Perché il barocco leccese è così unico?
Lecce è una delle mete più visitate della Puglia e l’attrazione principale, oltre al mare, alle sagre e alle feste, è la splendida architettura barocca che caratterizza la città dalla fine del XVI secolo. Celebrato in tutto il mondo, il barocco leccese è famoso per la sua bellezza e soprattutto per la sua unicità, avendo caratteristiche differenti da altri stili barocchi come quello genovese o siciliano. Ma perché il barocco di Lecce è così unico? Il merito è di una pietra particolare e peculiare della zona, chiamata appunto pietra leccese, che grazie alla sua facilità di lavorazione ha permesso di creare decorazioni come fregi, capitelli, pinnacoli e rosoni molto più esuberanti ed estrose che altrove.
Origini del barocco leccese
Da dove deriva il barocco leccese? Gli stili progenitori vengono individuati nel plateresco e nel churrigueresco, entrambi di origine spagnola.
● Il plateresco, fiorito in Spagna nel XV e nel XVI secolo, è uno stile architettonico molto ornato e composto a imitazione dei lavori di argenteria, da cui proviene il nome (in spagnolo “plata” significa argento). Un esempio di plateresco è il Palazzo Monterrey a Salamanca.
● L’altro, il churrigueresco, dal nome dell’architetto e scultore José Benito de Churriguera, è caratterizzato da dettagli decorativi estremi, espressivi e floridi. Come nella chiesa della Certosa di Granada.
Quando la minaccia dell’invasione turca fu definitivamente allontanata con la battaglia di Lepanto del 1571, la dominazione spagnola nel Salento si consolidò portando nuovi stili e influenze dalla madre patria, inclusi quelli che dalla metà del ‘600 avrebbero favorito la nascita e la diffusione del barocco leccese sulla spinta di alcuni architetti locali tra cui Giuseppe Zimbalo e Giuseppe Cino.
La pietra leccese
Ma al di là del contesto storico che ha avuto sicuramente il suo peso, il barocco a Lecce non si sarebbe mai diffuso nel modo che conosciamo se non fosse stato avvantaggiato dalla qualità della pietra locale impiegata. La cosiddetta “pietra leccese”, la principale ragione per cui il barocco di quelle parti è riconosciuto come unico. Si tratta di una roccia calcarea, presente in tutto il territorio salentino, che nel consolidarsi assume una tonalità di colore ambrato simile a quella del miele. Il segreto sta nella sua facilità di lavorazione, grazie all’elevata presenza di argilla, che permette di modellare figure molto complesse e particolari come poche altre pietre permettono di fare. L’estrema morbidezza della pietra leccese la rende naturalmente sensibile agli agenti atmosferici e all’umidità, ma fin dall’epoca del barocco questo problema è stato risolto trattando la roccia con latte vaccino o caprino. In questo modo il lattosio, penetrando all’interno delle porosità, crea uno strato impermeabile che preserva la pietra.
Chi resta esterrefatto dinanzi alle meraviglie del barocco leccese, chiedendosi come sia stato possibile creare gli elementi e i simboli così particolareggiati che decorano le facciate dei palazzi e delle chiese, trova la risposta proprio nel tipo di pietra usato per quei capolavori.
La meraviglia del barocco leccese: la basilica di Santa Croce
L’opera più importante del barocco a Lecce è la basilica di Santa Croce. Da sola vale il prezzo del viaggio. È qui, infatti, che il barocco leccese trabocca in tutta la sua magnificenza e la grandezza degli architetti, la maestria degli scalpellini e la duttilità della pietra locale trovano la loro massima espressione. Costruita nell’arco di due secoli a partire dal 1549, ha visto l’avvicendarsi di generazioni di architetti e maestranze, ciascuno dei quali ha portato il proprio contributo affinché la basilica diventasse il manifesto del barocco leccese nel mondo.
Gli effetti del protrarsi dei lavori in un lasso di tempo così lungo si notano sulla facciata della basilica, costruita in periodi e da mani differenti eppure complessivamente armoniosa. La parte inferiore è cinquecentesca ed è opera soprattutto di Gabriele Riccardi e Francesco Antonio Zimbalo, l’autore del portale maggiore. La parte superiore è invece seicentesca e ci hanno lavorato in particolare Cesare Penna, a cui si deve lo stupendo rosone, e Giuseppe Zimbalo. La fastosità dei motivi decorativi si concentra soprattutto nella parte alta, realizzata in pieno barocco, in un trionfo di figure grottesche e allegoriche, animali fantastici ed elementi naturali.
L’interno della basilica è ugualmente decorato: dal fastoso soffitto alle pareti absidali, coloratissime come mosaici bizantini per la presenza dei dipinti dell’Adorazione dei pastori, dell’Annunciazione, della Visita di Maria a sant’Elisabetta e del Riposo nella Fuga in Egitto, fino ai sedici altari barocchi ospitati nelle cappelle delle navate laterali. Uno di questi contiene l’altare dedicato a san Francesco da Paola di Francesco Antonio Zimbalo, da molti considerato la massima espressione scultorea del barocco nel Salento.
Altri capolavori del barocco leccese
A parte la basilica di Santa Croce, passeggiando tra le vie del centro storico di Lecce si possono ammirare altri capolavori del barocco leccese come il Palazzo del Governo (ex Palazzo dei Celestini), la sontuosa piazza del Duomo su cui si affacciano la cattedrale di Santa Maria Assunta e il Palazzo del Seminario (1694-1709), e le vicine chiese di Santa Irene, Santa Chiara e San Matteo. Poco distante si trovano anche la basilica di San Giovanni Battista al Rosario, con le strabilianti balaustre adornate da trofei di fiori, e la settecentesca chiesa del Carmine. Altri monumenti barocchi di Lecce sono la chiesa del Gesù, la chiesa delle Alcantarine e Palazzo Marrese. Ulteriori capolavori sono disseminati in vari centri della provincia, come la basilica di Sant’Agata a Gallipoli.
Il boom del turismo a Lecce grazie al barocco
Il gradimento dei turisti verso le meraviglie del barocco leccese è altissimo, e del resto non potrebbe essere altrimenti. Un successo clamoroso agevolato dalla presenza di opere architettoniche uniche in Italia e da altre occasioni di svago che rendono Lecce una città perfetta per ogni tipo di vacanza. Come immergersi nella vivace vita notturna delle vie del centro, andare allo stadio per vedere la Serie A, divertirsi con una puntata al casino online mentre si sorseggia un bicchiere di Negroamaro, oppure assistere a uno spettacolo di pizzica,
Su TripAdvisor, il centro storico, la basilica di Santa Croce, la cattedrale di Santa Maria Assunta e piazza del Duomo sono le quattro attrazioni preferite dai viaggiatori e hanno un punteggio di 4,5 su 5, quasi il massimo, con i numeri delle presenze in città segnalati in costante aumento. Proprio di recente il Comune ha presentato i dati ufficiali del turismo a Lecce nel 2023 mostrando come la città sia cresciuta in maniera significativa sia negli arrivi che nei pernottamenti. In particolare l’anno scorso ci sono stati 310.504 arrivi contro i 273.885 del 2022 (+13,3% per complessivi 36.619 arrivi in più). Ancora più netta la crescita dei pernottamenti, passati da 673.734 del 2022 a 773.386 del 2023, con un incremento del +14.8% (+99.672 presenze). La città di Lecce è cresciuta più della stessa provincia (+8% di arrivi e +5% di pernottamenti) e perfino della media regionale (+8% e +4%).
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