I TAPPI DI PLASTICA ATTACCATI ALLA BOTTIGLIA SONO UNA CAGATA PAZZESCA

| 29 Maggio 2024 | 0 Comments

di Enrico Giuranno ______  

Corro, sono in ritardo. Arrivo per un pelo all’appuntamento, ho il fiatone e fa caldo, mi siedo davanti alla persona che mi aspetta e mi concedo un sorso d’acqua.

Rimetto la bottiglia nello zaino insieme ai libri e ad alcuni appunti. Finisco di parlare con il mio interlocutore, saluto, mi alzo, riprendo lo zaino e lui mi fa notare che lo zaino perde acqua. Tiro fuori tutto, strizzo quel che resta di libri e appunti e penso che forse ha ragione Salvini.

È solo un momento, ma succede anche nelle migliori famiglie.

Respiro e penso che la plastica è un problema e che l’ignoranza di molti che la abbandonano in natura è un problema ancora più grosso.

Poi però guardo il mio zaino zuppo e penso anche che i tappi di plastica attaccati alla bottiglia (che dovrebbero servire a non disperdere plastica) sono come La corazzata Potëmkin.

A giugno 2019 uscì la direttiva europea sulla riduzione dei prodotti di plastica monouso. 

La direttiva, come sempre, lasciava ai singoli Stati libertà sulle modalità per raggiungere l’obiettivo prefissato.

Quando la norma passò per l’inutile parlamento europeo qualche parlamentare leghista votó contro, ma senza intervenire in aula e qualche altro votó a favore.

Il governo in carica era quello di Conte (M5S e Lega) e il ministro per l’ambiente era il Grillino Sergio Costa (una brava persona di quelle usate dai 5 stelle per sembrare meno sprovveduti e meno incompetenti) che avendo fatto della lotta alla plastica la sua battaglia principale aveva, giustamente festeggiato al provvedimento. 

Ma si sa che il parlamento europeo è solo la foglia di fico democratica che copre le vergogne delle élite al potere, quindi quel che pensavano e votavano i parlamentari della lega importa poco, anche in questa vicenda.

Il 21 maggio 2019 la decisione che conta venne presa nella stanza dei grandi, nel consiglio d’Europa a stragrande maggioranza: unico Paese contrario l’Ungheria, non l’Italia (eppure Salvini era al governo).

Poi ci fu la crisi del Papeete, la sciagura di Draghi e ancora un governo sostenuto da tutte le correnti del partito unico (esclusa la Meloni che serviva per la successione). A recepire, nel novembre del ’21, con un decreto legge, la direttiva europea fu ancora quindi un governo sostenuto dalla Lega e non risultano all’epoca grandi prese di posizione in sostegno del tappo tradizionale.

Ora, va detto che un conto è combattere la plastica, un altro è immaginare e poi maneggiare le soluzioni proposte da qualche ingegnere della Coca Cola, ma se il provedimento è passato anche grazie alla Lega, che senso ha, oggi, farne una battaglia con tanto di manifesti?

Il problema, però, è che il partito che si racconta come il più antieuropeista dell’arco costituzionale, faccia una battaglia contro l’UE per i tappi e non per la disintegrazione del tessuto sociale ed economico che l’Italia ha subìto a seguito del trattato di Maastricht e dell’adozione della moneta unica.

Naturalmente, l’euroscetticismo della lega di Salvini e solo un’esca acchiappavoti, a Bruxelles e a Washington lo sanno benissimo e infatti lo lasciano giocare a fare il ministro. La fedeltà ai diktat seri la garantisce Giorgetti che infatti è in un ruolo chiave (che da tempo era infatti a disposizione del Quirinale e non dei partiti).

Criticare la UE per la storia dei tappi di plastica è come criticare il Terzo Reich per il colore delle divise dei soldati, o Dracula per le occhiaie.

I problemi seri sono altri. La UE è un problema e la classe politica italiana asservita ai mercati (garantiti dalla UE) è un problema ancora più grosso.

Poi, però, riguardo il mio zaino zuppo e penso ancora che i tappi di plastica attaccati alla bottiglia sono davvero come La corazzata Potëmkin secondo tragico Fantozzi, e novantadue minuti di applausi a seguire.

Category: Costume e società, Cronaca, Politica

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