DURA RAFFAELLA PAITA DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA SUI “legittimi impedimenti” DI EMILIANO COME UN BERLUSCONI QUALSIASI
di Graziano De Tuglie ______
Il campione della “Legalità” Michele Emiliano si sottrae alla convocazione della Commissione parlamentare Antimafia come un Berlusconi qualsiasi accampando “legittimi impedimenti”.
Rinvia quanto più è possibile l’appuntamento istituzionale nel tentativo di costruire una strategia difensiva decente sul ciclone di scandali, di chiara marca PD, che sta travolgendo la regione e il sistema di potere amministrativo locale che l’egemonia della sinistra ha instaurato in Puglia da quasi 20 anni.
La Commissione Antimafia ha offerto un ventaglio di date ad Emiliano che ha cominciato a contestare la convocazione paventando un uso propagandistico della richiesta audizione per la parziale coincidenza con la discussione, in Consiglio Regionale, della mozione di sfiducia presentata dall’opposizione di centro destra calendarizzata per il 7 maggio.
Alla data alternativa del 2 maggio ha opposto legittimo impedimento per dover partecipare ad una riunione del comitato delle Regioni cui seguirà un incontro col ministro Calderoli.
Nel contempo ha continuato a paventare strumentalizzazioni a suo danno parlando di speculazioni elettorali vestendosi da vittima di complotti per metterlo in cattiva luce.
Tutto è frutto di una sicumera ostentata da chi si crede inattaccabile e intoccabile, al di sopra di leggi e regolamenti; mentre dovrebbe chiarire in quale modo e da chi è stato preavvertito anticipatamente degli arresti in arrivo a presidenti e dirigenti di consociate regionali che ha proceduto a sostituire precipitosamente nel tentativo maldestro di ridurre le sue responsabilità e di limitare il danno d’immagine conseguente.
Un delirio d’onnipotenza supportato dal Pd e dai 5 Stelle che sta creando un caso che mai si era verificato come la resistenza ad una audizione della Commissione antimafia che ha lo status di commissione inquirente con gli stessi poteri della magistratura. Con tanti saluti alla supremazia morale della legalità di cui questi partiti si dicono, da sempre, gli unici titolari.
Bene a fatto la senatrice Raffaella Paita (nella foto) , commissaria di Italia Viva in Antimafia a dichiarare: “Ho chiesto io la sua audizione, per fare chiarezza sulle vicende giornalistiche dalle quali emergeva una possibile violazione del segreto istruttorio – sottolinea – Non provi quindi a sollevare un polverone mediatico e non ci richiami sotto il profilo istituzionale alla terzietà politica. La Commissione – aggiunge – opera in tante situazioni coinvolte con la politica e sa bene da sola come muoversi nel rispetto istituzionale. Mi stupisce poi anche l’impegno profuso dal Pd e M5s per sostenere la sua impossibilità a presentarsi davanti alla commissione. Perché hanno paura della trasparenza? “. ______
LA RICERCA nei nostri articoli del 25 e 28 aprile scorsi