SI RINGRAZIA LA REGIONE PUGLIA PER AVERCI FORNITO GLI EMILIANI

| 28 Aprile 2024 | 0 Comments

di Graziano De Tuglie  ______ 

“Xé peso el tacòn del Buso” (E’ peggio la toppa dello strappo). Il proverbio padovano si attaglia molto bene alle mosse sconclusionate che Michele Emiliano sta mettendo in atto giorno per giorno nel tentativo disperato di arginare la tempesta che lo travolge da alcune settimane.

Stretto tra le inchieste per corruzione, tra quelle per acquisto di voti, tra quelle per le infiltrazioni mafiose Emiliano si muove come i volatili da cortile (galline et similia) sull’aia quando sono spaventate da qualsiasi elemento disturbatore. La maggioranza nel Consiglio Regionale sembra svanire di ora in ora con le prese distanza che si sommano con una progressione costante che potrebbe anche far pensare ad uno scioglimento anticipato dell’assemblea Regionale.

La discontinuità invocata mattina, mezzogiorno e sera dalla segretaria del partito democratico pesa costantemente sul capo della Giunta pugliese e ridà fiato a tante anime della sinistra che il decisionismo populista di Emiliano aveva messo alle corde da anni.
Una gestione della Regione, seguita a quella del capoluogo Bari, che sembra quella di un ayatollah decisionista in solitaria di ogni attività amministrativa e con pesanti incursioni in tutta la politica locale dei comuni.

Per lustri interi Emiliano ha inciuciato con chiunque fosse disposto ad ascoltare le sue bislacche teorie su un fantomatico “civismo” la cui sostanza è la gestione del potere per il potere accordandosi con chiunque da qualunque parte o esperienza provenisse.
Penultimo atto la nomina di Palese, storico sodale del suo pluri avversario Fitto, ad assessore regionale alla Sanità. Ma prima aveva messo altro noto esponente del centrodestra, Cassano, ai vertici dell’Arpal.

Come pure aveva convinto Delli Noci, cresciuto negli ambiti giovanili della vecchia Alleanza Nazionale, a costituire addirittura una lista per sostenere la rielezione a presidente della Giunta regionale premiandolo con l’Assessorato alle Attività produttive. Emiliano parla di “civismo” di trasversalità ma nella realtà si tratta di inciuci veri e propri dove, allettando tutti con la cessione di piccoli pezzi di potere, conquista la collateralità di tanti per sedimentare un sistema faraonico. Metodologia che ebbe la sua prima applicazione nel rapporto con Mellone, sindaco di Nardò sedicente di estrema destra ma pronto a qualunque trasformismo.


Oggi però il traballare della satrapia emilianesca dà la stura a movimenti centrifughi che stanno lentamente ma inesorabilmente innescando un processo di crollo. Emiliano per porre riparo a questa deriva ha pensato ad un altro colpo di teatro dimissionando Rocco Palese e la Maraschio e rimpiazzando gli altri vuoti provocati dalle inchieste nella giunta con la nomina di tre nuove donne ad assessori regionali.
Figure neutre con nessun addentellato con l’elettorato ma che generano polemiche a non finire con la nomina della figlia dei Renata Fonte, assessore comunale di Nardò assassinata 40 anni addietro, Viviana Matrangola. La neo-assessora è stata incaricata della gestione della Cultura ma soprattutto ha avuto la delega alla Legalità con particolare enfasi di Emiliano; ma il colpo di teatro di Michelone ha subito provocato una dura reazione di Libera, l’associazione antimafia di don Ciotti, che ha chiarito che con la nomina della figlia della Fonte non c’entra nulla e che, anzi, considera la nomina e il tentativo surrettizio di far credere che Libera sia a puntello del traballante sistema di potere di Emiliano un raggiro ai danni degli elettori pugliesi. Don Angelo Cassano, responsabile pugliese di Libera, dichiara testualmente: ”Sono schifato e addolorato di come si strumentalizza tutto… Ci vuole una rivolta morale, etica e culturale nella politica di questa terra e non operazioni estetiche di facciata”.

Il consigliere regionale Tupputi abbandona “Con”, una della tante liste-fai-da-te di Emiliano e passa all’opposizione dichiarandosi totalmente deluso dalla gestione Emiliano e lanciando anche lui accuse di superficiali maquillage invece delle necessarie iniziative drastiche.

Ma la frana, da cui potrebbe derivare anche serie ripercussioni sulla maggioranza in consiglio, si estende; la defenestrata assessora Maraschio dichiara la pesante insoddisfazione di Sinistra Italiana, legata a Nicki Vendola per tutte le mosse di Emiliano e rifiuta apertamente l’offerta di un posto nello staff presidenziale come scambio con l’assessorato revocato. Insoddisfazione che si salda al giudizio negativo del potente consigliere regionale Fabiano Amati di Azione, già da tempo in posizioni di scontri aperti con Emiliano

Anche nel gruppo consiliare PD cresce il disagio, la metà dei componenti non ha partecipato alle ultime riunioni ufficiali lasciando intendere che si sente inutile e ignorata. Mentre il consigliere Metallo sostiene la necessità di varare un’agenda politica seria e concreta invece che un rimpasto di facciata.
Singolari in tutto questo cataclisma le dichiarazioni del defenestrato Palese che rimarca di avere apportato solo competenze “tecniche” lasciandosi quindi la porta aperta su nuove avventure su altre sponde, una bella dimostrazione di trasformismo.


La situazione generale è quella di una nave in procinto di affondare e si sa bene che quando le navi affondano tutti abbandonano le posizioni.

Nel frattempo l’opposizione di centro destra ha presentato una mozione di sfiducia che probabilmente verrà calendarizzata per il 7 maggio e che potrebbe raccogliere anche i voti di qualcuno tra i transfughi e gli scontenti della maggioranza ma non quelli dei 5Stelle impegnati, dopo il plateale sdegno iniziale, a tessere i rapporti necessari a mantenere le posizioni di potere ottenuti ed eventualmente accrescerle profittando dello sbandamento generale delle truppe di Emiliano.

Ma il centrodestra non sembra troppo impegnarsi per affondare l’ex corazzata del Pd, sembra svolgere svogliatamente il ruolo di opposizione con poco impegno a denunciare le malefatte della sinistra e lo spadroneggiare delle composite schiere personali di Emiliano.

D’altro canto cosa si può pretendere da una coalizione che non ha saputo creare una seria, efficace, concreta alternativa per l’elezione del prossimo sindaco di Bari e si è ridotta a candidare, a Bari!, un leghista qualsiasi che non saprà guidare una riscossa contro l’egemonia ventennale della sinistra.

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LA RICERCA nel nostro articolo del 25 aprile scorso

   

Category: Cronaca, Politica

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