«ON THE ROAD» OVVERO UNA STORIA DI ORDINARIO DISAGIO
Giovanni Gemma_______
Ogni campagna elettorale per le comunali si colora del grigio scuro dell’asfalto fresco e del grigio chiaro delle transenne. La questione stradale riesce sempre a finire nella litania di «+parcheggi & – buche», ma non sempre le due cose possono essere soddisfatte allo stesso tempo. Vediamone un caso particolare.
Palazzo Carafa, lunedì 26 febbraio. Nel Consiglio comunale di Lecce, il consigliere M5S Arturo Baglivo interviene per chiedere spiegazioni sui lavori nello spiazzo di fronte al Cimitero e al complesso Studium. I lavori appena cominciati dovranno cambiare totalmente l’aspetto della piazza, aumentando i posti per il parcheggio e sistemando la viabilità – anche pedonale – di un’area effettivamente caotica. Sul lungo periodo, benefici assicurati. Sperando, chiosa Baglivo, di non dover attendere tempi biblici, come nel caso dei lavori sul piazzale della Stazione: promessi in tempi rapidi, oggi quel cantiere è solo il relitto di se stesso.
Il problema si pone urgente sul breve periodo: la zona del Cimitero è utilizzata, con mezzi privati e pubblici, da un’utenza variegata e ben nutrita. Studenti universitari, dipendenti dell’Ateneo, impiegati dell’Agenzia delle entrate e altri lavoratori: così è l’utenza nei giorni ordinari. Persone che sono lì per i loro doveri sociali, non per passatempo. Un capitolo in più sarebbe da dedicare a giorni come pasquetta e il 1° novembre, quando Belloluogo e il Cimitero si riempiono di persone e il piazzale si intasa.
Ora, la prevista chiusura dell’area significa escludere diverse dozzine di posti per un tempo di fatto indeterminato, creando ancora più competizione (di cui l’ambiente non beneficia certo) per i rari posti rimasti. Dovranno poi iniziare i lavori al Foro Boario: il flusso di mezzi dove potrà convergere? Con tutte le buone intenzioni per il 2030, quali soluzioni si hanno per il 2025?
C’è da dire che il parcheggio del Cimitero è stato reso gratuito per gli studenti universitari. Si tratta in larga parte di soggetti dipendenti dal reddito familiare, e la vita universitaria negli ultimi quindici anni ha visto solo un costante, mortificatorio aumento dei prezzi – dalle tasse ai libri, oltre al resto dei consumi quotidiani. I finanziamenti statali e le borse di studio sono, con grande ironia, diminuiti senza fine. Le famiglie vivono da trent’anni un processo di impoverimento, che la crisi del 2008 e l’austerity hanno solo peggiorato. Chi può permetterselo, invia i figli a studiare nelle grandi università del Centro-Nord.
Gli studenti che lavorano (e i lavoratori che studiano) vivono di redditi mediocri e contratti troppo spesso instabili o a nero. Lezioni annullate o rimandate senza comunicazione tempestiva non sono un’esperienza rara, facendo viaggiare inutilmente decine di studenti ogni giorno. Per contro, interi lotti riservati al corpo docenti e altri funzionari dell’ateneo sono vuoti: basta affacciarsi a qualsiasi ora nel complesso Sperimentale-Valli, mentre subito fuori le auto si accumulano in divieto di sosta. Potrà sembrare poco, ma persino l’esonero dal ticket è un aiuto. Anche al di là del costo, la capienzaridotta dell’area rispetto al flusso di lavoratori – come sottolineato più volte dai dipendenti delle Entrate – aumenta il bisogno di intervento.
Dunque, chiede Baglivo all’amministrazione comunale: si hanno dei piani per garantire supporto a «chi non può utilizzare i mezzi pubblici ed è costretto a prendere il proprio mezzo»? La risposta dell’assessore Marco De Matteis è un sostanziale due di picche: preso atto del problema, ad ora non ci sono soluzioni in programma. Tuttavia, è il continuo della risposta che sembra uscito dalla mente di un marziano: dato che esiste questo problema, e dato che esistono tariffe agevolate per gli studenti sui bus urbani, questo sarebbe un momento opportuno per incentivare gli studenti ad usare i mezzi pubblici.
Punto 1: il problema non tocca solo gli studenti. Punto 2: chi può prende già i mezzi, evitando code e spreco di (costoso) carburante; la domanda era esplicitamente chiara. Punto 3: la grande maggioranza degli studenti proviene da fuori città, dove i mezzi pubblici non sono ramificati (né nelle corse, né negli orari) e non ci sono gli sconti previsti per i bus urbani; ma su questo il Comune non ha competenza, tanto vale stare in silenzio. Punto 4: se il centro e le vie principali di Lecce sono ben coperte dalle rotte SGM, altrettanto non si può dire per le lontane periferie e le zone suburbane in cui i vari comuni si fondono tra di loro.
«Se uno pensa che il problema del trasporto pubblico locale sia solo cittadino, i suggerimenti dell’assessore mi vanno più che bene. […] Dobbiamo tenere presente che su Lecce confluisce un numero esagerato di vetture proprio perché è carente il trasporto pubblico provinciale», deve concluderne il consigliere Baglivo.
Qualcuno, a Palazzo Carafa, confonde l’ecologismo con il giardinaggio.
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