LE IDEE / PER UN’EUROPA DEI COMUNI E DEI POPOLI, NON DEI BUROCRATI E DEI BANCHIERI
(g.p.) ______ «Siamo totalmente contrari a questo tipo di Europa di banchieri e burocrati, la nostra visione è di una nuova Europa dei popoli e delle Patrie, dei comuni, del popolo e non delle caste. La lista “Libertà” soggetto formato da 19 movimenti è l’unica vera novità politica ed è l’unica forza antisistema».
Lo ha detto ieri a Roma Fiumicino, in Piazza Grassi, Vincenzo Galizia, presidente nazionale “Fronte Verde”, in un incontro elettorale della lista “Libertà” promossa da Cateno De Luca e presente in tutta Italia alle prossime elezioni europee del 8 e 9 giugno.
Presente fra gli altri candidati (nella foto), Sergio De Caprio “Capitano Ultimo”: “Noi vogliamo difendere e valorizzare l’Europa dei comuni 8.000 in Italia e 88.000 in Europa. I comuni vanno messi al centro dell’assetto amministrativo, sono loro che possono risolvere i problemi reali che hanno i cittadini. Noi vogliamo una politica nuova non ideologica, mettendo il territorio al centro della politica, per creare sviluppo attraverso i Contratti di costa, di fiume e di lago. Strumenti che l’Europa ci ha dato ma che non vengono utilizzati. E poi vogliamo riportare i giovani ad appassionarsi alla politica”.
Appello alla grande maggioranza silenziosa che si auto condanna al silenzio, appello a chi non vuol votare: siete schifati da tutti.
Come darvi torto?
Siete consapevoli che il voto di una colonia non cambia davvero le cose. Avete ragione. Eppure il voto a qualcosa serve. Non il parlamento europeo, quello, si sa, non serve a niente (e meno male). Votare serve a contarci. Serve a vedere che esistiamo. Serve a dare voce e forza a quelle poche campane stonate che raccontano una storia diversa da quella del regime e che per questo sono sistematicamente silenziate.
Eppure noi ci siamo conosciuti, ci siamo contaminati gli uni gli altri, abbiamo visto che è possibile lavorare insieme al di là di schemi ideologici novecenteschi. Ci vorranno ancora degli anni, ma se riusciremo a stare uniti, a non buttarci fango addosso per un voto in più o in meno e soprattutto se andremo a votare contro ogni speranza, riusciremo a crescere, supereremo tutti gli sbarramenti e quando alzeranno le soglie, pian piano supereremo anche quelle. Ma votando ci conteremo di volta in volta e militando ci riconosceremo, ci apprezzeremo gli uni gli altri e saremo comunità resistente. Se votare non serve a niente, restare a casa serve ancora a meno.