”Meraviglioso meravigliarsi”: LA MOSTRA DI ALFREDO CHIRONI A CAPRARICA DI LECCE DA DOMENICA 17
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.______
Alfredo Chironi espone a Caprarica di Lecce la mostra dal titolo ”Meraviglioso meravigliarsi” costituita da pittura ed installazioni. Sarà aperta dal 17 al 27 dicembre presso la chiesa del Crocifisso, orario 17-19 tutti i giorni, mentre l’inaugurazione avverrà il 17 dicembre alle ore 10. Chironi prosegue il suo percorso di artista e di sperimentatore di vie possibili per interpretare la realtà.
In questa mostra mette in relazione uno spazio o vuoto – una chiesa del Settecento – con il pieno costituito da concetti o sentimenti come “le fughe”, la scultura sociale di Joseph Beuys e le connessioni tra “tempo e immagine gioco”.
Nelle parole di Chironi “con questa mostra mi pongo l’obiettivo di cercare le coniugazioni estetiche tra lo spazio dato, una chiesa del ‘700 a forma di croce latina, quasi del tutto priva da sovrastrutture simboliche, e la relazione tra “immagini, sguardi, dispositivi” costituiti dai miei lavori, dallo sguardo interpretativo dei visitatori e dalla installazione nell’ambiente dei tre principi determinanti l’espressione estetica in forma unitaria. I miei lavori presenti in mostra colgono e rappresentano tre momenti, o tempi, del mio immaginario artistico con opere degli anni ‘90 che riprendono il tema delle “Fughe” e lavori con visioni sulla figura di Joseph Beuys e del suo pensiero di scultura sociale; i lavori recenti invece trattano il tema delle relazioni del concetto “tempo e immagine gioco” condensato nelle opere site specific”.
Il visitatore può domandarsi quale tempo si riferisce a quali immagini e come si inserisce il gioco. Può riflettere che si tratta non solo del mondo esterno, ma soprattutto del mondo interiore dell’autore ovvero della stessa cosa.
Chironi spiega la genesi: “L’idea è quella di cercare di ribaltare l’operazione dell’ultima mostra fatta a Caprarica di Lecce nell’aprile scorso presso le ex scuderie della fam. Greco, ovvero provare a ridefinire una memoria soggettiva in uno spazio di comunità per eccellenza, attraverso la suggestione che immagini e situazioni spiazzanti possono suscitare sul visitatore, un punto di osservazione insolito rispetto all’argomento “tempo-spazio e gioco”, un approccio libero da convenzioni iconografiche precostituite su un tema che mi propongo di ampliare con altri lavori per una futura successiva mostra. Ho pensato perciò allo spazio funzionale per questa tematica inserendo immagini e dispositivi variegati che pongono domande sul valore estetico del tempo ludico di un mondo in continuo movimento a cui il visitatore potrà darsi risposte singolari”.
Gli obiettivi artistici emergono con caratteri di audacia e originalità: destare la memoria, rivoluzionare l’esperienza di sguardo del soggetto che è libero di trovare da sé significati ed accostamenti nel divenire fluido delle sensazioni e delle immagini.
In particolare Chironi si sofferma “brevemente sui lavori degli anni ‘90 presenti in mostra dando solo alcuni spunti interpretativi (tra l’altro, il di più riduce il potere di lettura autonoma del fruitore di un’opera d’arte), mentre parlerò di più sugli ultimi lavori eseguiti per l’occasione”, sottolineando che “il tema “Fughe” (che per questa occasione intitolerò Echi di fughe) è stato da me affrontato per un lungo periodo e declinato in varie forme estetiche utilizzando diversi materiali oltre la tela e la carta dando all’idea di Fuga un valore concettuale nel senso di evasione dal mondo sensibile attraverso l’arte dove la fuga diventa un’azione pittorica, casualità e gesto artistico per liberarsi dalla costrizione dello spazio determinato dalla superficie su cui il pittore opera ed è un tentativo di superare simbolicamente un limite spaziale; è immediato, da questo presupposto, il riferimento allo spazialismo di Lucio Fontana ed alla corrente dell’action painting e dell’automatismo a cui si aggiunge un sguardo alla storia dell’arte intesa come evoluzione del linguaggio artistico. Le opere qui esposte sono l’espressione di una modalità di interpretazione di fuga”.
Dalle parole dell’artista si comprende come l’intenso lavorio creativo si nutra di intuizione spontanea come di riferimenti teorici, di bisogno di libertà, di rottura con i legami e i limiti dello spazio che è fisico e mentale.
Chironi conclude con una visione ed un sogno in cui si mescolano estetica, impegno civile e politico, esigenze etiche: “Le mie riflessioni, e di conseguenza i miei lavori sul tema, sulle opere di Joseph Beuys e sul suo pensiero nascono da un sogno dove l’artista tedesco si manifesta fornendomi indicazioni contenutistiche e formali del suo operato suggerendomi alcune soluzioni sull’arte intesa come azione e funzione sociale capace di produrre visioni politiche oltre che estetiche. Questo aspetto funzionale, ontologico, dell’opera di Beuys rispetto a “cos’è arte” continua a far suscitare domande in me sul significato profondo del suo pensiero ritrovandovi ancora verità, bellezza e bontà nonostante la controversa critica artistica a cui la figura di Beuys è stata sottoposta da parte di chi ha per l’artista un pensiero riduttivo se non addirittura avverso. In questa occasione espongo alcuni lavori dedicati a Beuys e l’inedito assoluto, mai esposto in pubblico, il quadro del sogno di Beuys del 28 marzo 1990, a cui ho dato il titolo Ha raccontato meraviglie del suo viaggio – Beuys il redivivo!”.
Cos’è l’arte se non la continuità di essere e psiche? Per info o visitare la mostra su appuntamento chiamare al 3351375884.
Articolo e comunicazione giornalistica a cura di Michela Maffei, psicologa.