NOVITA’ DISCOGRAFICHE / ESCE “Parole liberate vol.2”
A CONCLUSIONE DI UN PROGETTO DI GRANDE VALORE, NON SOLO ARTISTICO, MA PURE SOCIALE. leccecronaca.it LO HA ASCOLTATO IN ANTEPRIMA. ECCO CHI E COSA C’E’
di Roberto Molle _______
Quando certe storie sembrano finite per sempre, bruciate al fuoco di nuove tendenze e sepolte dall’incedere impietoso del tempo, qualcosa sotto la cenere resiste… si rigenera.
Una di quelle storie mi appassiona ancora oggi.
Ci capitai in mezzo una sera d’estate, assistendo a un concerto. Sarà stato tra la metà o la fine degli anni Novanta, all’interno di un’area periferica di Taurisano sul palco si esibivano gli Yo Yo Mundi, un gruppo folk-rock di Acqui Terme che in quel periodo ascoltavo tantissimo, avevano all’attivo un paio di album: “La diserzione degli animali da circo” (1994) e “Percorsi di musica sghemba” (1996). Mi affascinava il fatto che nelle loro canzoni era la fisarmonica a tenere il mood, insieme alla voce atipica di Paolo Archetti Maestri che cantava di lotte e resistenza, di diritti umani e rispetto per l’ambiente, basandone i testi su una passione culturale e narrativa legata profondamente con la memoria, la storia e il sociale.
Fu a quel concerto che presi da un banchetto una fanzine che si chiamava Baracca & Burattini.
È fu lì che per la prima volta scoprii l’infaticabile impegno di Paolo Bedini, che con l’agenzia “AZ Music” prima e con “Baracca & Burattini” poi, durante tutti gli anni ottanta e novanta, aveva portato in tour in Italia (come agente o promoter nazionale) artisti quali Nico, Nick Cave, The Smiths, Soundgarden, Joe Strammer, David Sylvian e diverse altre centinaia.
La “Baracca & Burattini” si occupava anche di management e booking di artisti italiani (CSI, Yo Yo Mundi, Marlene Kuntz, Üstmamò, etc.), in seguito venne creata la “costola” discografica distribuita da “Sony Music” ed “Edel”. Baustelle, Virginiana Miller, Malfunk, Giovanni L. Ferretti e Ambrogio Sparagna, sono alcuni tra le decine di artisti pubblicati dall’etichetta di Paolo Bedini, la cui caratteristica principale è stata quella di scoprire nuovi artisti e di pubblicare i loro album d’esordio.
Il collegamento tra discografia, promozione, management e concerti (gestiti da “Baracca & Burattini”) ha portato buona visibilità e posizionamenti per musicisti che, in alcuni casi, erano stati “respinti” dalle grandi major discografiche.
Il crollo delle vendite di dischi dovuto all’avvento dello streaming e a mille altre cause che hanno imbarbarito il settore musicale, stanno alla base del collasso di molti colossi discografici, di conseguenza anche le piccole label indipendenti hanno dovuto se non chiudere definitivamente, ridurre all’osso ogni attività, così è stato anche per “Baracca & Burattini” che per un po’ di anni ha sospeso l’attività.
Nel 2022 Paolo Bedini ha riacceso i motori e l’etichetta si è rimessa in moto, lo ha fatto con un progetto musicale, culturale e sociale. “Parole Liberate” è un disco non convenzionale che parte da un bando dell’omonima associazione di promozione sociale, emanato dal ministero di Grazia e Giustizia che propone ad alcuni detenuti di scrivere un testo che diventerà una canzone, grazie al contributo di importanti musicisti della scena musicale italiana. Quattordici sono i brani inclusi in “Parole liberate”, i testi scritti dai detenuti sono stati musicati e cantati tra gli altri da Fabrizio Tavernelli, Ambrogio Sparagna, Petra Magoni, Gianni Maroccolo, Andrea Chimenti e Acquaragia Drom. Il disco ha vinto il premio “Lunezia” 2022 ed è arrivato secondo alle targhe “Tenco 2022”.
Il nuovo corso di “Baracca & Burattini” è continuato nel 2023 con la pubblicazione di uno splendido album che si chiama “Mondonovo” e contiene le canzoni dei Pase
la band dell’ex Virginiana Miller, Andrea Fusario (articolo e recensione su leccecronaca.it del 23 aprile 2023).
L’iniziativa di “Parole liberate” ha riscosso grande successo e forse questo ha portato alla scelta di dargli un seguito. Il metodo è rimasto lo stesso: si è rivolto l’invito alle persone detenute in carcere a scrivere dei testi ispirati dalla loro situazione e passandoli poi ai musicisti che hanno aderito al progetto.
Il risultato ne è stato “Parole liberate vol.2”, un album collettivo che include musicisti dell’etichetta “Baracca & Burattini” e si è allargato con la partecipazione di artisti nazionali e internazionali. Un altro disco di storie e stati d’animo vissuti in regime di detenzione, dove ogni verso degli autori è stato arricchito dai suoni e dalle suggestive voci degli artisti che si sono fatti tramite di urgenze, desideri e speranze. In questa edizione sono stati selezionati testi arrivati dai carceri di Sollicciano (Firenze), Arezzo, Pisa, Perugia, Teramo, Reggio Emilia, Parma e Bari.
Abbiamo ascoltato in anteprima i 13 brani di “Parole liberate vol.2” a ridosso della sua uscita ufficiale, quello che ne segue è il resoconto emozionale.
“Passo di danza (balla re)”, testo di Dany, musica e voce delle Viadellironia (felice realtà bresciana tutta al femminile, autrici di un cantautorato rock graffiante, maturo e felicemente inattuale). Un brano dall’incedere delicato che nasce e si sviluppa sulle fantasie che fluiscono in un continuum di ricordi, propositi e rimandi che regalano attimi di serenità.
“Cantami”,testo di Luca Michelangeli, musica di Andrea Chimenti & Giorgio Baldi.
Un’ode alla libertà che tocca punte di alto lirismo. Il pathos della voce di Andrea Chimenti è unico e personalissimo. L’ascolto proietta tra gli anfratti suggestivi di album come “L’albero pazzo” e “Il porto sepolto” che ha svelato una dimensione altra della poetica di Ungaretti.
“E il pensiero vola”, testo di Giacomo Baldini, musica di Bandabardò.
Il giorno dietro le sbarre raccontato a rincorrere i pensieri che se ne volano fuori. La fatica a rimettere insieme i pezzi ogni volta più grande. Dolce-amara progressione folk-rock nello stile della Bandabardò con un finale infuocato.
“La promessa di un uomo”, testo di Magic room, musica dei Nuovonormale (band di La Spezia che miscela indie-rock ed elettro-pop). Riflessioni che si stendono lente, rabbia, grida e promesse scritte col sangue del tempo. Ancora una miscela esplosiva di sano e robusto rock ingentilito da una tromba a dare corpo a parole e intenti di liberazione.
“La danza dei Maccabei”, testo di Milan Mazic, musica di Magicaboola Brass Band & Fabrizio Bocci (La Magicaboola è una moderna street band che si districa tra contaminazioni di jazz, ska, etinca e hip hop, funk e popular). Un brano che si apre sullo swing di suoni e parole; la voce di Fabrizio Bocci mette nero su bianco confessioni intime e consapevolezza di sbagli e istinti non controllati. Sensi di colpa che grazie a un processo di elaborazione e introspezione possono aiutare a ripartire proprio dal punto più doloroso.
“Ripasso i miei passi”, testo di Samuele Anfuso, musica di Max Bianchi. Una voce eterea introduce il racconto di un viaggio che resta ancorato dentro una stanza. Tanta voglia di ripartire dopo aver pagato il proprio debito e la speranza di un perdono nelle parole che Samuele Anfuso ha affidato al canto soffice di Max Bianchi.
“Sbagliato”, testo di Katrin, musica di Lorenzo Eva e Andrea Imberciadori. A eseguire il branosono The Mastelottos (Pat Mastelotto batterista dei King Crimson e la moglie Deborah Carter alla voce con l’apporto di Andrea Imberciadori alla chitarra, Marco Machera al basso ed Eugene ai sintetizzatori). Il cantato dalla Carter in un italiano non proprio perfetto arricchito da venature soft-rock crea spessore al brano conferendogli un respiro esotico.
“Una rosa sul calendario”, testo di Haram e musica di Morgan. Quale sarà la storia di Haram? E qual è il segreto del suo nome che nell’Islam descrive tutto ciò che è proibito, inviolabile, sacro? Interrogativi che si fondono a mille altre storie di reclusione. Di certo, l’arte della composizione richiede alchimie precise per poter fondere insieme perle e magia. Morgan è stato l’alchimista perfetto, ha creato un tessuto ancestrale cucito con petali di poesia e una voce delicatamente roca, accompagnata da pennate leggere e una melodia soffusa.
“Perdonami”, testo di Haram, musica diSynaesthesia. Di Haram è chiaro che sa giocare con le parole, e anche che se rilasciate in ottime mani possono farsi potenti. I Synaesthesia (band del chitarrista e cantante Jacopo Fusario) prendendo le consegne da Morgan, continuano a tracciare percorsi che conducono verso un Oriente percepito. Le parole si fanno più sottili e chiare, ancora sull’onda di un io che si confessa prima di tutto a se stesso, poi a qualcuno che forse starà aspettando in qualche lembo di memoria.
“Baby”, testo di Willy e Flavio Giurato. Quello che Flavio Giurato apporta a questo progetto è un valore aggiunto che si traduce nella sua voce sofferta e scura, sospesa per lo scrivente dentro una dimensione mnemonica tra le vie di Orbetello e l’immagine di un tuffatore che rinasce ogni volta dall’acqua all’aria. Flavio non si limita a cantare in “baby”, ne vive il testo, ogni singolo passaggio, fa sue le parole. Diventa il detenuto che dialoga con la madre, che le fa promesse, o meglio solo pochissime promesse nella speranza di un’attesa non troppo lunga fino al prossimo colloquio.
“Poesia Iran 2022”, testo di Simona Nikolova, musica di Pivio. Il brano si apre con percussioni tribali, allungandosi poi lungo un solco di sonorità trascendentali. Roberto Pischiutta (alias Pivio), musicista e compositore di mille colonne sonore, regala alle parole di Simona estensioni di trance e atmosfere misteriose e rilassanti. Un brano che evoca suggestioni filmiche dentro scenari che non dispiacerebbero a Peter Gabriel.
“Tempo”, testo di Tripplice G, musica di Marco Machera. Un brano oscuro e soffuso con venature jazzy, cantato in inglese da Marco Machera e da un Tony Levin (storico bassista di Peter Gabriel e di mille altri gruppi, tra i quali King Crimson, Yes e Pink Floyd) che non ti aspetteresti.
“Balla re”, testo di Dany, musica di Pase & Alessandra Donati. A chiudere “Parole liberate vol.2” è la stessa canzone che lo apre. Questa volta interpretata dai Pase insieme ad Alessandra Donati, che fa da controvoce a Edoardo Bacchelli. La leggerezza della versione delle Viadellironia si ricompone distendendosi in soffice ballata, la voce della Donati si spande nel finale come canto di sirena e l’atmosfera si illumina di bellezza. Un canto che riscatta tutte le possibili colpe con la poesia e i suoni di Andrea Fusario e la sua band.
L’iniziativa di “Voci liberate” non finisce col progetto discografico ma vede la partecipazione di molti altri tra artisti coinvolti, sia del volume 1 che del volume 2, alle presentazioni e ai concerti che si svolgeranno dentro e fuori le carceri.
Category: Cultura