DITELO

| 25 Dicembre 2023 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo ______

Questo è la guerra: viaggio senza meta, sconfitta senza vincitori, follia senza scuse. Ma per dire “no” alla guerra bisogna dire “no” alle armi. Perché, se l’uomo, il cui cuore è instabile e ferito, si trova strumenti di morte tra le mani, prima o poi li userà. E come si può parlare di pace se aumentano la produzione, la vendita e il commercio delle armi?

Oggi, come al tempo di Erode, le trame del male, che si oppongono alla luce divina, si muovono nell’ombra dell’ipocrisia e del nascondimento: quante stragi armate avvengono in un silenzio assordante, all’insaputa di tanti!

La gente, che non vuole armi ma pane, che fatica ad andare avanti e chiede pace, ignora quanti soldi pubblici sono destinati agli armamenti. Eppure dovrebbe saperlo! Se ne parli, se ne scriva, perché si sappiano gli interessi e i guadagni che muovono i fili delle guerre.

Parliamone allora, come nell’Angelus di questa mattina Papa Francesco ha chiesto di fare a tutti gli uomini di buona volontà.

Ditelo al nostro presidente della Repubblica, che firma ogni legge o decreto senza batter ciglio, cosa sancisce l’articolo 11 della Costituzione: l’impegno dell’Italia a ripudiare la guerra e a promuovere la pace. 

Ditelo ai parlamentari di tutti i partiti che quei provvedimenti di forniture belliche e di adesioni a operazioni militari internazionali hanno votato.

Ditelo al nostro presidente del Consiglio, che a maggio passeggiò mano nella mano col presidente americano Joe Biden.

Ditelo ai suoi predecessori, che le hanno ampiamente tracciato la strada da lei ora diligentemente seguita.

Ditelo al nostro ministro della Difesa, per lunghi periodi dirigente di enti, aziende e associazioni che operano nel campo delle forniture militari, anche di armi, come pure per esse consulente e lobbysta.

Ditelo al suo scombinato e pasticcione collega lobbysta Massimo DAlema.

Ditelo al presidente della Regione Puglia, che sul nostro territorio offre alla Nato supporto, propaganda e più concretamente dà strutture logistiche.

Ditelo al rettore dell’UniSalento, che porta gli studenti nelle basi militari e per conto dei produttori di armi fa costruire loro i droni cosiddetti intelligenti.

Ditelo almeno a uno dei giovani Millennial, che non hanno memoria condivisa di cosa sia la guerra, quella che abbiamo noi, o perchè abbiamo fatto in tempo a sentire i racconti dei nostri nonni, o perchè lo abbiamo studiato, e mica a scuola, nella maggior parte dei casi per conto nostro, sui libri di narrativa e di saggistica che divoravamo.

Ditegli che la guerra non è uno di quei videogiochi su cui essi invece esercitano la loro educazione sentimentale.

Poi, dite almeno a uno di quelli che questa notte nelle nostre città con una settimana di anticipo han fatto le prove generali dei botti di fine anno, che mentre essi da terrazzi e balconi davano efficace dimostrazioe della propria sensibilità buttando bombe carta e petardi, bombe chimiche miciadiali cadevano a Gaza su un campo profughi di civili, la notte di Natale, provocando cento vittime innocenti.

LA RICERCA nel nostro articolo immediatamente precedente

 

Category: Costume e società, Cronaca, Politica

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