DIARIO DEL GIORNO / VENERDI’ 23 FEBBRAIO 2024
Oggi è venerdì 23 febbraio 2024.
San Policarpo.
A Lecce il nostro amico Giovanni Manzo compie 58 anni: auguri!
E’ il compleanno anche di un’altra nostra amica, la scrittrice Luigina Parisi: auguri!
Cento ottantotto anni fa, cominciò la battaglia di Alamo, uno degli episodi storici più tragicamente leggendari, evento chiave della rivoluzione texana.
In seguito a un assedio durato tredici giorni, le truppe messicane guidate dal presidente e generale Antonio López de Santa Anna lanciarono l’assalto alla missione francescana di Alamo vicino alla città di San Antonio de Béxar (la moderna San Antonio, in Texas, negli Stati Uniti). Le crudeltà di Santa Anna durante la battaglia ispirò molti coloni texani e avventurieri che da varie parti degli Stati Uniti partirono per unirsi all’armata texana. Desiderosi di vendetta, i Texani sconfissero quindi l’armata messicana durante la battaglia di San Jacinto, il 21 aprile del 1836, ponendo fine alla rivoluzione.
Alcuni mesi prima, i Texani respinsero tutte le truppe messicane inviate a sedare la rivolta fuori dai territori dell’allora regione messicana del Texas. Circa 100 Texani furono inviati a presidiare Alamo. Questa forza iniziale crebbe lentamente con l’invio di rinforzi che furono così guidati dai co-comandanti William B. Travis e James Bowie (il primo uno dei regolari della guarnigione e l’altro capo dei volontari). Il 23 febbraio, circa mille e cinquecento messicani marciarono verso San Antonio de Béxar come primo passo della campagna per la riconquista del Texas. Per i successivi dieci giorni due armate furono ingaggiate in schermaglie a causa di occasionali incidenti.
Preoccupato del fatto che la sua guarnigione non potesse reggere un attacco di una così vasta forza nemica, Travis scrisse molteplici lettere domandando maggiori uomini, provviste e munizioni, ma solo un centinaio di combattenti arrivò alla missione. Nelle prime ore del 6 marzo, l’armata messicana avanzò verso Alamo. Dopo aver respinto due attacchi, i Texani non furono in grado di respingere il terzo. Appena i messicani scalarono le mura esterne della missione, i difensori ripararono negli edifici. Quelli che non riuscirono a trovare riparo furono travolti dalla cavalleria messicana mentre cercavano di fuggire all’esterno delle mura. Quei pochi Texani che si arresero furono giustiziati subito sul posto.
In Messico, la battaglia è stata spesso offuscata dagli eventi della guerra con gli Stati Uniti del triennio 1846–48. Nel XIX secolo il complesso di Alamo divenne celebre più per la battaglia che per il fatto di ospitare l’omonima missione. Lo Stato del Texas acquistò le terre e gli edifici nei primi anni del XX secolo e la cappella fu designata quale monumento nazionale dell’omonimo. Alamo è ora “la più famosa località turistica del Texas” ed è stata oggetto di numerose opere, in origine racconti, sin dal 1843. La maggior parte degli americani, tuttavia, sono più informati riguardo alle leggende e i miti legati alle esigenze della fiction cinematografica e degli adattamenti televisivi.
Proverbio salentino: CI FERRA NCHIOA E CI CAMINA TOPPA
Letteralmente: Chi ferra inchioda e chi cammina inciampa.
Chi ferra i cavalli corre il rischio che un chiodo possa andare oltre l’unghia e conficcarsi nella parte morbida dello zoccolo dell’animale, e chi cammina rischia di inciampare. Insomma è un altro modo per dire, che solo chi non fa, non sbaglia mai.
Category: Costume e società