LE CONSEGUENZE DELL’AMORE “Controluce“ NEL ROMANZO DI MARIA PIA ROMANO
di Raffaele Polo ______
Maria Pia Romano (nella foto) ______, ingegnere di Benevento, è di sentimento salentino.
Scrive romanzi facilmente riconoscibili per la loro delicata struttura, in un’armonica alternanza di stupore, sentimento e chiara predisposizione a decifrare i segnali che sono attorno a noi, ma vengono sempre più spesso ignorati in un mondo disattento e superficiale.
Stavolta, in ‘Controluce’ (Besa, 204 pagine, 16 euro) i protagonisti sono una pittrice che dipinge le onde e uno scienziato che studia l’aria.
Si ritrovano a distanza di molti anni: dopo un periodo trascorso in Montenegro, la pittrice ha scelto di vivere in una piccola casa a pochi metri dal mare e gira per il mondo per esporre le sue tele. Lui è sempre diviso tra convegni e studi, ama il suo lavoro e ha votato la sua vita intera alla comprensione dei fenomeni legati all’inquinamento atmosferico.
Nella vita metodica e ben organizzata dell’uomo, lei, con i suoi colori, porta inconsapevolmente uno stravolgimento che lo fa sentire più vivo. Il tempo trascorso insieme è una riabilitazione emotiva di cui entrambi hanno bisogno: vorrebbero andare l’uno verso l’altra, eppure le reciproche paure li rallentano e li frenano, generando un turbinio inatteso di stati d’animo che diventano, a tratti, maremoto ingestibile.
In una storia d’amore che pare un mosaico d’altri tempi, queste due persone riscoprono il piacere di tenersi per mano e il conforto di un abbraccio a lungo desiderato. Pare proprio, questo ‘Controluce’, un romanzo scritto con la sabbia tra le dita, mentre la salsedine s’incolla ai capelli.
É una storia di sentimento e fragilità che svela, al di là di ogni prevedibile aspettativa, nella tensione erotica crescente, le possibili derive dell’amore adulto.