                                                                                                       

  • Lei è stato per quattro legislature senatore della Repubblica, oltre che, dal 1999 al 2001, presidente della Commissione parlamentare bicamerale d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi.  Il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro, ex magistrato ed ex ministro, fu senatore dal 1997 al 2001. Volevo sapere se, in sede di commissione, oppure anche semplicemente a livello informale, le abbia mai chiesto di Peppino Basile, le abbia mai parlato di lui, non so, insomma, mi dica lei..
  • Negli ultimi giorni di vita, Peppino Basile c‘aveva un chiodo fisso, una notizia di cui era venuto a sapere, evidentemente esplosiva, ‘una bomba’, ripeteva. Me l’hanno raccontato quattro persone diverse senza sapere l’uno degli altri, quindi è una notizia verificata. Lei ha idea qualche idea su qualche fosse questa bomba?
  • Quest’altra scena accade dieci – quindici giorni prima della sua morte proprio nel cortile di Palazzo Celestini. Peppino Basile è con il suo amico Giovanni D’Agata, al quale chiede, così, all’ improvviso, con finta nonchalance: “Sai dove posso trovare un contatore Geiger?”. Poi, appena prima di andare via, di entrare negli uffici della Provincia, si fa serio, e quasi solenne sbotta queste parole, solo queste precise parole:

“De Tarantu ni sta portane la merda. Tanta merda, ca passa puru de Gallipoli…”.

Non aggiunge altro, e se ne va.

DOMANDA Nella sua esperienza in Provincia, Lei ha mai avuto notizia di traffici di scorie nucleari portati nel Salento? E nelle altre sue esperienze politiche in Parlamento?

7 – Le chiedo cortesemente di commentare questa intervista concessami da Mario Rigo, 48 anni, di Taranto, consulente aziendale e formatore manageriale, dirigente regionale di Fratelli d’Italia.

“Un fatto gravissimo, taciuto dalle autorità. Una nave mercantile battente bandiera di Singapore il 18 febbraio scorso ha tentato di scaricare centocinquanta chili di rifiuti radioattivi.

Fortunatamente sono intervenuti i militari della Marina prima, e i Vigili del Fuoco poi.

Il carico è stato intercettato, e, anziché essere affidato al normale smaltimento, è stato dato in gestione  ad una ditta specializzata di Forli”.

E lei, scusi,  come ha fatto a  saperlo?

“Da documenti ufficiali. Io avevo consultato un sito di informazione pubblica dove sono annotati tutti gli arrivi delle navi nel porto di Taranto…”

Questa volta è andata bene…

“Sì, e insomma, è dal dicembre del 2019 che sono scattati controlli più severi da parte della Capitaneria di Porto sui carichi in arrivo dai mercantili”.

Perché dal dicembre 2019?

“Perché gli stessi proprietari di una discarica del tarantino nel dicembre del 2019 hanno denunciato alle autorità di aver ricevuto carichi radioattivi arrivati a Taranto via mare: da allora sono cominciati controlli più severi, come nelll’ultimo caso che io ho scoperto e denunciato ieri. Ma la domanda è un’altra…”.

E qual è?

“La domanda che mi viene spontanea è questa: e prima del 2019, quando non c’erano controlli, che cosa avveniva, con i rifiuti radioattivi che arrivavano via mare a Taranto?”

Già…

“Ancora oggi non esiste una normativa procedurale che possa identificare scorie radioattive portate attraverso queste navi.

Non si sa come controllare i rifiuti radioattivi presenti su navi battenti bandiera di stati esteri.

Questa anomalia per un Paese avanzato come l’Italia non è ammissibile, perché mette a rischio non solo i nostri militari addetti ai controlli, ma anche l’intero territorio nazionale: quanto accaduto a Taranto potrebbe accadere in qualunque porto d’Italia.

Ora si tratta di pretendere tramite apposita disposizione di legge che ogni imbarcazione abbia una certificazione che attesti la NON  presenza di rifiuti radioattivi a bordo. Chiediamo altresì che sia l’armatore, sia le autorità competenti dello Stato del quale la nave batte bandiera siano ritenuti responsabili in prima persona, nel caso venga scoperto e certificato il contrario di quanto asserito.

Ecco, e torno a chiedermi: dove sono finiti tutti questi rifiuti negli anni passati?”.

E’ un bella domanda, no?

La circostanza è finita anche in parlamento, con un’interpellanza rimastasenza risposta

(Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-05093, seduta 306 del 16 marzo 2021, FONTE: SENATO DELLA REPUBBLICA):DONNO , FERRARA , ROMANO , MAUTONE , DI GIROLAMO – Ai Ministri della transizione ecologica, dello sviluppo economico e della salute.

8 – In precedenza una “Commissione d’Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti” era stata avviata anche presso la Camera dei Deputati, la quale il 19 dicembre 2012 dedicava il paragrafo 8.2.2 proprio “Al caso Cemerad” e nel quale si sosteneva: “Risale al 2000 l’ultimo inventario dei rifiuti radioattivi e delle sorgenti dismesse, dal quale risultano presenti nel deposito 1.026 metri cubi di rifiuti di prima categoria, il cui contenuto di radioattività si sarà nel frattempo certamente ridotto, 94 metri cubi di seconda categoria e 20 metri cubi di terza, tutti in attesa, per quanto necessario, di trattamento e condizionamento.” Se per molti dei fusti l’accertamento come rifiuti radioattivi o di provenienza ospedaliera è stato possibile, per altri l’identificazione non è stata attuabile per l’assenza del codice CER, di altri ancora si sa solo che posseggono un tempo di decadenza di 9999 anni.

La recente indagine della Commissione ecomafie, presieduta dal deputato del Pd Alessandro Bratti, è arrivata a sequestrare tutta la documentazione della Cemerad custodita presso la ditta Sogin: l’obiettivo è quello di rinvenire nuovi elementi per svelare i traffici in cui è coinvolto il territorio salentino e italiano tutto. Magari sarà alla fine di questa indagine che spunteranno fuori altri siti pericolosi in cui sono sepolti ulteriori fusti radioattivi, o per lo meno si verrà a capo della provenienza di tutti quegli strani fusti senza codice identificativo CER.

Il punto critico è dunque Taranto, come se non bastassero l’ Eni e soprattutto l’ Ilva, anche perché è ancora tutto da definire il deposito ex Cemerad di Statte…

Sì. Fra l’ altro, Vera Corbelli, dal 2014 Commissario Straordinario per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto, ha denunciato di essere stata minacciata da settori della massoneria. Ma non creiamo allarmismi…”

Lei ha mai avuto a che fare con questa ex Cemerad di Statte, con questa Sogin,  col suo collega di partito Alessandro Bratti, con l’ex commissario Vera Corbelli?

9 – C’è qualcos’altro che non le ho chiesto e che invece lei ci tiene a dire?

Category: Cronaca, Politica

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Comments (2)

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  1. Ciccio ha detto:

    Il morto interrogato non rispondere.

  2. Benny ha detto:

    Pellegrino ha sempre cercato di sembrare un uomo al di sopra delle parti, un moderato ma sostanzialmente è un comunista delka buona borghesia. Anche perché c’erano personaggi di Forza Italia che gli reggevano il gioco. Come per esempio Gabellone, quando Pellegrino era Presidente della Provincia, che invece di svolgere il compito per cui era stato eletto, ossia guidare l’opposizione, si comportava come un supporter.

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